°Capitolo 1°

219 25 23
                                    

"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare"

A. Schopenhauer

Marshall, Minnesota, 2007.

Ed eccolo lì, sì quel ragazzo addormentato sul banco proprio al centro della classe, in mezzo a tutto questo schiamazzare di adolescenti. Lui è Jasper, è un ragazzo dall'intelligenza eccezionale, imparerete a conoscerlo. Il suo sonno è disturbato, ancora dallo stesso sogno, ripercorre di nuovo quelle sensazioni di terrore che lo fanno tremare nella sua felpa blu notte:

L'odore penetrante del sangue invadeva tutta la casa, Jasper gocciolante di pioggia si dirigeva verso la cucina, la scena terrificante si ripete. 

Come in ogni sogno. Come ogni notte.

 Le urla riempivano la stanza e il rumore di denti che affondava nella carne faceva accapponare la pelle. Sua madre stesa a terra si dimenava nella pozza del suo stesso sangue, cercando invano di togliersi quelle bestie di dosso che continuavano ancora in cerca di carne da strappare. 

Il padre era accanto a lei, a pochi metri. In piedi. Immobile come una statua di marmo. 

Assisteva alla scena in completo silenzio, senza intervenire, con un triste sorriso appena accennato sul volto giallo, che assomigliava più ad una paresi. Scavato nelle guance, le braccia che ricadevano sui fianchi senza alcuna compostezza, come se non fosse più padrone del suo corpo. Mentre il povero Jasper annaspava in quel mare rosso, cercando invano di salvare la madre, le urla si facevano piano piano più soffocate, diventavano un gemito di sofferenza. 

I cani da caccia si fermarono di colpo, come liberati da un incantesimo, ritornarono scodinzolanti, con le zampe e la bocca color porpora, ai piedi del loro padrone.

<< Mamma! MAMMAA! >>le sue urla bambine piene di disperazione erano l'unico suono, lacrime di puro dolore gli rigavano il viso. Ancora abbracciato al cadavere, rivolse un altro sguardo al padre, che a sua volta ne aveva uno ancora più triste e agghiacciante di prima. Gli occhi spenti assomigliavano a quelli della sua mamma che giaceva tra le sue braccia. Solo un gemito, un respiro fuoriuscì dalle sue labbra secche e incolori, infine silenzio di tomba.

Con quelle sensazioni che ancora viaggiano nel suo corpo, Jasper si sveglia di soprassalto come sempre, madido di sudore. Nessuno si è accorto di nulla. Nessuno è con lui a tranquillizzarlo, un'altra volta deve scacciare l'angoscia da solo.

 Suona la campanella dell'intervallo, il ragazzo si ricompone e decide di uscire nel giardino della scuola, ormai quella finestra sempre aperta del suo passato è normale, come se facesse parte di lui e non riuscisse a chiuderla.
Attraversa il giardino a passo svelto, dirigendosi al punto d'incontro solito del suo gruppo...
<< Ciao a tutti... >> saluta un po' serio
Il cerchio è composto da quattro ragazzi, tutti visibilmente diversi tra loro. Damion, Rhys, Percy e Clayton. Sono importanti per lui, lo hanno aiutato a risollevarsi nei momenti che sembravano più impossibili da superare. Nella luce fredda dell'inverno, risaltano le catene dei jeans di Rhys, eterno rock-ettaro. La carnagione scura di Damion, in contrasto con quella chiara di tutti gli altri. La montatura lucida anni 80' degli occhiali di Clayton, dalle lenti perfettamente pulite. Le gote sempre rosate di Percy, che sembrano quasi delle pesche.

<< Ciao Jas è un po' che non ci si vede dov'eri finito? >> saluta Rhys
<< Oh oh Jasper giusto in tempo!! >> dice entusiasta Clayton
<< C'è una nuova arrivata, eh sai com'è, l'ho presa sotto la nostra "ala protettrice" perché sappiamo di essere il gruppo più figo dentro questa scuola >> gli altri sghignazzano un po'

<< Lei è un po' particolare, appena arriva faremo le presentazioni >>
Jasper studia attentamente le espressioni dei suoi amici mentre Clayton parla della "nuova arrivata" per cogliere qualche indizio in più sulla sua "particolarità". Ma non traspare nulla. Può solo aspettare e scoprire.

Ed eccola. La vediamo arrivare in lontananza. Capelli alla spalla, color castano ramato, mossi, che fanno risaltare i suoi occhi grandi e grigi, che a loro volta, accompagnano un viso curato e un fisico slanciato. Arriva a passi corti e sicuri. Le mani infilate nelle tasche del cappotto color salmone chiuso fino all'ultimo bottone. Il respiro caldo che diventa vapore incontrando l'aria fredda di fine novembre. Sembra che con i pensieri vaghi da chissà quale parte. Il suo sguardo è rivolto al cielo che probabilmente promette presto pioggia o neve. Infine, sempre osservando le nuvole, le compare un leggero sorriso sul volto sereno, come se qualcuno le abbia appena sussurrato qualcosa di gentile all'orecchio.

Jasper la studia attentamente, mentre lei ancora girovaga in cerca dei suoi nuovi amici.
Lui stesso pensa sia veramente bella.

Gli occhi color pioggia di lei incontrano i suoi color foresta.

Nella foresta, un filo d'erba
prende fuoco.

Nel cielo, una nuvola diventa
sempre più pesante.

Rimangono a guardarsi per una frazione di secondo, entrambi distolgono lo sguardo.

<< Ciao a tutti! >> saluta con un sorriso quasi contagioso
<< Sei arrivata giusto in tempo, hai una nuova persona da conoscere, farete amicizia in fretta >> dice Clayton riferendosi a Jasper

<< Piacere Colette Chevalier >> dice gentile tendendo la mano
<< Piacere Jasper White >> ricambia freddo stringendole la mano senza molto entusiasmo. Lei lo guarda intensamente.

 La stretta di mano dura circa tre secondi, appena in più del dovuto. Lei porta una piastrina d'oro al collo, e proprio il movimento ripetitivo delle loro mani la fa spostare, facendo scorgere una piccola scritta incisa sul retro.

<< Sarò da te alle 17 >> dice rompendo il silenzio d'imbarazzo.

<< Scusa? >> chiede un po' di stucco Jasper.

<< Uoh uoh vacci piano amica >> dice Damion tra lo scherzoso e il sorpreso.

<< Visto? Non ci è voluto molto >> scherza Clayton

<< Beh è stato un piacere, ci si vede >> 

Colette volta le spalle e si avvia dall'altra parte del cortile. Tra i suoi capelli spunta un'etichetta, con sopra cucito il nome della marca d'abbigliamento.

<< Ma che hai?! >> gli dice dietro Damion

<< Sentite io ci ho provato, ve l'ho detto che è una un po' particolare >> dice Clayton rassegnato.

<< Solo un po'? >> ribattono tutti in coro.

Jasper non prende in considerazione le parole della ragazza, pensa che abbia solo dato di matto, che l'imbarazzo abbia parlato per lei.

Alle cinque dello stesso giorno, il campanello suona a casa White.

Jasper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora