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Il Dr. Thuman esce dalla camera di mia madre e mi raggiunge. Poso i libri sulla sedia di fianco alla mia, mi alzo, ci ripenso e sto per sedermi, ci ripenso ancora, mi giro per prendere i libri e saluta una donna accanto a me, forse non sta venendo da me, mi risiedo. Mi si avvicina e mi tende la mano
<<la signorina Roves? Figlia di Miranda Roves?>>
<<sì, sono io>> rispondo, stringendogliela.
Era esattamente come papà lo aveva descritto: alto, fisicamente non troppo magro nè palestrato, ma aveva dei capelli castani pettinati all'indietro in modo perfetto che gli davano un'aria da maniaco dell'ordine molto sexy!
Il Dr Thuman mi riporta alla realtà
<<signorina? Mi ha sentito?>>
Ma cosa ti metti a pensare Kay??
<<ehm.. no, mi scusi, sono molto assente negli ultimi giorni. Può ripetere per favore?>>
<<Sua madre è ancora priva di sensi, secondo il protocollo ...>>
Non posso farlo finire di parlare, non voglio.
<<come sta?>>
<<non sono stati rilevati dei miglioramenti durante questa settimana, quindi ...>>
<<e peggioramenti?>>
<<nemmeno quelli, è per questo che volevo parlare con un famigliare. Da quello che risulta lei è maggiorenne e i suoi sono divorziati quindi spetta a lei la decisione ...>>
<<Ehm, mi sa che i suoi documenti sono errati. Io ho diciassette anni compiuti da poco e i miei genitori sono ancora una coppia sposata>>
Questo dottore può anche essere carino, ma è davvero troppo disorganizzato. Le sue informazioni non sono vere e mia madre non verrà staccata da alcuna macchina. Non finché non sapremo cosa ci sia successo e chi l'ha ridotta in quello stato.
<<va bene, signorina Roves, mi perdoni per il disagio>>. Lo vedo andare via con quella cartellina sotto il braccio ed un sorriso a trentadue denti che rivolge ad un'infermiera del reparto come se non avesse appena parlato di togliere la vita ad una donna.
Mi siedo, rimetto i libri nella borsa e controllo il cellulare: 2 chiamate perse da Maya. Decido di richiamarla mentre scendo le scale dell'ospedale. Non risponde. Oltre a domandarle cosa stesse succedendo avrei voluto chiederle un passaggio, non ho più la voglia di stamattina. Mi faccio comunque coraggio e mi incammino verso la via principale che alle 18.00 è un grande ammasso di macchine quasi immobili.

Arrivo a casa, apro il portoncino e con la coda dell'occhio noto la macchina di papà. È a casa a quest'ora? Normalmente è a lavoro ma meglio così, potrò parlargli di ciò che mi ha riferito il Dr Thuman. Salgo le scale ed apro la porta. Un profumo di biscotti mi riempie le radici. Chiudo la porta e raggiungo papà in cucina ma non è solo: sua sorella, Savannah, sforna una teglia di biscotti mentre parlano senza evidentemente essersi accorta che sono rientrata. Senza farmi problemi entro, posando i libri e la borsa sull'isola della cucina e abbraccio mia zia che non vedevo da ormai due anni.
<<tesoro, mi dispiace tantissimo per la mamma ma non sono potuta venire prima>>
È sempre stata premurosa nei miei confronti ed ha sempre aiutato i miei genitori. L'unica della famiglia di papà a farlo. Tutti gli altri famigliari si allontanarono perché lui aveva sposato "colei che non meritava il nome di questa famiglia". Papà però ha scelto mia madre anziché i soldi e non ha mai usato il suo cognome per ottenere qualcosa.
<<tranquilla Annah, posso prendere qualche biscotto? Sono appena tornata dall'ospedale e devo andare in palestra tra poco>>
<<certo tesoro, pensa che ...>>
La suoneria del mio iPhone la interrompe. Maya, finalmente! Prendo il piattino con qualche biscottino dalle mani di mia zia e, scusandomi, vado in camera chiudendo la porta alle mie spalle con il piede.
<<Allora? Che succede?>>
<<Ciao, Kay! Nulla di importante ma ho la gomma a terra e non posso venire oggi in palestra>>
<<nessun problema, May, è arrivata Annah, passiamo a prenderti prima delle sette>>
<<ehm.. no, dai, tranquilla, ho promesso a mamma che le avrei dato una mano in garage approfittando dell'occasione. Parlo del diavolo e spuntano le corna! Mi sta chiamano e devo andare. Un bacio, a domani!>>
Ma le sembro davvero così stupida? Non sa dire le bugie, soprattutto se deve raccontarle a me. Domani mattina chiederle la verità sarà la prima cosa che farò.
Poso il piattino ancora pieno sua cassettiera e mi siedo un attimo sulla poltroncina nell'angolo della mia stanza. Ripenso alla mia vita. Vuota, inutile, monotona e stranamente triste vita.
Devo prepararmi.

