Quella sera era la prima da due giorni che Amanda finalmente rientrava a casa, chiuse la porta dietro di se e si avviò senza pensare verso il divano, si sdraiò a pancia in giù esausta.
Amanda viveva in un monolocale poco lontano dall'ospedale, l'aveva preso in affitto appunto perché così era sempre la più vicina se c'era qualche tipo di emergenza.
Aveva semplicemente un divano che si trasformava in letto, un bagno solo con doccia e water e una piccola cucina, era l'appartamento perfetto, non era mai a casa e di certo non invitava mai nessuno, eccetto Christian.
Quella sera voleva restare con lei ma Amanda aveva rifiutato, voleva godersi qualche attimo da sola.
Amava Christian anche se da qualche tempo si faceva molte domande su quel rapporto.
Aveva messo tutto in discussione per lui solo un anno prima, la sua carriera, la sua reputazione, aveva sfidato tutto per starci insieme. Non era da lei, questo era quello che le avevano detto i suoi genitori, ma lei lo fece, ne era sicura, è l'uomo della mia vita.
Ma da qualche tempo quell'affermazione si era trasformata in domanda, non ne era così sicura, lui era bello, affascinante e aveva molto potere, un pezzo grosso, ricco, medico rinomato e tra mille specializzande aveva scelto lei.
Lei così ordinaria, sempre al suo posto, silenziosa ma capace, non sbagliava mai un colpo, era questo che aveva attirato Christian, oltre al fatto che era una donna bellissima, glielo diceva sempre. Ma quella relazione la faceva sentire stretta, aveva pensato varie volte di prendere una pausa ma non aveva mai esposto il pensiero con lui.Amanda si stava bevendo un bicchiere di vino rosso per calmarsi quella sera, il silenzio la circondava, iniziò a chiudere gli occhi cercando di mandare via quei pensieri. Ma un tonfo la svegliò da quel stato di trance, era vicino, veniva dall'altra parte del muro, era da mesi che non sentiva rumori nell'appartamento vicino.
Curiosa si avvicinò al muro per sentire meglio, due voci iniziarono a farsi sentire.
<L'ultima scatola! Fatto! Ehi amico sicuro di voler stare solo? Vuoi che ti aiuto?> era una voce maschile, Amanda se lo immaginava già, un omone di almeno 2 metri, pieno di muscoli.
<Tranquillo, sistemo io! Grazie per l'aiuto! Ciao bello!> la seconda voce era particolare, profonda ma dolce, Amanda si sentiva scaldata dentro a sentirla.
Restò in ascolto, la porta si era chiusa e sentì dei passi andarsene, Sperava di risentire quella voce così calda.
Ma non sentì assolutamente niente, silenzio, era tornato e lei si sentiva delusa.
Si accasciò sul divano di nuovo vuota e pensierosa ma una voce le risuonava in testa. " Devi agire". Erano le parole del suo migliore amico John, in quel momento le sembravano un martello che rimbombava nella testa. Era sempre stata al suo posto, sempre fatto la cosa giusta, timida com'era non si sarebbe mai presentata ad uno sconosciuto a caso.
Ma non era proprio uno sconosciuto era il suo vicino e una parte di lei si sentiva in dovere di conoscerlo, dopo aver sentito la sua dolce voce.
Si alzò di scatto e andò in cucina, cercò qualcosa di commestibile, non chiedeva molto, aveva bisogno solo di una scusa.
Una scatola di biscotti ancora chiusa spuntava da un cassetto, la prese velocemente e andò allo specchio proprio posto di fianco alla porta di casa.
I capelli neri a caschetto erano in ordine, aveva la maglietta bianca attillata che faceva risaltare le sue forme e i jeans che facevano altrettanto. Fece un grosso respiro davanti alla porta e l'aprì, non aveva mai fatto una cosa del genere.Nel silenzio si sentirono tre colpi decisi ad una porta, sopra di essa c'era scritto 3B con lettere d'oro. Amanda aspettò ansiosa, niente, non sentì niente, si sentì molto stupida in quel momento, forse era andato a letto, forse non voleva essere disturbato dalla vicina che cercava di stravolgere la sua vita piatta.
Aveva il pacco di biscotti in mano e si sentiva più stupida che mai, si allontanò triste e delusa quando un clack risuonò in quel silenzio, era la porta 3B che si apriva.
Amanda si girò di scatto, un ragazzo giovane, probabilmente della sua età era sulla porta che la guardava, aveva una t-shirt grigia addosso e Amanda non riuscì a non notare le braccia tatuate che di certo ricoprivano ogni punto di pelle. Subito alzò lo sguardo e il ragazzo era il più bello che avesse ma visto, aveva un filo di barba nera che gli incorniciava il viso, occhi blu come il mare e i capelli castani scompigliati che ricadevano sulla fronte.
Amanda sapeva che era a bocca aperta ma non riusciva a dire una parola. Per fortuna fu lui a iniziare.
<Si? Ehm hai bussato tu?>
Amanda tornò in se, la voce calda era di nuovo dentro di lei.
<Oh, si sono stata io! M-mi chiamò Amanda! S-sono la tua vicina.> indicò la sua porta imbarazzata.
Lui sorride dolcemente, <Ciao allora! Io mi chiamo Dylan!> allungò la mano e Amanda la strinse debolmente, quel contatto le fece venire i brividi.
<Quei biscotti sono per me?> disse Dylan sorridendo.
Amanda guardò la scatola e sorrise anche lei, le guance erano diventate rosse.
<Si, cioè se le piacciono, ecco.> allungò la scatola a Dylan che con un sorriso prese la scatola.
<Grazie! Gentilissima, ti va di entrare?> Dylan indicava il suo appartamento.
Amanda si sentiva combattuta, doveva rientrare in casa, a Christian non sarebbe piaciuto questo fatto, ma dall'altra voleva conoscere quel ragazzo, Dylan rimase immobile aspettando una risposta e Amanda fece per l'ennesima volta la cosa giusta.
<No grazie, devo andare a letto presto, domani ho una giornata pesante a lavoro, magari un altra volta, benvenuto comunque.> disse Amanda dolcemente, salutò con la mano e si precipitò dentro il suo appartamento senza nemmeno ascoltare la risposta di Dylan.Quella notte Amanda dormì bene, dormì senza pensieri e con un sorriso sulle labbra.
STAI LEGGENDO
~ Il bacio più bello è quello che ancora non ti ho dato ~
RomanceAmanda Johnson ha 27 anni, abita a New York ed è specializzando al New York General Hospital. Amanda è sempre stata la ragazza perfetta, voti ottimi, laureata con lode e ha sempre fatto la cosa giusta. Ma sente che manca qualcosa nella sua vita, c...