Perchè non mi lasci andare?

39 4 0
                                    

Mi svegliai, la stanza è ancora avvolta dal buio, ma visto che sto morendo di fame sono costretta a scendere dal letto.
Vi chiederete cosa ci faccia sveglia alle 7:00 del mattino il giorno della vigilia di natale.Beh vi rispondo subito, ho così tanta fame che mangerei qualsiasi cosa di commestibile mi si presenta davanti.
In punta di piedi attraverso il salotto silenziosamente, sto per arrivare in cucina quando per il buio non vedo il mobile che ho davanti andandoci a sbattere come una scema.
Faccio un ruzzolone e cado a terra mantenendomi il ginocchio dolorante.
Le luci si accendono.
"Chi va la?" Mi affaccio e vedo mia mamma con un manico di scopa tra le mani che si guarda intorno furente.
Rido mentalmente per questa immagine.
"Mamma sono io" alzo la mano per farmi vedere.
"Jen?"
"Si, mamma proprio io" dico ancora stesa per terra.
"Cosa ci fai sveglia a quest'ora? E soprattutto perché sei stesa a terra?" Dice avvicinandosi e guardandomi dall'alto confusa.
"Mi sono svegliata per la fame, ma mentre cercavo di andare in cucina, non ho visto questo maledettissimo mobile e ci sono andata a finire sopra cadendo" mentre mi rialzo.
"Hahahah, ora ti preparo dei biscotti" dice andando a posare la scopa e avvicinandosi verso i fornelli.
La mia pancia brontola in risposta.

Mi butto sul divano a peso morto e mi metto in una posizione da dio.
Faccio zapping tra i vari canali, finché non vedo che stanno trasmettendo una delle mie serie tv preferite.

'Gossip girl'. A.D.O.R.O.

Mi vedo le ultime puntate che mi ero saltata, e quando mamma mi dice che i biscotti sono pronti schizzo in cucina.
Prendo un biscotto e me lo metto in bocca quando:
"Attenta che sono ancora..."
"Aaiiii, mi sono bruciata la lingua" dico sputando il biscotto e lasciando la lingua a penzoloni facendoci aria.
"Se tu mi avessi ascoltato non ti sarebbe successo" dice puntandomi il mestolo contro.
Scoppiamo a ridere insieme.
----------------------------------------------
Il pomeriggio
"Mamma io esco, devo portare un regalo a una persona" dico affacciandomi in cucina.
"Ma cosa stai facendo? È da stamattina che sei attaccata ai fornelli" dico guardandola interrogativa.
"Beh, oggi è la vigilia di natale, e poi stasera abbiamo ospiti" mi risponde senza guardarmi, troppo occupata a mescolare qualcosa.
"Ma non dovevano venire domani, nonna, zii e cugini?" Dissi ancora non capendo.
"Ho invitato i vicini" sputa il rospo.
Quesi non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Penso di non aver capito bene.
"Cosa hai detto?" Facendo finta di niente.
"Proprio quello che hai sentito"
"Ma.. perché?!" Sbotto esasperata.
"Mi sembrava giusto invitarli, tutto qui"
"Ma che poi perché gli dobbiamo invita sempre noi?!"
"Perché ho colto prima io l'occasione.E poi ci saranno altri eventi e saremo invitati anche noi" risponde rilassata.
Ci rinuncio!
Esco dalla cucina ,prima che possa commettere qualcosa di cui me ne pentirò, e mi chiudo la porta d'ingresso alle spalle.
A passo spedito mi ritrovo davanti all'istituto dove si trova David.
Entro e una signora, che dev'essere la direttrice, mi accoglie:
"Buon pomeriggio signorina, posso fare qualcosa per lei?" Mi domanda calorosamente.
"Si, cercavo un bambino, David" dico spiegandole.
"Certo, lo faccio scendere subito" dice per poi salire le grandi scale che portano al secondo piano.
Aspetto e nel frattempo mi guardo intorno.
Dev'essere brutto passare il natale qui dentro, senza nessuno che ti da regali, senza le cene in famiglia, senza gli abbracci delle persone più importanti per te.
Metto freno a questi pensieri tristi, giusto il tempo di vedere David che si precipita verso di me stritolandomi.
"Anche tu mi sei mancato" dico ironica.
"Buona vigilia,Jennifer" dice felice.
Mi abbasso per arrivare alla sua altezza e caccio dalla borsa il regalo che gli ho portato.
"Tieni questo è per te,buona vigilia e buon natale, piccolino" gli scompiglio i capelli.
I suoi occhi si illuminano.
"Aaah grazie, un regalo, nessuno mi aveva portato dei regali" dice impegnato con la carta che non si vuole scartare.
"Un aeroplaninoo" dice prendendo il giocattolo tra le mani e osservandolo con cura.
"Però non so usarlo" mi guarda triste.
"Non ti preoccupare, verrò qui e ti insegnerò io, più i meno so usarlo" lo rassicuro per poi scoppiare a ridere.