Davanti alla palestra mi fermo un attimo per inviare un messaggio a Maya: "stasera dovrò ripulire la sala da sola per conto tuo. Dovrò allenarmi da sola. Dovrò sopportare i gesti sdolcinati ed estremamente falsi di Avalon e Jackson DA SOLA. Mi devi un favore moooolto grande!" Invio ed entro.

Don't let me down mi da la carica necessaria per sopravvivere alle ultime serie di esercizi. Nate, il nostro personal trainer, ci ha dato dentro oggi approfittando dell'assenza delle continue lamentele di Maya ed ora mi fanno malissimo le gambe. Non oso immaginare domani mattina..
Un'improvvisa oscurità mi fa aprire gli occhi di scatto. Jackson è in piedi davanti al mio corpo appoggiato con la schiena a terra. Tolgo le cuffie tre dalle orecchie
<<ciao>> dice semplicemente in tono un po' allegro,
<<ciao>> ripeto io, cercando di fare lo stesso ma evidentemente non ci sono riuscita. In tono più serio continua
<<ci vediamo stasera?>>
Ma che problemi ha? Si rimette con la ragazza da un paio di giorni e poi corre in giro a chiederla alle altre
<<hai la ragazza>> rispondo semplicemente. Sono troppo stanca per fare scenate a persone che nemmeno conosco.
<<ci sarà anche lei>> ride divertito, ma io non capisco..
<<c'è una piccola festa oggi che inaugura un anno dall'apertura della palestra>> continuo a non capire.. io cosa c'entro? Perché gli interessa se verrò?
<<non credo verrò, devo pulire la sala e si farà tardi, dovrò tornare a casa>>
<<è per questo che te l'ho chiesto. Mio fratello mi ha chiesto di riferirti che, se saresti venuta con la tua amica, non c'era il bisogno che restassi a mettere in ordine perché non ce l'avresti fatta con i tempi>> dice, mentre si gira dirigendosi verso i pesi. Non sapevo fosse il fratello di Cade, responsabile della palestra.
<<allora?>> mi sollecita Jackson, ma io non so che rispondere
<<in realtà sono da sola, la mia amica oggi non è venuta e non conosco nessuno, quindi credo che per questa volta passo>>
<<come vuoi. Comunque piacere, Jackson>>
<<Kaylee>>
<<beh, ora conosci già qualcuno>> ribatte ammiccando mentre prende la sua borraccia, beve qualche sorso e allunga il braccio. Mi giro e Avalon si avvicina a noi, lo saluta con un bacio a stampo
<<e lei è Avalon>> lei mi tende la mano, gliela stringo ripetendo il mio nome e mi meraviglio del suo sorriso così tenero e sincero.
<<ora conosci due persone>> si corregge Jackson, prendendo il suo asciugamano e la felpa della tuta.
<<Verrai alla festa?>> mi chiede Avalon
<<beh, in realtà ne stavamo parl...>>
<<è ancora indecisa. Non conosce nessuno e la sua amica non è venuta>> mi interrompe Jackson
<<hai appena conosciuto noi! Dai, per favore, vieni! Non conosco altre ragazze oltre a te e lui di sicuro stata con i suoi amici!>> mi supplica, sottolineando con la voce l'ultima parte e guardando in malo modo Jackson che fa finta di non aver sentito e si dirige ai camerini maschili.
<<se la metti così..>> iniziò seriamente a pensare che magari questa festa non possa fare altro che farmi staccare un attimo la spina da questo mondo pieno di preoccupazioni <<ma non ho nulla da mettere>> ricordo. Ho solo una tuta di ricambio per arrivare a casa e cambiarmi come al solito in pigiama.
<<tranquilla, abito poco distante da qui. Credo di avere qualcosa da prestarti nel caso ti decida di venire..>>.
Alla fine accetto. Accendo la doccia, preparo gli asciugamani e invio un messaggio a zia perché non si preoccupino.

<<Tu stai scherzando!>> mi guardo allo specchio: il vestitino è davvero carino, mi piace. Una specie di tubino nero semplice, non troppo aderente, con le maniche lunghe e che si allargano man mani che arrivano ai polsi. Le scarpe però, gli stivaletti neri con un tacco a spillo e senza plateau, sono altissime.
<<Dai, provale! Le ho prese apposta. Sono sexy e sembrano scomode, ma sono tutt'altro!>> le provo solo per farla contenta, ma quando mi alzo in piedi noto che ha ragione. Gli stivaletti mi tengono ferma la caviglia e mi aiutano a stare in equilibrio senza cadere. Provo a camminare. Non sono bravissima a tra poco ci farò l'abitudine.
<<non so come ringraziarti, Avalon>>
<<lo stai facendo venendo alla festa!>> sembra davvero diversa da come l'avevo immaginata, ma non ho tanto tempo per pensarci perché mi fa mettere tutto velocemente in ordine.
Andiamo ad una festa, Kaylee.

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⏰ Last updated: Dec 28, 2016 ⏰

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