2 Capitolo: Lui❤

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Mi sveglio improvvisamente in una stanza che non mi è per nulla familiare. Mi guardo intorno ed è come se la vedessi per la prima volta. Mi guardo intorno e mi rendo conto che è una stanza abbastanza semplice nesl suo insieme. Oltre al grande letto su cui ora sono seduta, vi è accanto un comodino in legno. Sembra intagliato e antico,ma era stato pulito così bene da sembrare nuovo. Davanti a me c'è una piccola scrivania e una sedia. Guardando a sinistra potevo intravedere benissimo la finestra semi nascosta dalle grosse tende color panna negli stessi toni della stanza,mentre dalla parte opposta e vicino alla scrivania,vi era una porta. Sicuramente quella del bagno. Abbasso lo sguardo sul mio orologio da polso e noto che ho dormito veramente tanto. Sono le sei e mezza del pomeriggio. Per quella sera avrei semplicemente cenato e me ne sarei rimasta a buttare giù qualche idea per il mio nuovo libro. "Tu sei mia" era stato molto apprezzato. Parlava d'amore,più precisamente di una grande storia d'amore. Quella che ognuno di noi sogna di poter vivere. Non mi sarei mai aspettata tutto questo successo,non mi sarei mai aspettata di tornare lì. Non mi sarei aspettata molte cose che erano successe negli ultimi due anni. Nè mi sarei aspettata l'ultima conversazione avuta con i miei genitori prima di partire. Ero rimasta incredula,quasi interdetta nel sentire le loro imposizioni. Mi ero rifugiata lì,nella cittadina della mia infanzia, anche per un altro motivo: il matrimonio che tanto volevo evitare. Ebbene si. I miei genitori si erano messi in testa che avrei dovuto sposare un uomo. Il figlio di un riccone. Davvero pensavano che lo avrei permesso? Che avrei sposato un riccone viziato -conoscevo abbastanza bene Josh da poterlo affermare- e che avrei giocato alla famiglia felice con lui? Come avrei dovuto evitare che accadesse tutto ciò ? Non avevo nessuna idea in mente. Potevo semplicemente rimanere lì finché quella stupida idea fosse passata dalla mente dei miei genitori. Anche se ci sarebbe voluto proprio un miracolo perché ciò accadesse. I signori Gold erano rinomati per la loro testardaggine e come membro della famiglia non ero da meno. Se pensavano che avrei passato sopra a tutto anche questa volta, si sbagliavano alla grande. Nessuno avrebbe mai potuto prendere questa importante decisione al posto mio. Se e quando mi sarei voluta sposare,ma soprattutto con chi,sarei stata io a deciderlo. Con quella profonda determinazione,aprii la valigia e poco dopo estrassi la mia fidata gonna nera che mi arrivava poco sotto il ginocchio e la mia camicetta preferita di colore azzurro. Mi spogliai e mi cambiai velocemente e abbinai il tutto a dei collant e alle mie ballerine. Mi pettinai i capelli lasciandoli sciolti e dopo aver messo un filo di trucco,uscii dalla stanza afferando la mia borsa al volo. La chiusi e mi diressi alla hall attraversando i due corridoi. Stavolta non c'era più l'uomo anziano di stamattina, ma un ragazzo giovane. Al massimo sui trent'anni. Mi avvicinai.
"Buonasera" dissi rivolta a lui.
"Buonasera signorina" mi rispose lui con un sorriso gentile alzando gli occhi dai fogli,che stava evidentemente esaminando,prima che arrivassi.
"Dove posso cneare?" chiesi con il mio solito tono di voce.
"Deve girare l'angolo da quella parte e dopo aver attraversato il breve corridoio,deve girare a sinistra. Si ritroverà sulla saletta." mi rispose gentile.
"La ringrazio" gli risposi. Stavo per andarmene quando la sua domanda mi fermò.
"Lei non è di queste parti,vero?" mi chiede.
"Uhm..no." risposi.
"Vede..lo immaginavo. Io e mio fratello minore qui conosciamo tutti." mi spiega.
"Non si preoccupi" risposi.
"Buona serata" mi augura prima che mi congedassi.
"A lei" rispondo e mi inizio ad incamminare seguendo le sue indicazioni. Dopo pochi minuti mi ritrovo davanti alla porta e la oltrepasso. Mi guardo intorno, ma non vedo nessuno apparte qualche cameriera. O ero io ad essere estremamente in anticipo e dovevano ancora tutti arrivare oppure ero estremamente in ritardo ed ero l'
unica che ancora doveva cenare. Mentre mi guardavo intorno sorridendo per la saletta accogliente in cui mi trovavo,un cameriere mi si avvicinò.
"Buonasera,signorina." mi dice gentile.
"Buonasera" rispondo altrettanto gentile.
"Mi segua pure,le indicherò il suo tavolo." il mio tavolo? Non pensavo minimamente che in quel posto mi conoscessero. Ero una scrittrice ancora emergente,dopotutto. Ad un tratto il cameriere si ferma ad un tavolo,quello doveva essere destinato a me e mi fa il segno di accomodarmi. Una volta accomodata, mi porge il menù lasciandomi sola con i miei pensieri. Dopo cinque minuti ordinai un antipasto,un piatto di lasagne e infine una fetta di torta al cioccolato. Passai la serata tranquillamente gustato ognuna delle tre portate che avevo scelto,mentre la saletta aveva imcominciato piano piano a riempirsi,seppure di poco. Mentre stavo gustando l'ultimo cucchiaino della torta al cioccolato, una signora e una raagazzina sui quartodici anni,mi vennero incontro.
"Buonasera signorina" mi dissero entrambe.
"Buonasera" risposi cordiale.
"Mia figlia..ama molto il suo libro. "Tu sei mia",potrebbe autografarglielo? Sappiamo che la stiamo disturbando durante la sua cena e se dirà di noa capiremo senz'altro." mi chiese timidamente la madre. Sorrisi ad entrambe.
"Certamente. Non mi crea nessun problema" risposi sinceramente felice. Presi la penna che la madre mi porgeva.
"Come ti chiami?" chiesi sorridente alla ragazzina.
"Sofie" rispose sorridendo. Apro la copertina e con la penna inzio a scrivere. Dico a voce la dedica che sto scrivendo.
"A Sofie,che tu possa credere nei tuoi sogni e realizzarli sempre. Non aver paura perché tutti abbiamo paura di fallire,ma ricordati che l'importante è non arrendersi. Con affetto Emily." Chiudo il libro e lo porgo alla madre con la penna che mi aveva prestato. Facciamo una foto e poi se ne vanno felici a loro tavolo dopo avermi ringraziato. Adoro quei momenti. Riescono a farmi capire che qualcuno ama davvero il mio modo di scrivere. Ho finito la mia cena quindi mi alzo e mi incammino verso l'uscita. Arrivo alla hall e vedo il ragazzo di prima parlare con un altro ragazzo, più giovane di lui. Faccio per oltrepassarmi,ma il ragazzo mi riconosce e mi ferma.
"Buonasera signorina. Ha cenato bene?" era cordiale.
"Si,la ringrazio. Se volete scusarmi,non volevo interrompere la vostra conversazione privata" dico.
"Non si preoccupi" fa il giro del bancone fino a ritrovarsi davanti a me. "Lui è mio fratello." mi dice. Senza guardarlo ancora, guardo nella direzione in cui sta guardando anche lui. Alzo gli occhi istintivamente dopo aver visto un petto non troppo muscoloso fasciato da una camicia bianca e incontro lo sguardo dell'ultima persona al mondo che avrei voluto ritrovarmi davanti. Rimango senza parole. Lo conoscevo da una vita,ma non avevo mai incontrato suo fratello. Che crudele gioco del destino. Ci guardiamo per un istante ecessivamente lungo. Prima di concedarmi con una scusa riesco soltanto a balbettare "è un piacere" nonostante il mio sguardo stesse dicendo tutt'altro. Giro sui tacchi e inzio ad incamminarmi nervosamente verso il primo corridoio, lo supero e mi incammino verso l'altro fino a che non arrivo finalmente in camera mia. Difficilmente riesco a prendere le chiavi dalla borsa e,con la mano destra che mi trema,provo più volte ad infilare la chiave nella serratura. Alla fine ci riesco e,senza guardarmi minimamente indietro,apro la porta ed entro rinchiudendola alle mie spalle. Privata di tutte le mie forze,mi appoggio con le spalle e la schiena alla porta per poi,poco dopo,scivolare giù fino a sedermi sul pavimento. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Rimango ferma sul pavimento per un pò e finalmente, quando credo di essermi calmata, decido di alzarmi e di andare a dormire. Mi avvio verso il letto,ma non faccio un passo in più che bussano alla porta facendomi sobbalzare.

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