Titolo della parte

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Mi svegliai madida di sudore e con il respiro affannoso... Ero confusa. Vicino a me James osservava il muro con lo sguardo perso nel vuoto,si girò di scatto verso di me:"ehi,ieri dopo quello che é successo, hai dato una bella botta per terra, quasi quasi ammaccavi il pavimento"sorrise sforzandosi di sembrare il più tranquillo possibile,ma due occhiaie erano tracciate sul suo viso e mi ricordavano il triste giorno di ieri.
"Ehm james devo dirti una cosa, tra tre giorni ci sará il matrimonio di mia madre, si risposa, potresti accompagnarmi?" Lui un po' sorpreso annuí stanco.
"é il minimo. Dove si terrá la cerimonia?" Disse mettendomi i capelli dietro all orecchio
"In Italia" sospirai
"Vedo di procurarci un volo per domani,non ne posso più di questa cittá fredda,porterá per sempre troppi ricordi dolorosi per me". aveva ragione, nemmeno io avrei potuto sopravvivere in quel luogo dove si era consumata una tragedia tale. Decisi di prepararmi la valigia per poter partire il prima possibile.

James scese in reception per poter avere un consiglio su qualche compagnia russa che potesse farci partire subito e io rimasi da sola : ogni ricordo mi stroncava e non potevo smettere di rimproverare la mia superficialità nel non aver inteso che Gabriel parlasse di uun viaggio ben oltre più lungo di un mero trasferimento. Eppure lui non c'era più , lasciando un grande vuoto nell'animo di ognuno. A dire il vero quella persona che non era ma istata stimata da nessuno, era una grande persona, magari ruvida e solitaria , ma l'unica pronta a sacrificare la su avita per suo fratello. James non stava ben , ma non lo dava a vedere e lo stava facendo con . Egli pensava che se si fosse fatto vedere più forte e determinato di prima, nascondendo ogni segno di sofferenza, mi avrebbe trasmesso maggior sicurezza.  

Tornò e si sdraiò sul letto come fosse morto, non riusciva ad aprire gli occhi. Erano evidentemente gonfi, forse aveva pianto tutta la notte. Quelle erano state ore di solitudine e di meditazione per noi e appurai che questa tragedia avrebbe insegnato molto ad entrambi. Poi repentinamente si girò verso di me e mi guardò :" Come ti senti?" mi accarezzò la guancia.

Sospirai, le parole mi morivano in gola e perciò mi limitai solo ad annuire mentre tiravo su col naso. 

"Domani sera partiamo, più forti di prima "sorrise mentre cercava di rassicurarmi con scarsi risultati. 

James guardando il soffitto ammise:" In questi giorni ho imparato ad apprezzare la tua presenza. L'altra sera , quando abbiamo discusso, mi sono sentito veramente dispiaciuto per il mio comportamento. So che per le persone normali è giusto avere dei sensi di colpa,ma ti posso assicurare che erano anni che io non ne provavo. Hai risvegliato qualcosa che ritenevo perduto in me" Io ero basita, non riuscivo a rispondere. Dopo ciò che aveva appena detto ogni risposta che io formulassi mi risultava scontata per questo decisi di tacere. Il miglior gesto che potessi fare era avvicinarmi a lui e rannicchiarmi vicino al lui così da potergli trasmettere la mia vicinanza. 

"Stasera ti va di venire con me seriamente a cena ?" quella richiesta mi sembrò azzardata in quel momento :"Non ci saranno i funerali di tuo fratello domani?" Lui si incupì nuovamente per poi rispondermi con tono dimesso :" Mio fratello avrebbe voluto che tu stessi bene in momenti del genere, anzi, che noi stessimo bene in situazioni dolorose. Voglio brindare alla sua stasera , con una delle poche persone che ha saputo apprezzarlo quando nemmeno io sono stato capace di farlo". Mi asciugai le lacrime e annuii... Aveva ragione, Gabriel avrebbe voluto essere ricordato in maniera gioiosa, brindando alla sua e non in una chiesa grigia e fredda.  

Passammo la giornata in silenzio, riflettendo sull'accaduto quando notai che erano le otto . James mi spronò in quanto eravamo in ritardo e così uscimmo. Fuori faceva freddo, la pelliccia nera che mi avvolgeva sembrava non poter contrastare il gelo che sferzava i nostri corpi. James mi esortò ad aspettare un taxi che sarebbe arrivato da lì a breve e poi ci dirigemmo verso il ristorante. 

Era lussuoso, lampadari di cristallo illuminavano le ampie sale gremite di persone che cercavano di parlare in maniera discreta e ci accomodammo. 

James si guardò intorno per poi posare lo sguardo su di me e sorridendomi. 

"Vedrai l'Italia ti piacerà "ammisi timida 

"Già sono stato da piccolo, ma sicuramente questa volta sarà diverso tutto ".  Anche io sarei stat diversa dall'ultima volta :ero cresciuta e ne ero consapevole.

"Tuo padre verrà?" mi chiese lui spiazzandomi.

"Spero di no ma credo che non si presenterà. Lui ama ancora mia madre ma le ha sofferto troppo a causa sua".

"Domani non voglio nessuno ai funerali" disse secco"ho riflettuto molto e nessuno si merita di stare lì" poi ghignò "Diego è sparito" poi venni folgorata da un deja vu.

Diego aveva parlato di un carico a Napoli, ed ora cosa avrei fatto? D'altronde dovevo onorare la promessa ma non sapevo se dopo la morte di Gabriel fosse cambiato qualcosa . Decisi comunque di sorvolare la questione e poi chiesi :" Logan non si fa più sentire , sono giorni. Tu hai avuto modo di contattarlo ? " 

Sogghignando James rispose :"Che ti manca il tuo piccolo Logan?" non si smentiva mai ma almeno ero stata in grado di farlo sorridere e così lo assecondai. 

"Ma no, solo che mi  sembra strano che si sia presentato qui per poi sparire " . 

James mi fissò supplicandomi di dire la verità :"Ha massacrato lui Diego?" Io annuii abbassando lo sguardo. Il ragazzo davanti a me sospirò aggiungendo :"Non ho mai creduto a Logan , eppure ora le sue affermazioni si stanno rivelando tutte vere . Peccato solo che sia stato lui a macchiarsi le mani e non io ". Aveva ragione su tutto, non sapevo cosa dovessi dire. 

"Penso sia stato il Giocoliere ad uccidere Gabriel. Purtroppo nella macchina avre idovuto morire io che ero il vero obbiettivo ma lui sta cercando di eliminarmi. Devo stare attento". 

Poi fortunatamente i nostri discorsi furono più allegri e riuscimmo, per quella serata, ad arginare ogni problema che preoccupava entrambi. Tutto questo fu possibile anche grazie all'effetto provvidenziale dell'alcol che rese entrambi più distesi.

Quando tornammo in hotel , James uscì in terrazzo e si accese una sigaretta.

"Me ne dai una ?" chiesi timidamente, lui sorridendo me la porse dicendomi:" Da quando in qua tu fumi ?" Io sorrisi e ammisi che a volte fumassi anche io . 

Poi ci sdraiammo sul letto entrambi stremati e decisi di dormire con lui quella notte. Era un momento in cui non si doveva rimanere da soli . 

"Rimani ti prego"mugugnò James con gli occhi e allungò un braccio verso di me . Voleva che mi rannicchiassi sotto di esso  e così feci. Poi lui mi trasse a se avvicinando i nostri corpi. Mi accarezzava dolcemente il viso poi sentii il suo naso sottile sfiorare il mio. Era un momento molto intenso ma nessuno dei due sembrava essere completamente sobrio e perciò assecondai le azioni di James. Poi poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Erano leggermente umide ma morbide. Sentii il suo desiderio di voler approfondire quel bacio per poi ritrovarci ad esplorarci reciprocamente con le nostre mani. Poi si bloccò:" Non deve andare così, io non sono una persona che può cedere perché quando succede io distruggo la vita alle persone a cui tengo. Perdonami Sara, non capiterà più" poi spense la luce e continuò ad abbracciarmi. Io mi scostai da lui pensando che cambiamento repentino avesse avuto quel ragazzo e mi sentii anche insultata da questo suo atteggiamento. Non riuscivo a trattenere le lacrime e decisi di scaricare la mia rabbia sulle coperte che strinsi saldamente tutta la notte . Poi mi addormentai finalmente, con la consapevolezza che domani non avremmo parlato di quello che era successo poco prima .  Sarebbe stato seppellito nella memoria di entrambi. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2020 ⏰

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