Percy ~ La nuova profezia

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La mattinata era iniziata da "favola"...
All'ispezione delle capanne ci aveva pensato Drew Tanaka, che mi aveva dato due punti giusto per pietà (e per l'assenza di maglietta quando avevo aperto la porta, dovuta alla troppa fretta). Durante la mattinata avevo ben pensato di esercitarmi alla parete delle scalate, con la geniale idea di mollare il mio appiglio pur di evitare una colata di lava, rendendomi conto solo durante la caduta di venti metri (finita con un tragico atterraggio in mezzo ai rovi) della portata della stupidaggine che avevo compiuto.
A pranzo, tanto per non farmi mancare nulla, mi ero rovesciato per sbaglio il piatto addosso e,per finire in bellezza (si sa, sono un perfezionista) a lezione di tiro con l'arco quasi non feci fuori mezzo campo, e Clarisse, con la solita voce rude da scaricatore di porto mi aveva preso in giro dicendo che "Non era mica per quello che si chiamava Campo Mezzosangue".
E certo, dopo una simile giornata, non mi aspettavo nulla di buono da una tempestiva riunione dei capo-capanne del Campo. Se poi si univa la paura che la certezza che Crono si fosse per sempre disintegrato venisse per terribile fato rivelata erronea...
Davanti la porta della sala hobby (col tavolino da ping pong intorno al quale ci riunivamo si solito) mi spettinai i capelli, nervoso.
Appena entrai Chirone si voltò, guardandomi accigliato, probabilmente per le pessime condizioni in cui ero ridotto (evidentemente a lezione di tiro con l'arco era troppo impegnato ad evitare che uccidessi qualcuno per notarlo). Beh, non che fossi ferito o altro, dopo il bagno nello Stige cose simili non potevano accadermi, ma le occhiaie ed il muso lungo credo fossero comunque ben visibili.
Salutai con un cenno e mi diressi verso la mia sedia, prendendo posto in silenzio. Chirone era serio e ciò si ripercuoteva sugli altri, che si agitavano sulle sedie nervosi e preoccupati.
Per chiarirci: avevo deciso di rimanere lì al campo, dopo la guerra, perché nuocere alla carriera del povero Paul sarebbe stato troppo anche per me.
Mi guardai in giro, c'erano tutti (addirittura Rachel) tranne che...
-Annabeth?- domandai, scrutando la sua sedia vuota. Alcuni, irrimediabilmente, ridacchiarono.
-Annabeth era presente al momento dei fatti, quindi, mentre io spiegherò il tutto a voi, ha deciso di fare qualche ricerca tra i libri che possiede.-  rispose il centauro, non molto contento di essere forzato nella sua sedia a rotelle magica. Il modo in cui disse "i fatti" mi inquietò non poco.
-E cosa ci dovrebbe spiegare?-chiesi, tutti parvero concordare con me, iniziando a borbottare ed a formulare domande su domande ed accavallandosi gli uni sugli altri.
Chirone sospirò, probabilmente tentando di trovare il corretto approccio per darci quella nuova e preoccupante notizia.
-Abbiamo un'impresa...ed una profezia...-disse, solenne.
Tutti si guardarono sorpresi, io invece raggelai.
-Una profezia?- ripetei, facendo per alzarmi dalla sedia.
-Si Percy.-confermò il vecchio centauro, ed alla sua voce Clarisse mi tirò giù a sedere per una spalla, guardandomi storto.
-Che genere di profezia?- chiesi. Il centauro non rispose, nella stanza era calato il silenzio più assoluto.
-Io ho impiegato cinque anni per una stupida profezia e ora ce n'è un'altra?- non riuscivo a crederci.
-Percy...-
-Ma mi prendete in giro?-quasi gridai, ero stufo di profezie, oracoli ed eroi "destinati a salvare o distruggere l'Olimpo". E Chirone lo sapeva, tutti lo sapevano, non c'era verità più universalmente riconosciuta di quella.
-Ehi pivello, calmati, non è detto che riguardi te.- mi disse Clarisse.
-Volevo ragionarci con voi,se non vi dispiace.-disse Chirone, tutti i miei compagni annuirono, impazienti.
-Rachel, puoi?- chiese Chirone alla ragazza dai capelli rubicondi, lei annuí e prese fiato.
-Il figlio del tridente
Ad un nuovo regno giungerà
Lì incantesimi e magia
Null'altro ci sarà
Civetta e di Ares la rampolla
L'accompagnerá
Troveranno colui
Che la saetta porterà
Per distruggere un nemico
Ed una nuova alleanza si sancirà-
-Non é detto che riguardi te.- scimmiottai Clarisse, e lei in tutta risposta mi tiró un pugno sul braccio.
-Non mi hai fatto niente.- dissi...ma scherziamo?! Faceva un male... Stavo iniziando a sospettare che se non avessi fatto quel benedetto bagno a quest'ora mi sarebbero mancati gli arti e gran parte degli organi interni.
-Comunque credo che la civetta sia Annabeth.-disse Connor Stoll, gingillando con una sorta di trappola in miniatura.
-Ah ah, chi altri sennó?- fece eco suo fratello Travis, che stava a sua volta armeggiando dei piccoli oggetti.
Alla fine di quella riunione senza dubbio ognuno di noi avrebbe controllato la propria cabina con molta cura.
-E di Ares la rampolla sarà Clarisse senza dubbio...-
-E dove è questo regno?- tutti si trovarono d'accordo su quel punto, borbottando teorie e scaturendo nuove domande
-É questo il problema che vorrei risolvere...- ammise Chirone.
-Io lo so.- una voce ci raggiunse da un angolino ombroso, tutti ci voltammo di scatto e dal buio venne fuori Nico.
-Oh bene, e potresti degnarci della risposta?- sbuffó Drew pichiettandosi il rossetto rosa mentre si guardava in uno specchio tascabile -Ho molto da fare, io- sottolineò il pronome come se stesse implicitamente dandoci dei fannulloni.
-Si, certo. I trucchi non si mettono da soli.- ribatté acida Clarisse,infastidita. Chiunque rimpiangeva Silena Beauregard, specialmente lei. Drew era probabilmente uno dei personaggi meno apprezzati, al Campo.
-Nico, ehm...beh, se vuoi...- Chirone indicò una sedia libera al tavolo da Ping-pong dove ci radunavamo in genere per fare le riunioni.
Nico scosse la testa e rimase in piedi, appoggiato al muro.
-Inghilterra.- disse, io inarcai un sopracciglio, Chirone si irrigidì un istante, poi si rilassò, ma sembrava davvero inquieto.
-In effetti...io devo andare in Inghilterra...- dissi, sporgendomi appena dalla sedia.
Tutti mi guardarono perplessi.
-Ieri ho chiamato mia madre e pare che tra un po' vorrebbe andare a trovare una sua amica...una certa Petunia Dursley...- tossicchiai, in imbarazzo.
-Perché non me l'hai detto?- chiese Chirone.
-Volevo,ma oggi non è stata la migliore delle giornate e mi sono dimenticato...- mi giustificai.
Chirone annuì, osservandomi con attenzione, da quando avevamo vinto la guerra ero come una celebrità al campo, ma ciò non toglieva che avessi molte brutte giornate negli ultimi tempi.
-Percy, puoi chiamare tua madre?- mi chiese Chirone. -Se Nico parla di Inghilterra mi fido, perciò provate a cercare da lì, piuttosto... vorrei capire però come mai lo credi, Nico.-
-Strani avvenimenti.- spiegó il ragazzo -Ogni primo settembre dei ragazzi con dei carrelli pieni zeppi di roba strana che tengono in tasca dei bastoncini si riuniscono tra il binario nove e dieci di King's Cross e vanno addosso alla colonna tra i due binari con tutta la roba e la attraversano...e poi parlano di una specie di scuola di magia...qualcosa tipo Hogwarts...ed i mortali nemmeno li notano, eppure sono abbastanza certo che non siano semidei, quella non è opera della foschia...- appena finí tutti lo fissammo, più confusi che mai, scuola di magia?
Non ebbi il tempo di dire altro che Chirone posó una ciotola piena d'acqua sul tavolo da ping-pong e me la indicó -Puoi?- chiese, io annuii.
Aprii il palmo della mano verso la ciotola e la mossi, l'acqua ne seguì il corso. Feci si che il liquido prendesse la forma di una patina circolare e la mantenni contro luce.
Chirone lanció una dracma nell'arcobaleno che si era andato a creare contro la luce e invocò con l'usuale formula.
-Oh Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la nostra offerta.-
-Sally Jackson, negozio delle dolcezze d'America, New York.- dissi io.
Nella nuvoletta apparve l'immagine della pasticceria e mia madre seduta al bancone che scribacchiava sul quaderno del suo seminario di scrittura, aveva chiuso da poco il negozio e forse stava aspettando che Paul l'andasse a prendere.
-Mamma!-chiamai, lei si girò verso di noi inizialmente sorpresa, e sorrise.
-Percy! Caro, come stai?- chiese, poi scorse Chirone ed il suo volto si rabbuió, mi guardó negli occhi.
-Dove vai stavolta?- chiese.
-Abbiamo bisogno del tuo aiuto, stavolta.- dissi, e la sua espressione da preoccupata divenne stranita.
-Un passaggio?- chiese.
-No, signora Jackson, tutt'altro.-intervenne Chirone -Abbiamo bisogno che lei anticipi la vacanza in Inghilterra.- disse.
-Ditemi tutto.-fece mia madre, girando la sedia e sistemandosi per vederci meglio.
-É una storia curiosa.- le disse Chirone.

Percy Jackson e le avventure ad Hogwarts (versione Revisionata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora