Spesso mi chiedo cosa io stia cercando veramente e poi non trovando risposta penso e ripenso e analizzo e scompongo in mille pezzettini fino allo sfinimento tutto quello che era e che adesso no e' piu'.
Ma quanto bello sarebbe tornare indietro.
Tornare indietro ai tempi dell'innocenza, dei colori nitidi, dell' amore sconfinato, ceco, come la fede per un Dio che non si e' mai visto. Quell'amore pulito, che una volta intaccanto e' difficile o quasi impossibile provare di nuovo. Adesso mi sembra di star nuotando in un sacco di rifiuti in decomposizione, tra la merda e le fotografie strappate, tra il colore sbiadito dei tuoi occhi e i sogni dimenticati. E' un nuoto senza fine, stancante ma del quale non si e' mai stanchi abbastanza per dare una svolta. Resto in casa a "fare la muffa" come mi diceva mamma quando ancora stavo con lei.
Infinita tritezza, quella del mio cuore.Sono giorni di confusione nella mia testa, di domande senza risposte, di insicurezza.
"ma cosa vuoi da me?" mi hai chiesto una volta dopo l'ennesima litigata. Il punto era che non lo sapevo neanch'io cosa volevo da te, sapevo solo che non ti volevo in quel modo, non ti volevo un bugiardo, non ti volevo pieno di promesse di un cambiamento che sapevi gia' che non sarebbe avvenuto mentre io invece ci speravo ancora, ogni volta. Io non mi stancavo mai di sperare. Alla fine era la speranza che a momenti mi cecava. Sperare troppo ha le sue conseguenze, ti porta via il sonno e il rancore e ti fa dimenticare e perdonare volta dopo volta errore dopo errore fino a che non ricordi piu' l' ultima volta che hai sorriso per davvero.
la spensieratezza dei primi tempi e' andata ormai. Mi chiedi di iniziare tutto d'accapo, come mi hai chiesto spesso. E io ti guardo negli occhi, con un sorriso stanco perche' so benissimo che alla fine cedero' perche' ti amo e abbiamo il concetto sbagliato che l'amore sia questo: dimenticare e seguire avanti ogni volta. All'infinito.
Piango piango mentre tu giochi a calcio o vai a ubriacarti in qualche locale decadente, e ti ubriachi di vodka e di amaro pentimento. Io invece mi ubriaco di lacrime e ricordi di felicita'.
Rileggo per la millesima volta le tue lettere, spesso di notte, alla luce di una torcetta elettrica, tra le lacrime e il riso. Rido di me stessa, di quanto ero stata ingenua per tutto quel tempo, di come le cose [tutto] piano piano erano andate cambiando senza che me ne accorgessi e all' improvviso aprendo gli occhi avevo visto un mondo che non e' piu' quello che ricordavo.
STAI LEGGENDO
Chiudi gli occhi e canta
Fiksi RemajaCiao G, senti questa storia non so neanche per chi la scrivo o perche' la scrivo. Che poi non si tratta neanche di una storia, e' piu' un susseguirsi di parole grige per raccontare di un amore grigio tra due persone grige. In un certo senso scrivo p...