Il giro

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Era una mattina molto fredda a New York, il ghiaccio ricopriva gran parte delle strade e questo voleva dire una gran mole di lavoro per tutti gli ospedali della zona, in particolare per il New York General il più rinomato della città. L'edificio si elargiva possente proprio dietro a Central Park, ogni Newyorkese se aveva bisogno anche di una semplice analisi del sangue andava lì. Tutti i migliori medici del paese lavoravano in quella struttura e aveva un programma per giovani medici e chirurghi all'avanguardia.  Se avevi un minimo di ambizione quello era il posto ideale per farsi conoscere e diventare qualcuno.

Quella mattina Amanda Johnson era addormentata sulla scrivania del medico di guardia, era presto e non faceva una dormita decente da giorni. Aveva la faccia schiacciata sull'ennesimo libro che studiava, una tazza di caffè ormai freddo si trovava sulla sua sinistra.
I capelli neri a caschetto erano tutti spettinati e ricoprivano la sua faccia, era una delle rare volte che non era in ordine.

< Amanda> Una voce risuonava nella stanza, era flebile, un sussurro.
<Amanda!> la voce risuonava più forte nella stanza ma nessuno si mosse.
<Aman...> la voce venne interrotta da un altra, che non aveva interesse di risuonare leggera. < Lasciala perdere! Meglio per noi se non si sveglia, quella sgualdrina merita una lezione!>
L'ultima frase era quasi un urlo, in quel momento Amanda si svegliò di scatto, sulla porta non c'era più nessuno. Amanda si stropicciò gli occhi ancora assonata e guardò l'orologio. Scattò rapida in piedi, erano le nove del mattino ed era già in ritardo per il giro.
Si sistemò in fretta, prese il suo stetoscopio e corse nel reparto di chirurgia.

<Dottoressa Johnson, sono contenta che finalmente è con noi, sta per caso perdendo colpi?> La dottoressa Jurges era davanti alla porta di un paziente seguita da cinque specializzandi, Amanda arrivò di corsa ma in tempo, prese fiato, era la prima volta che arrivava in ritardo per il giro.
<Mi scusi, non capiterà più.> disse ancora ansimando.
La dottoressa Jurges fece un ghigno, non amava chi arrivava in ritardo, in special modo se Amanda arrivava in ritardo, era come se aspettasse sempre un passo falso da lei.
La dottoressa Jurges era alta e con lunghi capelli neri, una frangia ricopriva la fronte ed era magra in modo innaturale. Era specializzando all'ultimo anno di chirurgia, ed era esperta di chirurgia generale.
Amanda e i suoi compagni di corso erano al suo servizio, come lei piaceva dire, dal primo giorno.
Aveva un'aria gentile, di primo impatto, ma era severa al punto giusto, tranne con Amanda, questo lo sapevano tutti.

Due ragazze incominciarono a ridere, la dottoressa Jurges le fulminò con lo sguardo. <Entrate.> disse seria.
I sei ragazzi si misero ordinati in fila davanti al letto del paziente in attesa di ordini, la dottoressa Jurges entrò dietro di loro.
<Buongiorno signor Malcovich! Come sta stamattina?> disse sorridendo al paziente anziano che si trovava sdraiato sul letto.
<Buongiorno! È sempre in buona compagnia dottoressa?> disse squadrando la squadra di medici al suo     fianco.
< Martinez, esponi il caso>
Una ragazza bassa con lunghi capelli neri fece un passo avanti, si schiarì la gola e guardando la dottoressa iniziò a parlare.
< Dennis Malcovich, 59 anni, lamentava dolori all'intenstino, abbiamo trovato con l'ecografia una massa sospetta, oggi si procederà con una biopsia.> appena ebbe finito tornò al suo posto, come una scolara che aveva appena finito di dire una poesia a memoria.
<Ottimo Martinez, il caso è tuo.> la dottoressa Jurges con un sorriso diede la cartella alla specializzanda che incominciò a sorridere fiera.
<Andiamo! Abbiamo altri pazienti da fare!> la dottoressa uscì velocemente dalla stanza, tutti la seguirono come paperelle.

Amanda seguiva senza dire una parola, paziente dopo paziente, sapeva ogni cosa ma sapeva ancor meglio di non provocare la dottoressa Jurges, ormai avevano finito il giro e lei non aveva un caso, le sembrava sempre ingiusto che la giudicassero tutti in quel modo ma non se l'era cercato lei, come spesso aveva spiegato, certe cose succedono e basta.
Tutti avevano un caso quell mattina, era rimasta solo lei che continuava a seguire la dottoressa Jurges.
Si fermarono al tavolo delle infermiere e Amanda era impaziente.
<Dottoressa Johnson, io non ho niente per lei, vada in cardiochirurgia, sono sicura che là qualcuno le troverà il caso del secolo, farà un intervento che passerà alla storia.> disse con una vena di cattiveria, le guance di Amanda si fecero rosse come il fuoco, pensava a quando quelle prese in giro sarebbero finite, ormai era passato un anno ma ancora era additata in quella maniera.
Alzò leggermente il capo e aprì la bocca per dire qualcosa ma la Jurges la zittì.
<Osi ribattere? Ho detto vai.> disse guardandola negli occhi.
Amanda scostò lo sguardo e balbettò.
< M-ma oggi dovrei assistere in chirurgia generale, come tutti.> disse intimorita.
<Certo, lo so! Ma visto che tu preferisci frequentare cardiochirurgia ti faccio un favore!> ora aveva un ghigno sulla faccia, Amanda annuii e andò a testa bassa nel reparto a fianco, quello cardiochirurgico.

<Sono stanca! È passato un anno e ancora mi trattano malissimo! Perché non lo accettano e basta?> Disse Amanda tra una forchettata e l'altra, era a pranzo con il suo migliore amico, il suo unico amico.
John era uno specializzando di medicina e si erano conosciuti li in ospedale, lui era l'unico che le era rimasto vicino, oltre a Christian.
<Mandy, devi fregartene, fare il tuo lavoro e per una volta fatti valere!> John stava trangugiando un insalata frettolosamente. John era un ragazzo gentile e sempre lì per il prossimo, aveva scelto il lavoro ideale cioè il medico. Aveva un aria molto Nerd, portava occhiali neri ed era sempre perennemente circondato dai libri, il ciuffo nero che ogni giorno era tirato su con il gel faceva sempre ridere Amanda. Non lo avrebbe cambianto con nessuno al mondo.
<Mandy! Ma ti rendi conto che sei in chirurgia? È la branca più competitiva della medicina! Devi agire! Se no...> guardava Amanda negli occhi quasi desideroso.
<No John, non entrerò in medicina generale, a me piace chirurgia! Io...io adoro tagliare e aggiustare il corpo. Non posso smettere, ho lavorato tanto per questo.> disse quasi malinconica, i suoi genitori avevano nutrito sempre molto aspettative per lei.
< Lo so, tranquilla, oh guarda! C'è Christian!> John indicò un uomo alto brizzolato, sulla quarantina. Aveva un camice bianco e stava parlando con un altro dottore, sul camice c'era ricamato Dottor. Christian Smith primario cardiochirurgia.
Amanda si voltò a guardarlo, lui le sorride dolcemente e congedandosi dall'altro medico si avvicinò a lei.
Le mise dolcemente una mano sulla spalla e le diede un bacio sulla fronte.
Amanda si sentì bruciare le guance, era in Imbarazzo, ancora la turbava il fatto dei baci, o gli abbracci in pubblico.
Ma ormai tutti sapevano, tutti li vedevano, tutti parlavano.
Era per questo motivo che Amanda non aveva amici, aveva una relazione con un superiore.

~ Il bacio più bello è quello che ancora non ti ho dato ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora