11. Sorprese...

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25 maggio 2014, 11:30 AM

Stamattina, uscita dall'albergo, stranamente non ho trovato la ressa di giornalisti che mi sarei aspettata di vedere. Quindi presumetti che o stessero tutti male, o che avessero trovato una nuova stella dello sport/ dello spettacolo su cui mettere le mani, in senso metaforico. Ma ancora una volta mi sbagliavo. Non si erano dimenticati di me, semplicemente mi stavano aspettando nel paddock, un po' più calmi e composti del giorno prima. Naturalmente non appena metto piede in pit lane cala un silenzio tombale che un film muto fa più rumore, ho gli occhi di tutti puntati addosso. Un uomo sulla quarantina mi si avvicina, portandosi dietro microfono e cameraman.

"Alice Wolf, giusto?" Chiede, senza microfono. Evidentemente non è ancora in diretta con la televisione per cui lavora.

"Ehm... sì." Rispondo, accorgendomi che la gente intorno a noi sta riprendendo a farsi gli affari propri.

"Salve, sono un giornalista di Teledeporte, TVE, dalla Spagna." Dice, e solo in ora mi accorgo del suo accento spagnolo su alcune parole inglesi. "Le dispiace se le faccio qualche domanda?"

"Oh, no, assolutamente. Faccia pure." Rispondo, in spagnolo. Mi guarda esterrefatto per un secondo.

"Parla spagnolo?" Chiede, tornando alla sua lingua madre.

"Si, l'ho studiato per anni." Dico con un sorriso.

"Perfetto, cominciamo allora!" La lucina rossa sulla telecamera di fronte a noi si accende. Dopo i dettagli sulla gara di oggi e altre cose varie mi presenta al suo pubblico, passando dal lei al tu. "Dunque, Alice, sei tecnico alla Ferrari da un anno ormai, com'è stato entrare nella squadra?"

"Ormai ho preso l'abitudine di considerarla come una famiglia, perché più che una squadra sono questo: una famiglia. Ci mettono tutto l'impegno possibile e come se fossero delle parti di una monoposto tutti insieme formano una macchina perfetta. Senza uno di loro penso che sarebbero persi."

"Però ora anche tu sei una parte fondamentale, il che vuol dire che se non ci sei, sono persi."

"Si, soprattutto se si tratta di comunicare dei dati fondamentali che sembrano venire da un altro pianeta e di cui solo io so il significato." Ridiamo entrambi.

"Senti, cambiando discorso... ho sentito che stai uscendo con Fernando." La domanda mi mette in imbarazzo, la lucina rossa mi mette in soggezione e immediatamente ho il terrore di fare un figura di merda alla mia prima intervista.

"Ehm... sì, sì è vero, usciamo insieme da quasi un mese e mezzo, andiamo d'accordo tranne per qualche cosetta da niente."

"Siete una bellissima coppia."

"Grazie." Il sorriso mi spunta in automatico sulle labbra e la tensione si scioglie. Sto parlando con un giornalista e mi sto dimenticando della telecamera.

"Invece della tua dote, che mi dici?"

"Canto, ecco che ti dico." Rido, e lui con me.

"Sì ma dicci qualcos'altro." Punta il microfono verso di me, la mia bocca si rifiuta di aprirsi. Cazzi miei, ecco che ti dico.

"Ti dico che oggi sarà una giornata fantastica e che io e lei vinceremo la gara." Una voce più che familiare interrompe i miei pensieri a un pelo dalla figura di merda. Fernando mi stringe la vita con un braccio, è arrivato da dietro di me e non l'ho visto, ha gli occhiali da sole nonostante ci sia qualche nuvola in cielo e un sorriso stampato sul viso. Grazie di avermi salvato.

"Vincerete?" Chiede il giornalista.

"Ma certo, lei è un ottimo tecnico oltre che un'ottima cantante, non sbaglieremo di certo. Però non fatele domande sul suo talento, non le piace parlarne." Mi lascia un bacio tra i capelli.

Singing for the paddock {Fernando Alonso}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora