Part Two - Inseparable

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Stiles poggiò una mano sul viso di Malia, sorridendole e scuotendo la testa al pensare alla stupidaggine che aveva fatto lasciandola. Non riusciva a capire cosa gli fosse preso in quel momento, quando era stato convinto che Malia non era la ragazza giusta per lui. Guardandola in quel momento capì esattamente il contrario: non sarebbe mai potuto stare con qualcuna che non fosse lei.
-Mi dispiace di aver preso la tua camicia.
Malia mormorò con quella che sembrava un'aria timida, in soggezione, ma era solo lo sforzo di non piangere e, allo stesso tempo, di non baciarlo. Adesso che il loro occhi si erano trovati, era rimasta totalmente paralizzata, non riusciva nemmeno a chiudere i propri, di occhi. L'espressione del ragazzo si era addolcita rispetto all'ultima volta, il suo sguardo era tornato ad essere quella dell'inizio: semplicemente innamorato di ciò che aveva davanti.
Stiles fece scorrere l'altra mano, quella che ancora le teneva sulla spalla, verso i bottoni della camicia, iniziando a sbottonarli lentamente uno per uno. Malia deglutì e sussultò sentendo la pelle che a poco a poco rimaneva scoperta, non si aspettava che sarebbe finita in quel modo, ma la sicurezza e la dolcezza che aveva Stiles la tranquillizzavano un po'. Lui nemmeno guardava il suo seno, che rimaneva coperto molto precariamente dalla camicia ormai totalmente sbottonata, continuava a guardare il suo viso, annuendo per farle capire che era giusto che andasse così.
-Cosa fai, Stiles?
-Non penso che questa serva.
Stiles fece scivolare la camicia giù dalle spalle della ragazza, lasciandola del tutto nuda davanti a sé. Malia si morse il labbro inferiore, perché paradossalmente le sembrava una situazione nuova, e non sapeva come gestirla. Non sapeva se ritrarsi, riprendere la camicia e andare via; oppure sarebbe potuta rimanere e avrebbero fatto l'amore, come se non avessero mai litigato, come le altre volte.
-Sei sicuro di quello che fai?
-Solo se lo sai anche tu...
Mormorò poggiando la punta delle dita tra i suoi seni, facendola scorrere lentamente verso il basso, fino all'ombelico. A quel punto la tolse, e Malia era rimasta con le labbra schiuse, il principio di un gemito strozzato nella gola. Lei annuì, sorridendo tanto da farsi venire le lacrime agli occhi al pensiero che tutto potesse tornare alla normalità.
A quel cenno d'assenso, Stiles prese il viso di Malia tra le mani e si avvicinò a lei, prima lentamente e poi, lasciandosi prendere dalla foga di averla di nuovo sua, si fiondò sulle sue labbra, premendole contro le proprie per sentirne il sapore un po' pungente, per sentire quelle labbra carnose -tanto belle da sembrare dipinte- che tremavano e si schiudevano per richiudersi in piccoli morsi.
Malia si sollevò sulle punte, cingendo le braccia attorno al collo di stiles mentre lasciava che le loro lingue si incontrassero di nuovo, desiderose di muoversi all'unisono, di unire due corpi fino a farli diventare un tutt'uno.
Stiles prese Malia in braccio, stringendo le mani nel suo sedere mentre la portava verso il letto, lasciandole pizzicotti e colpi leggeri che la facevano sussultare e stringere di più le gambe attorno alla sua vita. Dopo averla fatta distendere sul letto, senza troppa delicatezza, Stiles si levò la maglietta e iniziò a sbottonarsi i jeans diventati stretti per l'erezione che premeva contro il tessuto, e Malia allungò la mano per accarezzargli l'addome e poi per tirarlo ancora verso di se dall'elastico dei boxer. Stiles si fece trascinare praticamente a peso morto, troppo incantato dal guardare il suo corpo nudo e perfetto sotto di sé. I suoi occhi vagavano su ogni centimetro di pelle esposta senza che riuscisse a fermarli.
-Mi sei mancata tantissimo, sai?
-Mi sei mancato anche tu.
Si baciarono ancora, alternando momenti più pieni di dolcezza ad altri colmi di passione, non interruppero quel contatto fino a quando Stiles non fu, anch'egli, completamente nudo, e a quel punto avvicinò le labbra all'orecchio della ragazza, così che lei potesse sentire il suo fiato addosso mentre la penetrava e che lui potesse sentire il gemito che Malia aveva cercato inutilmente di reprimere in quel momento.
Non si rendevano conto del tempo che scorreva, del sole che veniva a poco a poco oscurato dalle nuvole cariche di pioggia - che da lì a poco iniziò a colpire la finestra, dettando un ritmo rilassante e cadenzato. Le loro labbra non si staccarono neanche per un istante, se non quando Stiles lasciava qualche millimetro tra di esse solo per sentire quei piccolo verso che sfuggivano a Malia, e in quei momenti lui ridacchiava come se non ci fosse un suono più atteso di quello. Erano fusi insieme, affondavano l'uno le dita nella pelle dell'altra e viceversa, accarezzandosi e lasciandosi a vicenda piccoli segni rossi. Sembrava che il tempo non fosse mai passato, che avessero passato tutti quei giorni in quel modo, uniti inscindibilmente.
-Mi ami ancora?
-Non ho mai smesso di amarti.

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