1 - Robin Hood

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Cammino per il corridoio, riuscendo dopo qualche tentativo ad arrivare all'ingresso, per poter uscire, ma vengo fermata da una voce alle mie spalle.

«Hey, verdolina, come va?» Mh? Ce l'ha con me? Mi volto, trovandomi il ragazzo con i capelli castani che mi ha gettata nella fontana quel pomeriggio.

«Se sei venuto per la rivincita, non ora, sto uscendo» gli rispondo, sorridendogli. Non è proprio niente male, devo ammetterlo.

«Rivincita? Guarda che ho vinto io! Comunque sono qui perché non ti sei degnata neppure di una presentazione» mi risponde, facendo un passo nella mia direzione, con un tono divertito. «Io sono Liam James Payne» aggiunge subito dopo, porgendomi la mano.

«Sid, piacere» replico, stringendogli la mano.

«Come il bradipo dell'Era Glaciale?» mi domanda, con un sorrisetto.

«Ma cosa vi fumate tutti in questa scuola? Sei il secondo che me lo chiede nel giro di dieci minuti!» esclamo, allibita. Dio, i ragazzi del college non dovevano essere intelligenti? Mi sento presa in giro da tutti quelli che mi hanno assicurato che il genere maschile sarebbe stato totalmente diverso da quello a cui ero abituata a scuola.

«Perdono» dice, alzando entrambe le mani in aria, come accade nei film quando ad un personaggio viene puntata una pistola addosso. Il gesto mi fa sorridere automaticamente.

«Dimmi un po'... conosci Cambridge?» chiedo, nella speranza che magari mi possa accompagnare, evitandomi così di chiedere indicazioni a tutti i passanti. Lui annuisce.

«Dimmi dove vuoi andare, che ti accompagno» si offre volontario immediatamente.

«A mangiare qualcosa, sto morendo di fame» affermo aprendo la porta, seguita da lui.

«Sei al primo anno, vero?» chiede, mentre ci avviavamo verso il centro. Io annuisco.

«Sì, ma sono più piccola». Lui mi guarda con sguardo interrogativo.

«Quanti anni hai?»

«Sedici, a settembre faccio i diciassette... ho iniziato la scuola un anno prima» gli spiego, mentre lui mi fa cenno di aver capito.

«Tu, invece?» gli chiedo a mia volta.

«Diciannove, sono al secondo anno» risponde tranquillamente. Chiacchieriamo un po', mentre continuiamo il nostro tragitto, e come risultato ho scoperto lui stia studiando storia e sociologia, che sia di Wolverhampton e qualche altra informazione sulla sua famiglia. Arriviamo in una delle vie principali di Cambridge, dove si trovano fast-food di ogni tipo. L'idea di mangiare schifezze non mi entusiasma più di tanto, ma data la fame, opto per il primo locale che troviamo. Una volta aperta la grande porta di vetro, ci avviammo subito verso il bancone, ordiniamo e paghiamo; il locale è praticamente deserto, soprattutto perché c'è un'enorme McDonald's di fianco.

Dieci minuti dopo siamo seduti ad un tavolo a mangiare: io un'insalata, mentre lui un panino. «Vegetariana?» mi chiede, notando la mia espressione disgustata.

«Ma come sei perspicace» lo prendo in giro. «Però sono vegana» lo correggo, addentando subito dopo un anello di cipolla impanato.

«Che schifo» esclama, guardando il piatto con le cipolle. Scuoto la testa, divertita dai nostri gusti così diversi.

«Sono buonissimi... e visto che oggi non ho in programma di baciare nessuno, posso mangiarne quanti voglio» dico soddisfatta, addentandone un altro.

«Peccato» ribatte lui, divertito, finendo il suo panino.

«Idiota» commento, scuotendo di nuovo la testa. Una volta finito di mangiare, uscimmo dal fast-food, ed iniziamo a camminare senza una meta precisa. Sono solo le sette e trenta, e le porte del college rimangono aperte fino alle undici, quindi abbiamo un sacco di tempo per rientrare. Girovaghiamo per un po', tra le vie affollate del centro, fino ad arrivare in periferia, dove le strade si fanno man mano più vuote.

Boom Baby! (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora