Aprì gli occhi.
"Un sogno" pensò. Ma in cuor suo sapeva che tutto quello che aveva vissuto era l'unica realtà esistente. Si sorprese di essere ancora in classe, d'altronde prima che tutto accadesse si trovava già sulla via di casa. La professoressa di tecnica non si era accorta che si era addormentato, ma d'altra parte come biasimarla? Si portava dietro tutti i suoi settant'anni anche fin troppo bene e nonostante quello continuava ad insegnare con la stessa passione che probabilmente l'aveva spinta su quella strada. Era un personaggio ammirevole, senza dubbio. continuare ad amare costantemente e per un così lungo periodo di tempo un qualcosa era senz'altro più che ammirevole.
"Ci sono anche persone così nel mondo eh..." Mi ritrovai a pensare osservando come muoveva armoniosamente le mani esperte disegnando alla lavagna un'assonometria. Per la prima volta notai la bellezza di quella donna. La pelle liscia e morbida di un tempo ora lasciava dietro di sé delle profonde rughe che osservandole bene le donavano un'aria di vissuto particolarmente affascinante a modo suo; i capelli bianchi non la invecchiavano affatto, anzi il loro bianco brillante la illuminava e gli occhi rimasti quelli lucenti di un tempo completavano la sua immagine.
Quando teminò la lezione mi diressi alla cattedra per consegnarle il mio disegno, allora colsi l'occasione per riferirle i miei pensieri: "Sa professoressa, lei è davvero una donna affascinante"
Lei si bloccò un secondo. Poi guardandomi mi rispose: "Ti ringrazio Sion."
Non disse altro, eppure il suo sguardo mi comunicò qualcosa che le parole non avrebbe potuto esprimere. Sorridendo me ne tornai a posto. La mia compagna di banco, Risa, mi interrogò subito: "Che hai oggi? Prima arrivi in ritardo poi ti addormenti!?"
"Chi può saperlo" pensai guardandola. Poi, all'improvviso, nei suoi occhi azzurri vidi l'oceano.