Death

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POV. Sherlock
Tre corpi giacevano a terra.
La mia vita era finita. Le mie ginocchia non reggevano più. Era un incubo. Era solo un incubo.
Non poteva essere tutto reale, non questa volta. John era davanti a me.
Ero immobile. Niente lacrime, niente urla, non riusciva a pensare. il silenzio faceva da padrone.
I suoi occhi color mare sembravano vuoti, il suo cuore cessò di battere, john non c'era più.
Quella porta maledetta si aprì un'altra volta. Era lestrade e la polizia. Rimase immobile. Non poteva credere ai suoi occhi.

L: oh cristo. Sherlock cosa è successo?

Non risposi. Non riuscivo. Me ne andai senza dire niente. Avevo bisogno di scappare e urlare. Avevo bisogno di john. Avevo bisogno di vivere.

1 anno dopo
221b di Baker Street.
Sherlock era ritornato nel tunnel della droga. Era l'unica compagnia che voleva.
Aveva smesso di lavorare. Passava i giorni di questa ormai futile vita sulla poltrona osservando il muro.
A volte andava al piano superiore, guardava la porta e iniziava a piangere. Non era più vita.
Nella sua mente sentiva solo tre spari. Quei tre spari.

La mattina successiva lestrade andò a trovare Sherlock per vedere come stava.
Entrò nel soggiorno.
Sherlock era sulla sua poltrona, immobile.
Lestrade si avvicinò e..
Sherlock era morto.
Un colpo alla testa. Aveva messo fine alla sua vita. Era finita già tempo fa. Accolse la morte ormai sua vecchia amica.
Sulla poltrona di john vi era un biglietto.
"Il mio lavoro qui è finito. Questo è il mio biglietto di addio. Tranquilli, starò bene.
Questo non è un addio, ma un arrivederci. Dal primo e ultimo consulente investigativo."

L'uomo più potente, l'uomo più coraggioso e l'uomo più umano di tutti.

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