Ora so di amarti.

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LOLLY POV'S.

Mi aveva dedicato una canzone, una delle mie preferite, "Per una volta il cuore libero".
Ancora non realizzavo, ma ero felicissima.
Prima della fine del concerto dovetti andarmene in modo da tornare prima che andassero dietro al palco.
Dato che eravamo nel centro di Verona, andai a cercare uno di quegli Indiani che ti dicevano sempre "compra rosa, compra rosa".
Lo trovai e gliene comprai una, per poi tornare da Diego più in fretta che potevo.
Probabilmente avevo beccato un paio di velox, ma non mi importava, volevo solo arrivare da lui.

Arrivai e scesi dalla macchina andando nel grande teatro, non c'era più nessuno in sala, solo alcuni tecnici che smontavano gli strumenti, così decisi di salire sul palco e andare dietro le quinte da lì.
Con il fiatone scesi i tre scalini, mi ingarbugliai nella pesante tenda rossa, inciampai per un pelo e arrivai di corsa senza fiato.
-"Ce l'ho fatta!"- urlai a testa bassa piegata sulle mie stesse ginocchia.
Rialzai la testa e lo vidi seduto in un angolo con la testa tra le mani, corsi da lui.
-"Cuore!"- mi chinai su di lui e lo abbracciai forte.
Spalancó i suoi occhi stanchi e mi sorrise per poi stringermi.
Gli diedi la rosa e chiesi preoccupata cos'avesse.
Lui mi tranquillizzò dicendomi che si era solo preoccupato per la mia assenza e mi ringraziò per il regalo con gli occhi che brillavano.

Un'ora dopo salutammo gli altri e andammo verso casa, parlammo restando mano nella mano tutta la durata del viaggio.
Quando varcammo la soglia dell'ascensore per salire, mi prese per i fianchi e mi mise contro la parete dell'ascensore per poi baciarmi e sfilarmi la giacca.
Lo lasciai fare e mi avvinghiai a lui sedendomi sulla ringhiera dell'ascensore.
L'aria si scaldò e ci ricomposimo quando arrivammo al piano, una volta controllato che non ci fosse nessuno ricominciammo a baciarci con foga entrando in casa.
Iniziammo a spogliarci a vicenda lasciando cadere tutto a terra, mi prese in braccio e mi mise seduta sul tavolo della cucina senza staccarsi da quel bacio.
Passai le mani tra i suoi capelli tirandoglieli appena avvinghiandomi con le gambe al suo bacino, mentre lui si piegava su di me baciandomi ovunque.
La sua presa su di me era pesante ma allo stesso tempo dolce, in quella passione c'era la voglia di averci l'un l'altro come se fosse la prima volta, ed i miei gemiti ad ogni suo tocco lo fecero impazzire e finimmo per fare l'amore su quella tavola.
Sfiniti, ci sedemmo a terra appoggiati alla cucina, respirando affannosamente.
-"Ho il vino rosso che ci piace tanto, ne vuoi?"- proposi io coccolandogli il viso.
-"Direi che ci sta tutto! Magari mi riprendo."- rise sulle mie labbra baciandomi.
Io sorrisi e versai il vino in due bicchieri porgendone uno a lui.
-"Quindi...a noi!"- dissi avvicinando il mio bicchiere al suo per brindare.
-"A noi! E a te, che sei la cosa più bella che potevo avere!"- fece toccare i nostri bicchieri e mi sorrise accarezzandomi il viso, mentre io sorrisi timidamente mordendomi il labbro inferiore.
Bevemmo il vino rimanendo accoccolati a terra.
-"Hai fame?"- dissi quasi pregandolo di rispondere di si.
-"Si, mangio con te!"- rise avendo capito che io ne avevo e ci alzammo.
Mentre misi la pentola per la pasta sul fuoco mi venne in mente una cosa e mi girai guardando lui che stava seduto sulla sedia.
-"Devo parlarti Diego."- dissi seria quasi con un cenno di tristezza.
-"Non sarai mica incinta?! No no e adesso chi cazzo è capace di fare il padre?! No non sono pronto, non so che fare!!"- disse agitandosi mentre io lo guardai con gli occhi spalancati.
-"Ma che vai a pensare?! No no! È che mi è venuta in mente una cosa che dovrò fare domani.. E sono un pò..... Ecco non lo so nemmeno io come mi sento.. Solo che mio padre mi aveva detto di andare la, per il semplice motivo che volevo passare del tempo con lui.."- sospirai e mi misi la testa tra le mani.
-"Eh no ancora..."- strinse i pugni diventando quasi gelido -"sono stufo di vederti stare male per lui.. Questa volta ti avrá dato appuntamento, ma metti che non si presenta?! No io non ti permetto di stare male ancora, se vuole viene lui da te."- disse tutto d'un fiato mettendosi in piedi.
-"No, me lo sento che cambierá.. E poi dai, vado a venti chilometri da casa mia da sola, secondo te mi da buca? Dai sarebbe un essere schifoso se lo facesse davvero.."- lo guardai preoccupata.
Si avvicinó a me con lo sguardo pieno di rabbia -"Lo conosci! Lo sai che ne sarebbe capace, con tutto quello che ti ha combinato non sarebbe una sorpresa!"- disse quasi urlando.
-"Non lo fará..lasciamici andare.."- gli presi le mani e gliele strinsi trattenendo le lacrime, che i ricordi stavano per far uscire.
-"Almeno fatti accompagnare, non andare in autobus.."- mi strinse a sè con tutta la sua forza.
-"Me la saprò cavare.. Non preoccuparti, voglio farcela da sola.."- gli presi il viso tra le mani e lo baciai sulle labbra più volte.
Dopo aver mangiato andammo a letto e ci raccontammo l'intera giornata, per poi addormentarci abbracciati.

I Refuse To Sink • Diego Fainello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora