Mi sistemo davanti allo specchio per controllare che sia tutto a posto. Indosso una semplice t-shirt blu, leggings verdi fluo e All Star fucsia. I capelli verdi con le punte rosse sono perfettamente lisci e, stranamente, non sono stretti in una coda. La linea di eyeliner viola, che ho tracciato pochi minuti fa, è ancora intatta, e fa risaltare i miei occhi verdi-azzurri. Prendo il mio trolley fucsia zebrato ed esco finalmente dalla mia stanza, dopo numerosi incitamenti da parte dei miei genitori. Come al solito sono in ritardo.
La Ford Fiesta blu di mio padre mi sta aspettando alla fine del vialetto, con il motore acceso. Leanne, la mia sorella minore, mi accompagna fino alla porta.
«Torni presto, vero Sid?» mi chiede, con un'espressione triste.
«Ma certo» le dico, sorridendo «tu, mi raccomando, fai la brava» aggiungo subito dopo, abbassandomi per abbracciarla. Mia sorella ha cinque anni, ed è esattamente il mio opposto, non solo fisicamente, in quanto ha una massa di ricci biondi ed occhi color nocciola, ma anche caratterialmente, dato che io sono sempre stata una sorta di ribelle, mentre lei è ubbidiente e tranquilla.
Trascino il trolley fino alla macchina, lo sistemo nel bagagliaio e salgo sul sedile posteriore. La saluto con la mano, mentre l'auto parte e la osservo sbracciarsi per salutarmi, sotto lo sguardo vigile della signora Wilson, la sua babysitter.
Dopo circa un'ora e mezza raggiungiamo la nostra meta, un enorme complesso di edifici, con un grande parco tutto intorno ed una fontana poco lontana dall'ingresso.
«Non ci credo ancora! Mia figlia va già al college» dice mia mamma, scendendo dall'auto, mentre papà sta scaricando i bagagli.
«Ci vediamo ad Ottobre» li saluto, cercando di sviare la scena strappalacrime che mia madre sicuramente ha in mente. Infatti, dopo un ultimo abbraccio ai due mi avvio, percorrendo il lungo vialetto, senza guardarmi indietro.
Quando dovevo scegliere il college, la mia scelta è ricaduta su Cambridge, dove ce n'erano moltissimi. L'edificio centrale è la scuola, mentre, poco distante, c'è un edificio meno imponente del primo, dove si trovano i dormitori, come ci hanno illustrato all'open day.
Arrivo davanti all'ingresso della scuola e varco la soglia. Il rumore delle ruote del trolley sulle mattonelle è alquanto fastidioso. La segreteria si trova proprio di fronte alla porta d'ingresso, probabilmente messa lì strategicamente, per far sì che la gente come me, con un terribile senso dell'orientamento, la trovi subito. Mi avvicino alla donna seduta dietro alla scrivania e mi schiarisco la voce, per farmi notare.
«Salve, sono appena arrivata...» dico, venendo però interrotta dalla donna, prima di riuscire a terminare la frase.
«Il suo nome?» mi chiede subito.
«Sidney Andrews» rispondo, notando che mi sta squadrando da testa a piedi. Fa cenno ad una ragazza di avvicinarsi, che probabilmente mi stava aspettando. La fisso per qualche istante: ha i capelli castani e grandi occhi verdi, indossa un vestito color panna che le arrivava sopra al ginocchio e delle ballerine di pelle nere.
«Piacere, sono Gemma Styles» dice, dopo un attimo di silenzio, in cui sento il suo sguardo vagare dai miei capelli al mio abbigliamento. «Tu devi essere Sidney» ipotizza poi, non riuscendo a nascondere particolarmente bene il suo disgusto per il mio stile. Non sono neanche certa voglia nasconderlo, onestamente.
«Chiamami Sid» dico, cercando di convincere le mie labbra a piegarsi in un sorriso, che però probabilmente risulta tutt'altro che naturale. Lei annuisce, non troppo convinta, prima di aprir bocca nuovamente.
«Sono la tua compagna di stanza.» annuncia, facendomi cenno di seguirla, e cosi faccio. Iniziamo molto male. Non sembra per nulla entusiasta di avermi come compagna, ma neppure io lo sono... già a primo impatto si nota che siamo troppo diverse per andare d'accordo, e sono certa verranno fuori non pochi problemi nel convivere. Usciamo dall'edificio scolastico e ci avviammo verso gli alloggi. Lei è silenziosa, non dice nulla finché non arrivammo nel dormitorio femminile.
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Boom Baby! (Sospesa)
Fanfiction«Scommettiamo?» chiedo, porgendogli la mano. «Se ti spiegassi meglio potrei decidere se accettare o no» ribatte lui, evidentemente intrigato dalla faccenda. «Se nel prossimo mese riuscirò a mettere citazioni dei film Disney, ogni giorno, normalme...