Scott entrò in casa, chiudendo la porta dietro di lui e lasciandosi cadere a terra.
Era sporco di sangue in faccia, dopo essersi fregato il viso per asciugarsi le lacrime.
La mano era già guarita, ma purtroppo il suo potere di guarigione non funzionava sui cuori spezzati.
Sentiva un vuoto tremendo nel petto, come se avessero letteralmente preso una pala e scavato un buco nel mezzo di esso.
Si sentiva mancare il fiato. Non poteva vivere senza Allison, non quando aveva confessato a sé stesso di amarla più di ogni altra cosa.
Allison non era morta, ma se ne era andata di sua volontà, e forse faceva troppo male sapere che voleva lasciarlo.
Singhiozzò, sbattendo la testa contro il muro e trattenendo le lacrime.
Sua madre attraversò il salotto di corsa e, vedendolo a terra, corse da lui.
«Tesoro, tesoro che succede?» si sedette a terra accanto a lui, spostando le sue mani insanguinate dal viso.
«È tutto sbagliato mamma, tutto sbagliato. – singhiozzò – Io ho solo cercato di proteggerla»
La madre scosse la testa, accarezzando il viso del figlio.
«Vieni con me, ti faccio qualcosa di caldo» fece un mezzo sorriso e Scott annuì, alzandosi da terra.
Solo pochi istanti dopo il suo viso era nuovamente candido e le sue mani tremolanti stringevano una tazza di camomilla bollente.
Il silenzio più tombale regnava nella piccola cucina, costantemente priva di illuminazione per risparmiare sulla bolletta.
Gli occhi di Scott correvano lungo la stanza, cercando di evitare lo sguardo curioso e impietosito della madre.
Non aveva bisogno di guardarla per capirlo, avrebbe potuto sentire l'odore della sua preoccupazione lontano un miglio.
«Perché sei preoccupata?» la voce di Scott uscì debole e rauca, forse a causa delle urla e dei singhiozzi strazianti che aveva emesso negli ultimi venti minuti.
«Io? – sussultò la madre e poi fece un piccolo sorriso – ha un odore così forte?»
Scott annuì, prendendo un sorso dalla tazza bollente.
«Sono preoccupata per te. Sai, negli ultimi giorni ho paura che... Che ti possa succedere qualcosa di grave – rispose Melissa, appoggiando la tazza che teneva tra le mani sul tavolo – e che io non me ne accorga nemmeno.»
«Sto bene» affermò Scott, guardando la donna sospirare.
Non sapeva se lo avesse detto per rassicurare lei o sé stesso.
Stava davvero bene? Ovviamente no.
«Non ho poteri sovrannaturali o cose del genere, ma so fiutare le tue menzogne a miglia di distanza. E questa è di certo una bugia» ridacchiò.
Scott ridacchiò leggermente, ma tornando subito serio.
«Non lo so, mamma. Non so nemmeno io come sto, tutta questa situazione mi sta distruggendo» sospirò.
«Si tratta di Allison?»
Annuì, mordendosi il labbro inferiore.
Dopo tutte le situazioni difficili che aveva affrontato, dopo tutti i pericoli ai quali era andato incontro e tutte le morti chr aveva sopportato, quella situazione era una delle più facili.
Eppure non riusciva a superarla.
Si bloccava ogni volta che la vedeva, ogni volta che compariva nei suoi pensieri.
Odiava sentirsi così.
«So che mi odierai dopo che ti avrò detto questo, ma la vita va avanti. Allison ti ha lasciato, ma sono sicura che supererai anche questo. E ne uscirai vincitore, che lei torni con te o no.»
Scott lasciò scendere una lacrima.
Avrebbe tanto voluto che fosse così.
La madre allontanò la tazza dalle mani del figlio e lo abbracciò, avvolgendo il suo corpo appoggiato sul tavolo con le sue piccole e magre braccia.
«Andrà tutto bene, Scott. Qualsiasi cosa accada la supereremo insieme»
Scott annuì e lasciò un piccolo bacio sulla mano di sua madre, di appoggiandosi su di lei.
«Ti voglio bene» mormorò.
Melissa sorrise.
«Anche io, tesoro»
+ + + + +
Allison si buttò sul letto a peso morto, mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente a causa della corsa.
Passò le mani morbide sul viso, cercando di ripulirlo dal trucco che si era sciolto sulle sue guance.
Odiava sentirsi così debole, come se non potesse vivere senza Scott.
Lei poteva farcela, ce l'aveva sempre fatta.
Chiuse gli occhi ascoltando il silenzio che regnava nella casa, periodicamente interrotto dal rumore che produceva sua madre alle prese con i fornelli.
A differenza di Scott, lei era sola.
Nessuno era lì per consolarla o farla stare meglio, lei era sola.
Ci era abituata, suo padre era via praticamente tutti i giorni e sua madre ormai non la calcolava più se non per rimproverarla.
Quella volta, però, era una sensazione diversa.
Gli altri giorni sapeva che Scott era fuori casa sua ad aspettare di vederla, di baciarla, di parlarle.
Quel giorno no, Scott non la stava aspettando.
Lei era sola, sola per davvero.
La porta della sua stanza venne aperta con una forza immensa e sua madre entrò, guardandola con indifferenza.
I suoi capelli corti e rossi erano nella solita posizione ordinata, mentre il corpo della madre era avvolto in un tailleur nero.
«Spero tu abbia una spiegazione, dove sei stata stanotte?» parlò, ignorano il fatto che sua figlia fosse distrutta.
Allison scosse la testa, mordendosi il labbro.
«Ero da Scott» mormorò.
La madre rise amaramente, per poi tornare a guardarla con superiorità.
«Errato, ho chiamato a casa sua e sua madre ha affermato di non sapere dove vi trovaste. Non ti ha nemmeno vista arrivare»
Al sentir nominare la madre, Allison si chiese se lei fosse al corrente di Scott.
Se fosse al corrente di cosa gli succedesse una notte al mese, e di cosa faceva il resto delle notti al posto di studiare o dormire.
«Dove sei stata?» urlò la madre, strattonando la figlia con forza.
Lei scoppiò a piangere, forse per colpa di Scott o forse per colpa di sua madre.
«Ero con Scott, te l'ho detto» ripeté, trattenendo un singhiozzo a stento.
La madre la guardò male e poi alzò gli occhi al cielo, avviandosi all'uscita.
«E lavati la faccia, sei ridicola conciata così» proferì prima di uscire, poi si voltò ed uscì chiudendo la porta dietro di lei.
La odiava, la odiava da impazzire.
Allison sarebbe potuta morire e a lei non glie ne sarebbe fregato niente.
Si lasciò andare di nuovo sul letto e riprese a piangere.
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Because I love you || Scallison
Fanfiction«Perchè l'hai fatto? Perchè mi hai trasformata?» «Perchè ti amo, e non voglio perderti»