E ora?

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Nonostante io soffra e abbia sofferto rimanendo vicino a John, sapendo di non esser io la persona che è riuscita a rubargli il cuore e poi distrutto,non posso non dispiacermi.
Non posso,non posso negare di sentirmi in colpa,non posso negare il fatto che anche a me manchi Mary,insieme alla sua brillante mente da criminale.E se manca a me,non oso immaginare quanto manchi a John.

Mi stavo dirigendo verso la casa nuova di John,con la macchina cortesemente prestatami,o forse no,dalla signora Hudson,a grande velocità.
Non mi trovavo in buone condizioni,affatto,la metanfetamina mi stava mangiando,e andando avanti così,mi sarebbero rimaste poche settimane,non che per me sembrassero poche,anzi,non davo molta importanza a ciò.
Era da mesi che non sentivo John,bhe,da..quel giorno in poi,non mi ha più voluto parlare;comprensibile,ma mi manca.Lui è sempre stata l'unica persona che è riuscita a sopportarmi,nonostante questo mio carattere disumano,letteralmente,e il mio comportamente superbo.
Con mi è rimasto?Mi consolo con la droga,bel coglione che sono.

<Mh?>
Apro gli occhi,cerco di capire.
Mi ritrovo finalmente davanti casa di John,davanti la sua porta,e davanti a lui.

<Cosa ci fai tu qui?>

Cerco di tenere a bada le.mie mani tremanti e i miei occhi stanchi.

<Se mi permetterai di entrare,lo vedrai.>

John si sppoggia alla porta e sbatte la mano su essa,per poi fare una risatina..irritante.

<Bene,allora tene puoi pure andare.Ciao,o meglio,addio.>

Sottolinea quell'ultima parola in modo così pesante da farmi perdere la testa.
Cerco di chiudere la porta,ma incastro il piede tra il vuoto tra la porta e il muro,e con movimenti veloci,riesco ad entrare in casa.
Mi dirigo verso il suo salone e mi guardo intorno,sedendomi sulla prima sedia che trovo e iniziando a parlare con aria disinvolta.

<Dicevamo?>

<...Dicevano che non ti voglio più vedere,e che potrei anche denunciarti visto che sei entraro in casa mia senza permesso o nient'altro,quindi irruzione.>

Sorrido di soppiatto,adoro farlo innervosire;mi piace farlo con tutti,ma con lui in particolare.<

<Da questo momento in poi,sarò serio.
Se vuoi potrai anche pestarmi a sangue,ma fammi prima parlare.>

John si poggia sulla porta d'entrata del salone e.mi guarda,sorpreso.

<Mi volevo...scusare.
È stata colpa mia se la donna della tua vita è stata uccisa,e di conseguenza..sei morto anche tu,interiormente.
Non sono uno che prova emozioni,non sono umano John,lo sai anche tu,ma in questi mesi ho dubitato di ciò.
Mi son sentito male,in colpa,e..da solo,senza te,Mary..
No,niente,sto uscendo fuori dal discorso.
Perdonami.>

Fui travolto da un pugno da parte di John,che mi stese a terra.

<E tu...>

Un calcio nello stomaco.

<...credi che...>

Un altro calcio.

<...tutto si possa risolvere...>

Un altro ancora.

<..CHIEDENDOMI SCUSA?!>

Rimasi steso per terra con la vista annebbiata,un sopracciglio aperto e un male lancinante allo stomaco.
L'altro,poco dopo cominció a...piangere?

Non era un pianto normale,era un pianto isterico,quasi disperato;singhiozzava.

Mi era venuta la tentazione di abbracciare,per la prima volta,una persona.Non riuscivo a vederlo in quelle condizione.Forse anche io possedevo un cuore.

Mi avvicinai a lui,ma mi allontanò con uno spintone.

<Sherlock..vattene.>

Feci come lui disse,la situazione era diventata abbastanza ingestibile.

Appena uscito dalla finestra,stremato,con dolori ovunque e la vista annebbiata,mi accasciai sul portone.Sentii qualcosa di umido e caldo scorrermi sulle guancie,su cui strofinai la manica del mio giacchetto.

Lacrime?

Johnlock in Pills.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora