O mammina santissima beata! Finalmente! Quella stramaledettissima campanella ha deciso a suonarsi eh! Mi catapulto fuori dalla porta sollevando le braccia per accogliere la libertà, forse ho colpito qualcuno, chi se ne frega, dovrebbero imitarmi non guardarmi male.Aspetto alla fermata dell'autobus, finché non arriva sbuffando, oh... non sa quanto vorrei sbuffare io sapendo che domani devo risalirci sopra. Questa sauna ambulante non mi è mai piaciuta molto, neanche quei bufali e quelle pecore che si spintonano alla ricerca di un posto a sedere dove appoggiare i loro glutei ancora caldi da sedia. Mentre salgo tiro fuori le cuffie, rigorosamente decorate con scritte che nessuno di questi esseri che ora mi circondano, suppongo possano capire, pff stupidi idioti. Schiaccio il pulsante verde di Spotify di una playlist intitolata SPN... parte "Welcome to the Jungle", alzo il volume al massimo e guardo fuori. Uff, tutte queste persone servono solo per farti sudare?
In quel piccolo tragitto che va dalla fermata del bus a casa continuo ad avere la sensazione di essere osservata, così ogni tanto mi giro, ma dopo la settima volta decido di smetterla perché sembro una paranoica, ma chissà magari lo sono.
Arrivata a casa lancio le cose un po' ovunque, lo stesso faccio con le scarpe, ma quelle vanno a finire una sua divano e l'altro sullo scaffale, fortunatamente non colpendo nulla. Dopo un po' però ho paura che mia madre tornando troppo presto da lavoro, potrebbe fare qualche commento non ben gradito, così mi limito a togliere la scarpa dallo scaffale e lanciarla sul divano insieme all'altra. Vado in cucina e mi scaldo la pizza avanzata dal giorno prima. Prendo il piatto, mi accomodo di fianco alle scarpe e metto il computer sul tavolino davanti a me. YouTube. Dopo vari video mi sembra di sentire troppo silenzio e non mi piace, così alzo il volume al massimo e inizio a commentare i video insieme alle scarpe, chiamandole per nome: Giuseppa e Frodigina. Mi viene sete allora prendo le scarpe, una in una mano e l'altra in quell'altra e vado in cucina a prendere il latte, me lo metto sotto braccio e, subito dopo inizio a discutere con Beppa e Froda su quale tazza scegliere. Alla fine veniamo alla conclusione che è meglio far scegliere al latte, così mettiamo le tazze in cerchio sul tavolo e, posata la bottiglia in mezzo al centro, la giro, quella va a finire sulla tazza raffigurante una balena con la faccia mongola. Bene. Torno in salotto e mi gusto il latte guardando fuori dalla finestra, vedo svariate persone nei loro appartamenti che fanno avanti e indietro, poi lo sguardo mi cade su una bambina che gioca per terra mettendosi cose a caso in bocca, mha... mai capiti i bambini. La bambina continua ad assaggiare la stanza quando poi mi vede e inizia a camminare verso la porta-finestra chiusa del balcone. Continua ad andare avanti finché non ci sbatte la testolina, per fortuna non piange o mi sentirei in colpa, ma continua a guardarmi. A disagio distolgo lo sguardo e incomincio a leggere l'etichetta della bottiglia... nonostante la conosca già tutta a memoria: Granarolo, dal 1957 italiana bontà, latte fresco, alta qualità... la grande raccolta punti... sì insomma la solita roba, annoiata della striscia di plastica incomincio a guardarmi in torno cercando qualcos'altro da esaminare, senza però riportare lo sguardo alla finestra. Non trovando più niente che non abbia già osservato decido che quella bambina che continua a leccare e sbavare sul vetro non mi piace e vado a chiudere gli scuri, lo stesso faccio con tutti gli altri vetri per evitare altri sguardi da bambini sbavosi o moccicosi.
Prendo le scarpe e le metto in mezzo al corridoio, vado ad accendere tutte le luci (chi se ne frega della bolletta e soprattutto dell'Enel) e mi metto in mezzo al salotto guardando le scarpe da lontano, poi però mi giro e dò un'occhiata alla finestra, la stessa di prima, per paura che quella bambina possa fissarmi ancora, non del tutto sicura, nonostante sia tutto chiuso mi sposto in un'altra stanza: il bagno, dove la visuale dovrebbe mostrare un altro magnifico e deprimente palazzo, dove sono sicura non ci risiedano altri bambini lecco-sbavo-tutto-e-ovunque, ho controllato personalmente... non chiedetemi come.
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RandomDimmi quello che devo fare e io lo faccio. No phun intended (perché lui ci sta sempre).