3. Twelve questions

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Varco la soia di legno della mia casa, ancora invasa dai dubbi, che quella testa vuota mi ha infilato dentro.
Avete mai visto Percy Jackson?
Sapete quando Annabel ha quella specie di barattolo, con dentro i quattro venti?
Quando la situazione degenera perché lo apre? Ecco, nella mia testa ora vi è quella situazione.
Se non lo avete mai visto, è un casino. E vi basta questo.

In realtà ancora non ho capito perché mi è venuto a prendere, ma lascio stare e scendo le scale per il seminterrato, entro nella stanza dei giochi di mio fratello e gli lascio un bacio sulla testa. Oggi è sabato, e l'asilo è chiuso.
Per fortuna, una badante è venuta a pulire mentre Shawn veniva da me, e non è rimasto solo.

- Ehy, ti sei divertito oggi con Shawn?- gli dico baciandogli la testa.
Forse non sembra, ma lui è l'unica cosa importante per me in questa famiglia.
In pratica non ho una madre, visto che è sempre fuori. Mio padre, parte per mesi e mesi, torna un giorno, e ricomincia a lavorare, anche se la gente fa tutto per lui, deve solo firmare e annuire; ma per lui rimarrà sempre 'un lavoro duro e faticoso'.
Grazie a loro abbiamo i soldi che abbiamo, ma non una famiglia.
Lui, è la mia unica famiglia, così come Luke e Dove.

-si molto! Abbiamo giocato con i dinosauri e poi, io gli ho detto che se tu e lui vi sposate io sono felice perché lui mi piace. E lui ha detto che sei bellissima come una principessa, e io ho detto che lui è il tuo principe! Poi quando vi sposerete io sarò un cavaliere!!- * spalanco la bocca, sono piuttosto sconvolta.
*I tempi del dialogo sono sbagliati di proposito perché questo bimbo fa l'asilo c:

Gli sorrido e lui torna a giocare con i supereroi. Ehm okay. Sempre più strano il ragazzo.

-Così saresti il mio principe?-
Shawn arrossisce visibilmente mentre entro nella cucina che sta apparecchiando, pronunciando questa parole. Come è dolce.
Ehy, hai un ragazzo che ami, non scordartelo. Giusto, ho un ragazzo. Io ho un ragazzo.
Sorride, ha un sorriso davvero bello.
Mi prendo un secondo per osservarlo, perché non l'ho mai fatto, nella lunga durata di questi due giorni. Forse è normale che non l'abbia fatto. Credo, o meglio, lo farebbe una stalker, cosa che non sono.. giusto?
Hai un ragazzo. Continua a ricordarmelo, grazie.

La sua carnagione è molto chiara, come la mia. Sembra avere una pelle morbida e liscia, non c'è nessun accenno di barba. Probabilmente se la fa ogni mattina, visto che ieri è comparsa una lattina di schiuma nel suo bagno. Si già sono andata a curiosare in camera sua mentre era con Caleb, e lui non si è accorto di niente. Sono un genio, ovvio.

Continuando, i suoi occhi sono nocciola, e sembrano costantemente divertiti mente parla con me, ma quasi mai in modo strafottente. Si sono incupiti, ora che ci penso, solo mentre parlavamo di Luke. Il tuo ragazzo. Se se..
Ha delle sopracciglia folte e dello stesso marrone scuro dei suoi capelli, il suo naso è piccolo e carino, sembra quello di un bambino.

-lo ho detto solo per farlo felice..-
Risponde in imbarazzo.
Faccio un mugolio che esprime un assenso non molto convinto, e mi siedo sul tavolo.
-scommetto che a cucinare fai davvero schifo.-
-e io che tu fai davvero schifo nelle intuizioni, io cucino benissimo.-
-se se, e sentiamo che stai preparando allora?- domando, curiosa di cosa le mie povere papille dovranno assaggiare.

-dei fantastici spaghetti!- esclama fierissimo del suo piatto.
Mi avvicino furtivamente per osservare.
-shawn?-
-si?- risponde.
-gli spaghetti non sono ancora dentro?-
-uhm.. no..-
-e l'acqua non bolle?-
-uhm..nah..-
-Shawn?-
-che c'è?!- si infastidisce.
-il fornello non è acceso!- urlo aprendo le braccia verso l'alto.
Sul suo viso compare un'espressione scandalizzata, e io sono costretta al trattenermi, non so se dal ridere o dal prenderlo a pugni.
-oh, ehm.. lo sapevo benissimo.- cerca di mascherare il suo imbarazzo.
-Shawn?- dico per l'ultima volta.
-oh andiamo Lydia, basta a dire 'Shawn?' E dimmi che ho sbagliato porca puttana!- si esaspera inizando a sclerare, scimmiottandomi nella pronuncia del suo nome.
-perché quando sono arrivata stavi mescolando l'acqua?!- sclero a mia volta. Trattenendo un'altra risata.
Spalanca gli occhi, scoperto anche dall'ultimo briciolo di dignità culinaria che gli era rimasta, e si volta verso la pentola. Torna a guardare verso di me e sembra decidere, se parlarmi o meno.

-ehm.. senti è che l'unica cosa che non so cucinare.. credo, è la pasta! Ma ci volevo provare.. mi aiuti?- domanda con lo sguardo di un cagnolino bastonato.
Annuisco, e prendo il 'comando' della situazione.
Prima di tutto accendo il fornello, e metto sulla pentola un coperchio. Poi mi volto verso di lui, che ha uno sguardo di chi, sta cercando di memorizzare tutti i 'complicatissimi' passaggi, manco fossi Gordon Ramsey oh.

-Shawn se stai pensando che la pasta sia la cosa più difficile di tutto il mondo culinario, sei proprio fuori strada!- esclamo.
-ma perché mia madre ti ha assunto?- domando.
-insomma, hai pochi più anni di me, non sei una di quelle vecchiette isteriche che ti inseguono con una scopa appena assaggi qualcosa prima del previsto..-
Seguo i suoi movimenti prendere una patatina da un piatto, preparate precedentemente magari, e portarsela alla bocca.
Mi spunta un sorrisino sul volto.

Circa 48 secondi dopo.

-Shawn Peter Raul Mendes!- urlo correndo con il fiato corto.
-torna subito qua!- strillo ancora.

-solo se poggi quella fottuta scopa e la smetti di rincorrermi! Ti giuro che la smetto ma ferma, ferma.- continua mettendo le mani davanti, come a fermarmi.
Ridendo poso la scopa e mi dirigo nuovamente in cucina.
-come sai mio nome intero?-
-lunga storia..-

Shawn mi segue ridacchiando, e io controllo l'acqua, ancora ad un punto morto.
-ho un'idea!- strillo girandomi.
-spara.-
-boom.-
Mi guarda impassibile. Okay forse era un po' pessima, ma io sorrido innocentemente, e il suo volto inizia a scuotersi in segno negativo, ma divertito.

-scusa, il gioco delle venti domande!- urlo eccitata all'idea.
Ho letto milioni di storie su un sito di nome wattpad, a proposito dell'argomento, e alla fine si sanno sempre tante cose quindi..
Annuisce sbuffando, vedendo la mia faccia.

-Allora, prima domanda. Sei fidanzato?-
-no.- taglia corto - seconda domanda, la prima cosa che hai pensato di me?-
-che non eri una vecchietta isterica che ti rincorre con la scopa.-
-certo quella sei tu.-
-mi stai dando della vecchia?- domando teatralmente.
-assolutamente no, su continua.-
-terza domanda, come conosci mia madre?-
-sono figlio di una sua vecchia amica d'infanzia ritrovata, mi serviva un lavoro, mia madre mi ha detto che cercava un babysitter. Così sono venuto qua una mattina, mentre eravate a scuola, le ho prorosto l'accordo, e lei ha esultato felice. Contenta?- annuisco.
-quarta domanda, dove hai imparato a cucinare?-
-da una delle vecchiette isteriche, mi ha costretta.- so già che non è questa la domanda che non vede l'ora di farmi.
-quinta domanda, hai una sorella?-
Si irrigidisce e annuisce.
-sesta domanda, tieni a tuo fratello?-
- è la mia famiglia. Settima domanda, come si chiama tua sorella?- alla prima risposta, assume un'espressione dura, sembra non crederci.
-Kourtney.- e il mondo mi cade in testa. Lo sapevo.
-ottava domanda, perché Luke?-
Quella domanda mi spiazza, peggio della risposta della precedente.
-Mi è sempre stato vicino, ti basta? Preferirei evitare i dettagli.- dico con sguardo serio, cercando di nascondere la tristezza.

Lucas era stato sempre la mia cotta colossale, e il mio miglior amico.
Poi era iniziato il liceo, e mi hanno iniziato a considerare, sfigata. Ma la mia storia è troppo lunga, e ora ho da concentrarmi sul gioco.
-nona domanda, la prima idea che ti sei fatto di me?-
-che fossi una signorina so tutto io, una ragazza viziata, che è sempre abitatuata ad avere tutto dalla vita e dai suoi genitori, a cui non frega assolutamente niente di suo fratello e che si crede superiore a tutti. In poche parole una gran stronza.- risponde semplicemente.
Lasciandomi a bocca aperta.
-e lo pensi ancora?- chiedo.
-zitta, tocca a me. Decima domanda, perché prendi in giro mia sorella?- chiede di getto. Affondata. Questa mi spiazza ancora di più, ma non starò zitta.
-perché è più stronza di te. Undicesima, lo pensi ancora?-
-si.- dice secco.
-dodicesima, quanto sei puttana da uno a venticinque?- fa un sorriso strafottente.
Mi alzo, e vado verso i fornelli.
Butto il sale e la pasta nella fretta più totale e me ne vado.
-fai mangiare Caleb.- dico.
Afferro la borsa dall'attaccapanni e me ne vado.

🥀
1443 parole.
Amatemi.
Giudizi? Vi piace?
fra xx

UNTITLED  // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora