°Capitolo 4°

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"Vediamola così. La pioggia obbliga la mano a tenere l'ombrello invece che lo smartphone, e gli occhi sono liberi di guardare il mondo."

Fabrizio Caramagna


<< Togliti quel cappotto altrimenti mi bagnerai tutto il divano >> dice Jasper rassegnato

<< No, tranquillo sto in piedi >> dice lei affrettata

<< Gocciolerai comunque sul pavimento, dai su è così difficile per te fare una cosa che ti chiedo?! >>

Lei lo guarda intimidita, ma allo stesso tempo con la fronte corrugata in quella che sembra quasi rabbia.
Lentamente si sbottona il cappotto color salmone, lo stesso che aveva la prima volta che si sono incontrati.
Jasper si accorge del nervosismo che pervade il viso di Colette, non ne capisce il motivo, ma per farla tornare a suo agio corre a prendere un grande asciugamano.

<< Scusa... ehm... se non vuoi togliertelo... almeno mettiti questo sotto e siediti per terra >> dice cercando di usare il tono più gentile e comprensivo che riesce a tirare fuori

Lei si tranquillizza istantaneamente, e finalmente esegue quello che il ragazzo le ha consigliato di fare, lasciandosi scivolare per terra vicino alla piccola stufa, che emana uno sgradevole odore di bruciato.
Lui si stravacca di nuovo sul divano, buttando un occhio veloce alla televisione.

Questa volta Jasper non se la lascerà scappare. Anche se non lo da a vedere, quella ragazza gli scatena una curiosità irrefrenabile, la stessa cosa vale per lei.
S'incuriosiscono ferocemente l'uno con l'altro.

<< Scommetto che non è la prima volta che suoni alla porta di un estraneo >>
E infatti lei scuote la testa mantenendo la sua espressione neutra

<< La smetti di fare quell'espressione! >> esclama lui passandosi una mano sulla testa

Lei sorride divertita
<< Cosa c'è signor White, la frustra non conoscere il mio stato d'animo? >>
dice facendo una pessima imitazione di Jasper

<< Vaffanculo, non ti prendere tutta questa confidenza >> dice serio

<< Certo, fa molto effetto dopo che mi hai fatto entrare due volte in casa tua senza molti problemi >> i suoi occhi grigi catturano una luce strana, come se fossero illuminati dall'interno.

Jasper la incenerisce con lo sguardo
<< Hai praticamente fatto irruzione in casa mia ieri, se non fosse per il fatto che per sbaglio ti ho aperto la porta saresti ancora fuori ad aspettare sullo zerbino >> sputa velenoso

<< E allora cosa ti ha impedito di buttarmi fuori di casa eh? Adesso per esempio cosa telo impedisce? >> ribatte sfidandolo

<< Guardati! Ancora un po' ti bruci dentro la stufa da quanto hai freddo! Ho solo evitato che morissi assiderata >>

Pausa.

<< Non sono venuta qui per farmi trattare in questo modo, quindi visto che non ti dispiace tolgo il disturbo >> dice assumendo un tono autorevole, trasformandosi di nuovo da bambina ad adulta nel giro di mezzo secondo.

<< E allora per cosa sei venuta qui Colette? >> le chiede sperando di farle cambiare idea, sperando di farla rimanere.
Infatti innesca la reazione che sperava, lei si blocca davanti alla porta, con la mano protesa verso la maniglia, pensando ad una risposta.

<< Sono venuta perché mi incuriosisci Jasper, e la curiosità non è un'emozione che amo reprimere >> dice puntandogli addosso quegli occhi di vetro, e per la prima volta pronunciando il suo nome.

Lei almeno ha avuto la faccia tosta di dirglielo. 

<< Non sono la persona interessante che credi che sia >> dice sminuendosi

<< Basta la tua intelligenza a farti diventare interessante >>

Jasper non sa cosa rispondere, avrebbe tante altre di quelle domande da farle, stupide anche ed è per questo che per il momento se le tiene per se. Si dirige verso la cucina mentre lei va ad occupare di nuovo il suo posto accanto alla stufa.

<< Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Se vuoi ho delle patatine o...>>
<< No grazie, sto bene così >>
<< Ti preparo qualcosa di caldo >>
<< No guarda io non... >>
<< Shh, ricordati che sei in casa mia >> insiste

E da questo momento finalmente si danno tregua. Passano la serata a chiacchierare, a parlare del prima e del dopo, del loro futuro, di quello che piace e non piace, sino ad arrivare a come Colette ha conosciuto Clayton e così via. Le ore volano, mentre per loro il tempo sembra non esistere più.
La scena più significativa, è quando Jasper prende la sua coperta, scivola giù dal divano e si siede davanti a lei a gambe conserte e le mani a sorreggere la testa, mentre la ascolta interessato.

Alle nove di sera spaccate, iniziano ad emergere le vere domande, quelle che entrambi non vedono l'ora di porsi l'uno all'altro.

<< Colette... ehm... tu...hai sempre avuto questo carattere così... sì insomma, così strano? >> le chiede quasi sussurrando, avendo paura della sua reazione

Scoppia in una risata fragorosa e alquanto divertente
<< Strano... cosa mi rende strana? >> chiede poi preoccupata

<< Tranquilla, magari sei solo un po' lunatica, te l'ho chiesto perché passi in un nano secondo dal comportarti quasi come una bambina al parlare come una donna di 40 anni >> le spiega il più delicatamente possibile

Lei fa una faccia confusa e si porta i capelli dietro l'orecchio, non si era mai resa conto fino ad adesso di quel suo comportamento, lui è la prima persona che glielo fa notare. Probabilmente nessuno ha mai avuto il coraggio di dirglielo.

<< Davvero? Io... non mene sono mai accorta...>> dice lei in imbarazzo

<< Ma tranquilla, vai bene così, non saresti Colette altrimenti >> la tranquillizza

Lei alza lo sguardo verso di lui, con gli occhi spalancati e le guance arrossate.

<< Grazie >> dice a voce bassissima
<< E comunque sembri un narcotrafficante senza capelli >>

<< Sii lo soo >> dice facendo gli occhi in gloria
<< Ancora non ho capito perché non ti sei voluta togliere il cappotto >> lei di nuovo diventa seria

<< Oh non volevo disturbarti facendoti cercare un posto dove farlo asciugare >> dice secca
<< Piuttosto, due volte sono venuta qui e due volte ho trovato solo e soltanto te, i tuoi genitori lavorano anche a quest'ora? >>

Jasper sapeva che prima o poi, quella domanda sarebbe arrivata.

<< Ah cos'è io devo rispondere e tu sei libera di non farlo, aggirando la mia domanda con una scusa? >> ribatte cambiando discorso
<< Se sei così curiosa di sapere la risposta prima rispondi alla mia domanda >> ma ovviamente anche se gli darà una risposta, lui non la darà a lei.

<< Allora preferisco non sapere la risposta >> dice alzandosi di scatto, come se si fosse spaventata

Jasper rimane spiazzato dalla sua risposta e dalla sua reazione, una delle poche volte in cui non se lo aspettava.

<< È tardissimo, devo rientrare... grazie per la serata >> dice mentre apre la porta

Non fa in tempo a guardarla che lei è già uscita. Dentro di se il ragazzo si maledice per aver insistito, ma allo stesso tempo è felice. Oggi è stata una giornata diversa. Per qualche ora, Colette gli ha levato quel velo di tristezza che lo avvolge costantemente.

Il filo d'erba
che si era acceso
fa da tramite al fuoco
che si ingrandisce
avvolgendo lentamente
cespugli, rovi e sassi.

La nuvola
che abbiamo lasciato pesante nel cielo
diventa sempre più scura,
assorbe sempre più acqua,
è sempre più gelosa del sole.

Jasper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora