Erano le 8.10 di quel lunedì di settembre, Anna era nel gruppo con i suoi nuovi compagni che la guardavano strano mentre il prof finiva l'appello.
E Francesca, beh, inutile dire che era in ritardo, non c'era giorno nella sua vita in cui non fosse in ritardo, arrivava in ritardo a scuola, agli allenamenti di ginnastica, agli appuntamenti con gli amici.

Anna la vide correre verso di lei tutta rossa in viso e con un' evidente agitazione in corpo, e abbozzò un mezzo sorriso alla vista di quella ragazza un po' scompigliata.
Quando le due ragazze si trovarono faccia a faccia entrambe pensarono: "la saluto o non la saluto" e tutte le prove che avevano fatto a casa per fare una buona impressione non servirono più a niente.
Per fortuna la voglia di conoscere la nuova compagna vinse sulla timidezza e entrambe si dissero un timido "ciao" tutte imbarazzate.

"Tu conosci qualcuno?" chiese Anna titubante alla nuova conoscente, riferendosi agli altri ragazzi intorno a loro.
"Si....però" disse alzando gli occhi al cielo come per fare intendere che quelle persone non le stavano simpatiche o almeno non si trovava bene con loro.
Anna capì subito, era strano che capisse al volo una persona e per Francesca era ancora più strano perché nessuno la comprendeva a pieno, immediatamente.
Entrambe di sorrisero e rimasero in silenzio guardandosi mentre il professore finiva l'appello.

Non si sa cosa passava per la mente di quelle due ragazze, si scambiavano sguardi, solo quelle per le ore di lezione prima dell'intervento.
Si perché giustamente il primo giorno di superiori, quando i ragazzi sono spaventati tu inizi a fare matematica e "per sciogliere l'imbarazzo" li fai venire alla lavagna.

I nervi di tutti i ragazzi erano a fior di pelle, mancava un'ora all'intervallo e la professoressa Mazzini iniziò a guardare l'elenco della classe per scegliere la sua preda.
Anna si guardava intorno e pensava "sono la prima dell'alfabeto sarebbe un gesto crudele chiamare proprio me".
Francesca, nel banco dietro a lei, pregava con tutta la sua anima di non essere chiamata e pensava "speriamo non le piaccia il mio cognome, speriamo non le piaccia il mio cogn...."

"Chi è Ferrari...Francesca Ferrari?" chiese la donna abbassando gli occhiali scrutando la classe. Era una donna di mezza età, ne troppo magra ne troppo grassa, capelli biondi, occhiali rotondi e vestiti strani.
Era abbassata sul registro e saettava lo sguardo fra quello e la classe aspettando un "sono io".

Francesca si alzò e andò verso la cattedra dicendo con voce tremante "Sono io", e pensando fra se e se "Okay le piace il mio cognome"

Tutti i ragazzi, compresa Anna, fecero un sospiro di sollievo ringraziando il Dio della matematica per averli protetti dallo sguardo della professoressa che interroga il primo giorno.

Francesca fece tre esercizi alla lavagna correttamente, dopo tutto le piaceva la matematica e andò al posto.
Mentre passava accanto al banco di Anna sentì sussurrare "Si vede che le piaceva il tuo cognome"

Francesca rimase stupita, era la seconda volta in meno di tre ore che qualcuno la capiva, era strano trovare una persona simile a te, così simile che ti completa, fa le battute che pensi.
Può esistere una persona tanto simile a te?
Lei l'aveva trovata, era Anna: alta circa 1,75 metri, capelli mossi di colore castano scuro, occhi di un verde inteso, vestita un po' sportiva, non troppo femminile ma aveva il suo stile.

Era lì davanti a lei e non sapeva cosa dirle.
Riuscì soltanto a sorriderle e a tornare al suo posto.

Finì la lezione e tutti gli alunni uscirono dall'aula come una mandria di pecore, facendo ingorgo alla porta.
Anna non sapeva dove andare e con chi stare, provò ad avvicinarsi ad un gruppetto di ragazze della sua classe ma si sentiva fuori posto, allora uscì nel cortile a prendere una boccata d'aria.
Era una bellissima giornata di settembre, il sole illuminava tutti gli studenti nel cortile che parlavano in gruppetti, che mangiavano focacce, panini... in lontananza vide Aaron che le sorrise, era vicino ad altri ragazzi, "Di sicuro avrà fatto subito amicizia, lui si che ci sa fare con le persone..."

Mente penava a questo si sentì toccare la spalla, "Scusami, posso stare con te? O ti do fastidio" non riconobbe subito la voce agitata e si girò.

Era Francesca, aveva i capelli biondi mossi raccolti in una coda di cavallo, le stavano davvero bene, le facevano risaltare i suoi grandi occhi azzurri.
"No tranquilla, stai pure" disse Anna con un sorriso a trentadue denti.



Speriamo vi piaccia.
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