Leo e Cris || Un mese d'amore.

Amore e dolore.

Presi la macchina e decisi di farle una sorpresa, a casa c'era Carola che badava al bambino potevamo stare tranquilli per un giorno. Arrivai all'università e accostai un angolo prima in modo che non mi vedesse. La vidi uscire dal cancello, accanto a lei c'era un ragazzo che mi sembrava vi aver già visto da qualche parte, si avvicinarono e la distanza tra noi ormai non era tanta, io vedevo loro ma loro non vedevano me. Mi concentrai su quel ragazzo... "DANNAZIONE ECCO CHI ERA" dissi tra me e me... Lui era Lorenzo, sì proprio lui, quello che gli sbavava dietro al liceo. Ma non avevo modo di agitarmi, loro si salutarono e così mi feci avanti.

"Cris!!!" urlai.

Un sorriso radioso le illuminò il volto e dopo istante di incertezza spalancò le braccia per abbracciarmi.

"Oh, mio Dio!" diceva mentre mi stringeva.

Per il resto della giornata, baci, abbracci, carezze e facemmo l'amore. Sì amore, perchè con lei era tutto amore, troppo amore.

Dopo quella giornata Cris sembrava felice, radiosa. Pensavo fosse per noi, invece dopo poco scoprii la verità.

Cris si era iscritta ad un corso di danza e ci andava due volte a settimana. Un giorno ero da quelle parti, così decisi di aspettarla all'uscita. Era lontano da casa e il suo motorino era dal meccanico, così aspettai mezz'ora e finalmente la vidi. Ma c'era qualcosa di strano nell'aria. Faceva freddo e lei uscì avvinghiata ad un uomo, il sangue cominciò a ribollirmi dentro ma dovevo mantenere la calma. Non feci neanche in tempo a chiamarla che lei era già in macchina con quell'uomo. Decisi di seguirli, forse non era la cosa giusta da fare, forse avrei visto cose che non avrei dovuto vedere ma non importa, andai. Si fermarono in un bar, dai finestroni potevo vedere quello che succedeva all'interno, ordinarono da bere, forse un thè o una cioccolata dato che le tazze portate dalla cameriera erano belle fumanti. Rimasi a guardarli per quindici minuti, continuarono a parlare ininterrottamente fin quando lui non prese le sue mani e le avvicinò alla sua bocca per riscaldarle. Sentivo dolore, il sordo dolore della gelosia, la gelosia ti trafigge le viscere, ti fa essere quello che non sei. Ma decisi di aspettare, aspettare e rimanere calmo. Finalmente uscirono da quel bar. Cris sorrideva, sorrideva con il sorriso che faceva a me ogni giorno e guardava lui con una luce strana negli occhi. Entrarono in macchina, decisi di seguirli ancora, già che ci siamo perché non farmi ancora più male dissi. L'auto si fermò a due isolati da casa nostra, scesero entrambi, lei si avvicinò a lui, gli mise le braccia intorno al collo e si baciarono, sulle labbra, con una passione che rasentava l'estasi, l'uomo si tolse il cappuccio e finalmente vidi il suo volto, Lorenzo. Ero arrabbiato, confuso. Aspettò che Cris entrò in casa, la salutò con la mano ed andò via. Decisi di andar via anch'io. Andai in un bar e cominciai a bere, dopo qualche ora ero già ubriaco ma nonostante ciò mi misi alla guida, era notte fonda ed ero solo con la strada deserta. Arrivai a casa sano e salvo, ero reduce dai postumi di una pessima sbornia. Cris mi aspettava per la colazione, mi vide entrare ed era arrabbiata;

"è questa l'ora di tornare? dove sei stato?" urlò.

"ah perché davvero vuoi farmi credere che ti importi qualcosa? non mi sembrava stessi pensando a me ieri sera mentre scambiavi effusioni con quel verme a due isolati da casa"

Era pietrificata, incapace della minima reazione.

Non sapendo cosa dire cominciò a darmi colpe che non avevo, a dirmi che non ero un bravo marito, che avevano ragione i suoi genitori sul mio conto. Mi bastarono quelle parole.

"Mi stai lasciando?" dissi con la voce rotta tra le lacrime.

Lei abbassò lo sguardo e questo bastò per farmi capire la sua risposta, diedi un bacio a Davide e andai via sbattendo la porta alle mie spalle.

I giorni successivi erano strani, molto strani, sentivo qualcosa di diverso, qualcosa che non provavo da tempo, ma non poteva essere, non di nuovo...