Dopo aver passato un po' di tempo con il piccolo ritorno a casa e mi chiudo in camera fino all'ora di cena.
***
La musica dolce e soave di J-ax con 'Assenzio', invade la mia camera mentre inizio a prepararmi.
Una voce si sovrappone alle parole della musica.
Metto in pausa e ascolto chi è che mi chiama.
"Jenny, ti consiglio di prepararti e scendere, sono arrivati" dice mia mamma da dietro la porta.Sbuffo:
"Si adesso scendo" dico mentre saltello per la stanza per mettermi il jeans.
Per questa sera ho optato per un jeans chiaro a vita alta, una maglia a righe nere e grigie con il collo alto e infine gli stivaletti con il tacco.
Mi finisco di fare i boccoli e passo al trucco.
Applico uno strato di fondotinta con un po' di terra da mettere agli zigomi e metto della matita con del mascara sugli occhi.
Per finire metto una matita marroncina sulle labbra e ho fatto.
Guardo il risultato allo specchio e..sono carina dai!!
Mille pensieri invadono la mia mente e la tranquillità cede il posto al panico.
Solo al pensiero di rivedere Alex mi scombussola lo stomaco.
Scendo le scale pronta ad affrontare questa assurda situazione e...
"Oh Jen ciao, buona vigilia di natale" mi dice Meredhit venendomi ad abbracciare.
"Grazie, anche a te" dico ricambiando l'abbraccio.
Continuo a fare il giro per gli auguri quando mi fermo davanti a lui, alla persona che mi ha scombussolato la vita e me la sta rendendo un'inferno.
Gli rivolgo un debole sorrido che però non viene ricambiato.
Mi osserva solo, e io penso a cosa gli possa passare per la testa in questo momento.

La serata procede tranquillamente tra i complimenti di Meredhit per il cibo preparato da mia mamma agli sguardi fissi e prepotenti da parte di Alex.

"Jen, potresti andare un'attimo in camera mia a prendermi la giacca? Mi sono scordata di portarla giù" mi domanda mamma.
"Oh, certo si vado subito" mi alzo e scappo dalla sala, felice di interrompere quella serie di sguardi.
Entro in camera e cerco la giacca con gli occhi.
Una volta individuata mi avvicino per prenderla, quando sento dei passi dietro di me, e una porta chiudersi.
Mi giro spaventata e noto che si tratta proprio di Alex.
"Perché mi hai seguita?" gli chiedo sorpresa.
Dev'essere suonata più come un'esclamazione anziché come una domanda, perché non mi dice niente, si avvicina solamente.
Quando siamo a pochi centimetri di distanza, sussurro, con la poca voce che mi rimane:
"Perché non mi lascia andare?" Gli chiedo guardandolo negli occhi.
Posso vedere i suoi occhi brillare e accendersi di pura passione.
"Perché non posso" mi risponde per poi avventarsi sulle mie labbra.
È un bacio carnale, un bacio bisognoso, pieno di desiderio.
Sfoghiamo a vicenda tutto ciò che non siamo capaci di dirci in faccia, tutto ciò che proviamo.
Fondiamo i nostri respiri facendoli diventare tutt'uno, uniamo le nostre anime distrutte che insieme si completano.
Ci siamo solo noi in questo momento.
Tutto svanisce come in un soffio di vento; le preoccupazioni, le litigate, tutto.
Ci stacchiamo senza respiro guardandoci sempre negli occhi.
Guardo le sue labbra ormai gonfie, quelle che fino a pochi minuti fa stavo baciando.
Mi sorride e faccio lo stesso in rimando.
Capii che noi non eravamo dei semplici amici, non lo saremo mai stati, ma non eravamo neanche degli sconosciuti.
Eravamo solo delle persone, incasinate fino al collo.

Tempesta nel cuore.  (In fase di revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora