È appena finita l'ora di scienze e adesso c'è l'ora di pranzo. Appena la campana di bronzo suona per i corridoi della scuola, le porte delle aule si spalancano all'improvviso e una massa infinita di alunni si dirige verso la mensa. Charlotte invece resta in classe finchè nei corridoi si puó di nuovo circolare senza dover subire calci o pugni.
Appena vede che i corridoi sono liberi, si alza dal suo banco e si dirige fuori dall'aula, quando all'improvviso si ferma accorgendosi che Jackson, il ragazzo nuovo, sta dormendo sul proprio banco. La testa è appoggia sulle braccia incrociate. Charlotte si avvicina piano piano, cercando di fare meno rumore possibile. Appena arriva da lui, appoggia una sua mano sulla sua spalla e inizia a scuoterlo leggermente.
"Em... Jackson? È l'ora di pranzo. La lezione è finita" sussurra lei. Come risposta, il ragazzo toglie con arriganza la mano della ragazza dala sua spalla, gira la testa dall'atra parte, e continua a dormire.
La ragazza bionda decide allora di andare a mangiare. La fila alla mensa non è molto lunga. Si avvicina al bancone del pane dopo aver preso la pasta e una porzione di verdure. Appena arriva al bancone, vede una donna di vent'anni rivolgerle un sorriso raggiante: "Vorrei un panino. Uno di quelli piccoli per favore." chiede Charlotte.
La ragazza gli dà il pane e fa per metterlo in una busta di plastica, ma la ragazza bionda la ferma dicendo: "No, no, non serve la busta. Lo mangio subito"
La ventenne allora gli passa il pezzo di pane e dopo aver pagato, Charlotte se ne va. Cerca con sguardo un tavolo libero o uno dove ci sono persone che conosce. Ne trova uno in fondo alla grande sala: un piccolo tavolino vuoto tutto bianco. Si avvia verso il tavolo con il vassoio arancione in mano, quando sente e vede una mano appoggiarsi sulla sua spalla.
"Ehi!" urla una voce alle sue spalle. Appena si gira, vede una grassa donna sui sessant'anni, con i capelli grigi incastrati disperatamente dentro ad una retina per capelli mentre addosso indossa un grembiule sporco di pomodoro.
"Ehi, tu!" ripete la donna, fissando i suoi scuri e severi occhi sulla ragazza.
"Che succede?" chiede Charlotte.
"Non fare la finta tonta! Quel panino devi pagarlo! Non si ruba il cibo, ragazzina!"
Gli occhi di tutti gli studenti presenti alla mensa (e non sono pochi) sono fissi sulla signora e sulla ragazza. Dopo qualche secondo di bisbiglii si liberano nell'aria: "Chi è quella ragazza?" "È del secondo anno!" "Ha cercato di rubare alla mensa?"
Charlotte diventa tutta rossa in faccia: "No, io non... Si sbaglia io..."
Entra nel panico e non riusce più a parlare.
"Se adesso paghi quel pane non succederà nulla, ma lo diró comunque ai tuoi insegnanti" dice la donna, stringendo sempre di più la spalla della ragazza.
"Io non l'ho rubato, e mi sta facendo male alla spalla" vorrebbe dire, ma non ci riesce. Sente tutti gli occhi fissi su di lei, sente anche i bisbigli più piccoli, e sente persino il cuore batterle dove la donna la sta stringendo con forza.
"Con tutti i soldi che possiede, si mette pure a rubare?" dice una voce. Charlotte si gira di colpo e vede che il brutto commento veniva da Stefy, che parlava ad Angelica.
"Ragazzina! Sto perdendo la pazienza! Dammi i soldi che mi devi e ti lasceró andare!" le urla contro la donna. Ormai, peró, nemmeno una parola, nemmeno un miscuro suono, riusciva ad uscire dalla bocca della ragazza.
"Non urli" dice una voce affianco a Charlotte. La ragazza si gira e trova affianco a lei Jessica, la ragazza nuova.
"Lei non ha rubato niente"
"Sì invece! Se davvero ha comprato quel pane, dovrebbe avere la busta con lo scontrino!" sbraita la donna.
"Le ho detto che lei ha pagato! Ha dato i soldi a quella ragazza lì" dice, indicando la ventenne dietro al bancone del pane che sistema delle casse di legno. La donna allora cattura la sua attenzione e le crede se è vero.
"Si, ha dato i soldi a me. Non ha voluto il sacchetto perchè ha detto che se lo sarebbe mangiato subito" di la giovane donna, tornando a fare quello che stava facendo prima.
La sessantenne allora rivolge uno sguardo pieno di rabbia a Charlotte e le dice: "Per questa volta ti è andata bene" dice, lasciando la presa e andandosene con passo pesante. Charlotte inizia a far roteare la spalla, accertandosi di averla ancora tutta intera. Piano piano la folla inizia a sparpagliarsi, siccome lo spettacolo è finito.
"Grazie mille" dice la ragazza, rivolgendosi a Jessica.
"Tranquilla, non è niente. Ero in fila dietro di te e ho visto la scena. Non amo le ingiustizie quindi mi sono sentita in dovere di aiutarti" le sorride lei.
"Ehi, Charotte!" urla una voce da un tavolo in lontananza alle spalle di Charlotte. Lei si gira e vede che sono Stefy e Angelica, le sue due amiche. Stefy le fa segno di andare da loro, allora Charlotte si gira verso Jessica e le dice: "Scusa, ma adesso devo andare"Appena arriva dalle due amiche, loro la squadrano dalla testa ai piedi.
"Spero vivamente che tu non abbia rubato veramente quel pezzo di pane" dice Angelica.
"Sai che vergogna ad avere un'amica ladra?" dice Stefy.
"Ma no... mi conoscete, non potrei mai fare una cosa del genere, io. Non ne sarei mai capace."
"Anche un angelo puó diventare un diavolo, se viene tentato dal male" dice Stefy, che si gira e se ne va seguita da Angelica.Dopo pranzo, Charlotte è nel cortile della scuola per l'ora di educazione fisica. La professoressa, vedendo il bel tempo, ha deciso di fare educazione fisica all'aperto.
Charlotte, dopo asser stata nello spogliatoio femminile per mettersi la divisa da palestra (una maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloncini azzurri), esce in giardino dove ci sono gli altri suoi compagni di classe.
"Oggi faremo pallavolo. Dividetevi in quattro squadre e iniziate a giocare" dice, per poi sedersi su un tavolo davanti alla porta che conduce dentro alla palestra, mentre smanazza con il suo tablet. Ormai i ragazzi ci sono abbituati. Quella professoressa era già stata richiamata dal preside, ma lei continuava a non fare il suo lavoro, ignorando gli alunni.
"Ho sentito che il preside la vuole licenziare" dice a bassa voce Angelica.
"E farebbe bene!" dice Stefy.
"So che il suo fidanzato l'ha lasciata e lei c'è rimasta particolarmente male. Adesso non ha voglia di fare niente... poverina" dice Charlotte, guardando la prof con tristezza.
"Poverina? Io provo pena per quel povero uomo che si è messo con lei" dice Angelica ridendo.
Le partite iniziano quando un compagno di classe di Charlotte che fa l'arbitro (perchè si è infortunato a causa di un'incidente) fischia col fischietto. La prima squadra gioca contro la seconda, mentre la terza squadra gioca contro la quarta.
Charlotte è nella stessa squadra di Angelica, che evita in tutti i modi possobili di toccare la palla per paura si spezzarsi le unghie finte. Stefy invece è nella prima squadra, e gioca contro Jessica.
Ad un tratto Marco, un ragazzo alto e grosso, cerca di schiacciare ma la palla becca la rete e la rompe. Tutti si mettono a ridere e il ragazzo inizia a diventare tutto rosso in faccia.
"Hai rotto il gancio della rete, non si puó più usare" dice la professoressa, dopo che con grande fatica è andata a vedere che cosa era successo.
"Mi-mi dispiace. No-non l'ho fatto apposta" dice Marco, quasi sul punto di mettersi a piangere.
"Non c'è problema, non fa niente. Ne abbiamo altre cinque in palestra. Qualcuno ne andrebbe a prendere una?"
Ad un tratto, tutti gli alunni sembravano molto interessati all'erba del prato, al marciapiede o alle proprie unghie, ingnorando totalmente la richiesta della professoressa.
"Charlotte, per favore, vai tu. La rete non è molto pesante, ce la dovresti fare"
Tutti credano Charlotte debole, per via della sua corporatura magra e minuta.
"Si, vado subito" dice la ragazza, prima di sparire dentro la plestra.Charlotte apre il ripostiglio che c'è in palestra e la luce lo illumina, rivelando una grande sagoma nera rannicchiata sopra ad una pila di materassi. La ragazza si avvicina lentamente, ma tira un sospiro di sollievo quando vese che si tratta solamente si Jackson, che dorme saltando l'ora di educazione fisica.
"Ma tu dormi pure qui?" ride la ragazza, chinandosi affianco a lui.
"Jackson, svegliati. Se ti trovano qui sarai nei guai" dice lei, scuotendolo leggermente. Il ragazzo, peró, sembra ancora addormentato e Charlotte insiste: "Ehi, svegliati. Jack..." ma non ha il tempo di finire la frase che Jackson si alza di colpo e le afferra il collo con una mano, e con una certa forza che sembra quasi umana, solleva la ragazza e la sbatte contro una parete.
Charlotte sente che la mano del ragazzo è gelida, ma quello che la spaventa di più sono i suoi occhi. Due perle blu elettrico con venature azzurre che la fissano con rabbia dritto negli occhi.
Jackson inizia a stringere sempre di più, e a Charlotte inizia a mancare il fiato.
"Smettila, ok?" urla il ragazzo: "Lasciami in pace!"
"Si, ma... la mano... io..." cerca di dire Charlotte, ma il fiato inizia a mancarle sempre di più. I piedi che non toccano terra si agitano nell'aria, ma nonostante la situazione, la ragazza cerca di nom colpire il compagno di classe.
"Non devi svegliarmi più! Mi disturbi!"
"Il collo...!"
"È chiaro?"
"S-si..."
Jackson lascia la presa e Charlotte per terra, mentre cerca di riprendere fiato, anche se faticosamente. Appena alza lo sguardo, vede il ragazzo prendere il proprio zaino di scuola e uscire dal ripostiglio con totale indifferenza.
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Bella Bugiarda
Teen FictionCharlotte Mayer: una bella e piccola ragazza in un'immensa città. Tra le gioie e i problemi della vita, cercherà sempre di andare avanti e di cercare la sua vera anima gemella. Non mancano peró i suoi "antagonisti" che le renderanno il lavolo diffic...