1

115 16 8
                                    

"preferisco vivere nel silenzio,piuttosto che nel caotico disastro che è il mio passato"

Mi sveglio agitata, con il respiro irregolare. Tutto il corpo madido di sudore. Ogni parte del mio corpo è sudata. Le urla, i colpi,gli schiaffi, i pugni. Tutto si ripercorre nella mia mente. E io lì incapace di muovermi e di compiere qualsiasi azione.

Non so che fare. Lo vedo ovunque. Lo sogno sempre. Ogni volta che tento di prendere sonno lo vedo. I suoi occhi color nocciola diventano sempre più scuri, sembrano posseduti da qualche spirito. Non poteva essere lui a compiere quelle azioni. Non era lui che ha sorriso in quel modo malevolo appena lei ha osato dirgli la verità. Non può essere stato lui ad averla uccisa. Lui non avrebbe mai osato picchiarla in quel modo fino a ridurla in fin di vita.

Ma purtroppo è stato lui e il passato non si può cambiare.

Questa è la mia vita. Incasinata. Complicata. Senza passato. Tutto mi è stato tolto quando la persona che ritenevo la più importante ha tradito la mia fiducia. Io ero lì quando quel giorno ho perso due persone importanti e purtroppo non ho potuto fare niente per salvarle.

L'unica cosa che sono stata in grado di fare è stato FUGGIRE.
Nella mia mente l'unica cosa che aleggiava era "salvati la pelle finché sei in tempo".
Non ci ho pensato due volte.
Ho aperto la finestra e attraverso la scala antincendio sono scesa giù nel cortile durante la notte e ho iniziato a correre. Ho corso per un tempo che a me è sembrato interminabile. Ho corso fino a rimanere senza fiato. Ho corso fino a che non ho incontrato il mio angelo. La persona che mi ha salvato la vita. La persona con la quale ho deciso di fuggire per iniziare una nuova vita per poter dimenticare ciò che avevo subito.

Mi alzo svogliatamente dal letto, entro nel bagno, mi spoglio e mi infilo nella doccia. Ormai è di routine.
Mi sveglio tutta sudata, ripercorro gli eventi in maniera confusa e agitata e infine mi alzo lentamente per farmi una doccia.
Nonostante mi stia sfregando con forza non riesco a diminuire il dolore che sento dentro ogni giorno. Il dolore di aver perso le persone più importanti per me. Quelle che avrebbero dovuto insegnarmi tutto. A crescere a essere indipendente. Invece tutto mi è stato tolto.
Non riesco a capire cosa lei gli possa aver fatto di male se non di dirgli la verità. Fargli capire i suoi errori. Forse lui aspettava da tanto quel momento ma lei non se ne era mai accorta. Lo vedeva come il suo gigante buono. Colui che l'avrebbe difesa in qualsiasi momento. Invece è stato proprio lui a toglierle la vita.

Dopo interminabili minuti passati a ripercorrere la mia noiosa e monotona vita decido di uscire dal box per avvolgermi in un asciugamano e preparami ad una nuova e noiosissima giornata di scuola.
Scendo le scale con un finto sorriso, quello che ormai mostro ogni mattina ad Alex per farle capire che in parte sto migliorando.
Lei è fiera perché da quel giorno secondo lei mi è stata donata nuovamente la vita. Mi sono state ridate le ali per volare. Invece no. È tutto il contrario. Lei crede che io quando non sto a casa sia in giro a divertirmi con gli amici. Invece sto all'interno di una biblioteca a leggere libri, immaginando di essere una di quelle belle signore che vivono quelle belle vite con i loro fidanzati. Ogni giorno in quella biblioteca vedo due persone che ormai sento parte di me. E difficilmente riesco ad alzarmi da quei divanetti per intraprendere la strada di casa.
"Hei, Ally, ci sei?!" Alex mi sventola una mano in faccia, risvegliandomi dalla fase di tranche
"Sì sì, scusa, mi ero incantata. Che cosa sono questi? Pancake?!"
"Si ne gradisci uno?"
"Grazie" dissi sfoderando uno dei miei sorrisi più falsi. Sia chiaro. Io voglio molto bene ad Alex. È stata la persona che si è presa cura di me in tutti questi anni. Non mi ha mai abbandonata, mi ha stretto la mano e non me l'ha mai mollata, stringendomela quando stavo per crollare, ma non sono mai riuscita a dirle chi ero davvero. Non le ho mai detto la verità. Mi sono fiondata da lei senza nemmeno degnare il mio arrivo di qualche spiegazione e a lei è andato bene così. Mi ha accolta a braccia aperte senza troppe storie. Io non riesco a dirle che l'unica persona reale con cui sono amica è la mia migliore amica. La ragazza che di me sa tutto. Sa cosa è accaduto quel giorno, sa perché io sono così, sa perché non riesco a relazionarmi con nessuno. Lei sa tutto di me. Anche ciò che Alex non sa.
Se solo Alex sapesse cosa ho passato, mi farebbe parlare subito con la polizia per trovare le tracce di quella persona e dovrei rilasciare dichiarazioni e affrontare un processo e il mio incubo peggiore. È ciò che non voglio. Rivederlo. Sempre se è ancora vivo. Non voglio avere più niente a che fare con lui. Ho anche cambiato nome e cognome. Ho preso quello di Alex che è segnata come "mia madre poiché rimasta vedova di un finto marito in un altro Paese". Ora sono Allyson Mahone. E lei è Alex Mahone. Siamo carine insieme. Lei ha 35 anni. Io 18. Quindi teoricamente è possibile che lei mi abbia partorita a 17 anni.
Io non assomiglio per niente a lei. E non assomiglio a nessun altro. Ho tinto i capelli, e passano dal celeste al rosa chiaro. E porto ogni giorno le lenti a contatto marroni che coprono il mio vero colore. Un azzurro colore ghiaccio. Proprio come lui. Ero davvero troppo simile a lui per continuare. Il cognome, gli occhi, il colore dei capelli. Avevo troppo di lui e quasi nulla di lei, tranne il sesso. E per questo ho deciso di cambiare. Essere una persona che vorrei essere e portare un sorriso per continuare ad andare avanti.
Ok basta. Sto davvero pensando troppo. Svogliatamente raccolgo il mio zaino scolastico, il mio cellulare, le mie cuffiette, saluto Alex con un bacio e mi dirigo a scuola ascoltando Ulisse/lowlow. Non adoro particolarmente Lowlow ma questa canzone ha un significato profondo e mi piace proprio per ciò che contiene perché la musica ognuno la deve fare propria senza ascoltare i giudizi degli altri.
8.37. lo sapevo. Ancora una volta in ritardo. Non arriverò mai puntuale, che poi, arrivare alle 8.30 o alle 8.37 non è così tardi. Quindi decido di entrare senza pensare troppo e raggiungere la mia classe.

Letteratura. Ora di letteratura. Quanto odio la letteratura. È l'ora più noiosa del mondo. Non mi interessa di chi ha scritto poesie. Anche io le so fare
Guardate:
Le rose sono rosse, le viole sono blu, io piaccio tanto a te come a me piaci tu. Non voglio essere romantica ma sono fica. Queste rime così belle ti faranno male alle ascelle e se ti faranno tanto male io ti porterò all'ospedale. E quando questa rima sarà finita io farò una bella gita, con la mia amica disagiata con la quale mi sono dilettata nel fare sta cagata.
Sono o non sono bravissima? Rido di me stessa, aiuto.
"Allora ragazzi. Per le prossime tre settimane avrete come compito un diario. Siete liberi di farlo o a coppie o singolarmente,è indifferente. Dovrete presentare un diario in cui scriverete tutto ciò che vi accadrà nelle prossime 3 settimane e raffigurare ogni settimana con un semplice simbolo, che dovrà racchiudere tutto ciò che avete passato, sia in quelle settimane, sia nella vostra vita. Ciò che siete, ciò che amate e ciò che vorreste essere. Se avete scelto il lavoro a coppie, formatele, altrimenti potete uscire dalla classe per la prossima ora."
Ma vi sembra normale?! Siamo in 5 non possiamo fare ancora ste cose. Diario. Vita passata. Nessuno saprà mai della mia vita. Nessuno saprà mai cosa ho passato. L'unica che merita di sapere è Miky. La mia migliore amica. E sono fiera di conoscerla da ormai 11 anni.
Le coppie si sono formate. Io starò in coppia con me stessa. D'altronde, chi è che vuole stare con una ragazza che non parla mai, dura, scontrosa, fredda, sclerotica. Nella classe è rimasta anche un'altra ragazza. Credo sia Lucy. Nessuno la vuole. È LESBICA. Come se essere gay significasse qualcosa di diverso. Nessuno la vuole per paura che "possa contagiare il gaysmo" il gaysmo glielo ficco nel culo a tutti. Mi sta salendo una crisi di nervi. Ma non posso fare niente per aiutarla. Io in coppia con lei non lo farò. Non voglio condividere con nessuno ciò che ho passato, non sarei in grado di gestire le mie paure se mi dovessi esporre più di tanto. Miky lo sa perché ha affrontato quel periodo con me. Non mi ha mai abbandonata.

Ho deciso di aspettare il suono della campanella per alzarmi. Oggi non ho proprio voglia di camminare e di fare le cose che tutte le persone normali fanno. Tantomeno andare a scuola. Tutti sono belli sorridenti con le loro coppie.
Jenni e Tay, Mike e Sara, Megan e Cristal, Silvia e Rick, Sarah e Viola, Ellen e Matt.. e poi ci sono io. Sola soletta con il mio caro iPhone e le mie amate cuffiette che ascolto musica.
Dei miei compagni so solo il nome. Non ho mai provato davvero a socializzare con loro. Non mi sono mai trovata. Tutti troppo snob. Nessuno con i piedi per terra. Bah. Vado in bagno per rinfrescarmi prima di fare la seconda ora. GEOGRAFIA. La materia che odio. Mi avvicino alla porta. Qualcuno che piange. Non riesco a distinguere il pianto. Sono tentata di entrare ma io non apprezzerei se qualcuno entrasse mentre io mi sto sfogando anche con me stessa. Preferisco aspettare e non sentire più quel suono. Decido di andare a sedermi nelle sedie vicino alla classe dietro i bagni.

Sono passati dieci minuti. La persona che piangeva avrà pur finito.
Mi avvicino e non sento più niente e decido di entrare.

Ma non c'è nessuno. Però vedo qualcosa che luccica per terra...

Sangue e lametta.

La mia migliore amica, il mio tormento.

••••••
🌸🌸🌸

Ehiiii. Io mi chiamo Miriam. Questa è la mia prima storia e questo è il primo capitolo. Non so se avete già capito qualcosa, spero vivamente di no altrimenti vi avrò rovinato una sorpresa. Come si capisce Allyson è una ragazza molto riservata che ama vivere nel silenzio. Nei prossimi capitoli capirete meglio chi è Ally e chi è Miky.
Spero che questa storia vi piaccia,a presto, baci a tutti.
Mimi❤
Ringrazio la mia amica Emilia per il suo supporto nella canzone😂❤ ti vi bi

•Secret• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora