Erano passati anni da quando i miei genitori si erano voluti trasferire in un altra città. Ancora oggi riconosco di non sapere bene il perché di quella loro decisione così improvvisa. Non avevano perso tempo a spiegarmi nulla e dopo aver fatto le valigie, la mattina dopo eravamo già in macchina diretti chissà dove. Mi ricordo di aver guardato fuori dal finestrino le case che mi scorrevano davanti agli occhi fino a che il sonno non mi aveva colto di nuovo. Non avevo minimamente protestato e pensando che fosse tutto un gioco,li avevo seguiti lasciando lì i miei affetti più cari. Ricordo ancora quel giorno come se fosse stato soltanto ieri. E invece erano passati quindici lunghi anni in cui non eravamo più tornati,nemmeno per le vacanze. E mentre il mondo era andato avanti,io ero cresciuta giorno dopo giorno sognando un posto che aveva vissuto soltanto nei miei ricordi,almeno fino a quel momento. Mentre scendevo dall'auto in cui avevo ammirato la mia vecchia casa in religioso silenzio per qualche minuto,mi strinsi nelle spalle rendemomi conto che lì faceva molto più freddo di quanto ne avesse mai fatto a Soonlike. E più di quanto riuscissi a ricordare quando da bambina ero vissuta lì. Kaitlyn e John Gold non erano stati affatto dei cattivi genitori,anzi mi avevano amata più di quanto qualunque bambina potrebbe mai desiderare di esserlo. Non solo non mi avevano mai fatto mancare nulla,ma mi avevano dato un educazione tale che tutte le mie amiche di Soonlike,mi avevano invidiato. Sebbene negli anni avessi avuto molti insegnanti privati,non mi ero mai sentita superiore a nessuno. Mi avevano riconosciuto l'umiltà che avevo sempre avuto e che mi era necessaria a non far sentire inferiore nessuno, la gentilezza nei gesti e la delicatezza nelle parole. Ma nonostante tutto, rare volte avevo provato quella felicità che ogni ragazzina avrebbe dovuto provare in quegli anni. Mi ero sentita sottopressione perché tutti mi avevano sempre considerato una persona modello a cui ispirarsi,a cui chiedere consiglio,da cui prendere esempio. Mentre io mi ero sempre sentita una rara bambola di porcellana messa in vetrina per essere ammirata. E in verità non mi ero mai sentita neppure così speciale come credevano loro. Non avevo frequentato la scuola pubblica,ma avevo fatto gli esami in una privata. I genitori delle mie amiche avevano provato a convincere i miei a iscrivermici,ma era stato totalmente inutile. Era come parlare ad un muro con loro quando si trattava di me. Mi avevano reso una bella persona,non mi avevano fatto mancare nulla,ma era come se in qualche modo mi avessero limitato. E non avevo praticamente fatto le esperienze che avevano fatto le mie coetanee. Non la maggior parte almeno. Mi sentivo priva di esperienze. Ed era principalmente per quello se avevo preso la patente. Volevo essere indipendente e dopo la pubblicazione del mio primo libro,lo ero diventata. Purtroppo mi ero resa conto di quanto fosse aumentata anche la mia popolarità. Mentre ripensavo al mio passato,mi avvicinai al retro della macchina e mentre aprivo il cofano decisi mentalmente come avrei voluto procedere. Nelle vicinanze non c'era nessuno che avrebbe potuto darmi una mano,così iniziai a fare tutto da sola. Dopo aver scaricato la mia valigia,mi avvicinai lentamente alla porta di casa mia. Infilai una mano nella tasca dei jeans e la sfilai con in mano le chiavi,le misi nella serratura e inziai a girarla fino a che la porta non si aprii. Quando vi entrai,capii subito che stava cadendo a pezzi e che avrei dovuto risistemarla prima di poterci veramente vivere,figuriamoci dormire. Almeno per un pò di tempo entrambe le cose erano fuori discussione. Sistemai all'interno della casa solo gli scatoloni e rimisi la mia valigia in macchina. Chiusi di nuovo a chiave la casa e poi mi risistemai al volante. Magari più avanti avrei trovato un B&F o un Hotel,altrimenti in qualche modo sarei tornata e mi sarei preparata un gaciglio per la notte. Le case mi passavano accanto fino a quando in fondo alla quella strada non vidi l'insegna luminose di un B&F. Parcheggiai nel parcheggio adiacente e poi,recuperata la valigia, vi entrai. All'interno era molto accogliente, da un lato vi erano delle comode poltroncine mentre qualche passo più avanti una piccola reception era in bella mostra. Mi avvicinai.
"Buongiorno" dissi all'uomo che vi era dietro.
"Buongiorno a lei. Come posso esserle utile?" mi chiese gentilmente. Sembrava che facesse da molti anni quel lavoro.
"Vorrei una camera,se è possibile" chiesi gentile.
"Certamente" mi disse "è la numero 25,ma prima dovrebbe riempire questi moduli e firmare" mi spiegò con un sorriso gentile.
"Va bene" ricambio il sorriso riprendendo i moduli. Inzio a compirlarlo e dopo un po, quando ho finito,glieli porgo e prendo la chiave.
"La ringrazio" gli dissi e prendendo la mia valigia,mi avviai nella camera. Mi avviai lungo un corridoio sul quale si affacciavano varie porte finché oltrepassando un altro corridoio non vi era quella che cercavo. Infilai la chiave nella serratura e poi la rigirai fino ad aprire la porta completamente. Entrai trascinandomi dietro la valigia. Ripresi la chiave sfilandola dalla serratura e chiusi la porta. Senza degnare di uno sguardo la camera,mi buttai sul letto e stanca per com'ero,mi addormentai.
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Cambiati dall'amore❤
Romance"Non tutto accade secondo la nostra volontà. Ci perdiamo nei nostri stessi occhi,nei nostri stessi respiri. E ci teniamo stretti quei pochi sogni che abbiamo,quei pochi sogni imprigionati un secondo di troppo nella scelta sbagliata. Rincorriamo desi...