Capitolo 17

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Mi sembra di essere dentro una cupola di vetro, sento tutto lontano.
Non distinguo ancora la realtà dai sogni, senza contare la luce accecante che non mi fa aprire gli occhi.
Chi diavolo mi sta puntando la luce negli occhi?

Finalmente le voci ovattate si fanno chiare. Mio fratello, Leo, sta discutendo con qualcuno che non conosco.
Riesco ad aprire gli occhi e mi ritrovo a fissare una stelllina sul soffitto della mia camera.

«Ti dico che starà meglio qui! Non c'è bisogno di andare in ospedale!»
Gemo, quelle urla mi fanno venire mal di testa. «Emma!» Leo compare nel mio campo visivo e poggia la sua mano sulla mia. «Come stai?»

Non rispondo. Sto ancora cercando di capire, ho un sacco di domande da fare. Cos'è successo? Perché sono a letto? Con chi parlava mio fratello? Cosa c'entra l'ospedale?

Ma la voce sembra non aiutarmi, sento la gola secca e non riesco a parlare senza che un colpo di tosse mi blocchi. Leo sembra capire e mi dà un bicchiere d'acqua.
Alzo lo sguardo e vedo un uomo in giacca e cravatta abbastanza giovane, penso che sia coetaneo di Leo, che non ho mai visto in vita mia. Mio fratello sembra notare cosa stessi guardando.

«Em, lui è Ronald un mio compagno del liceo, è solo venuto a controllare che tu stessi bene.» ho un forte mal di testa e non capisco molto, mi aveva chiamata Em? Così lo interrompo e gli domando: «Cos'è successo?».

Mio fratello maggiore sembra interdetto, forse non si aspettava questa domanda o chi lo sa, ma ottengo questa risposta: « Ne parliamo dopo io e Ronald ora dobbiamo parlare. Riposati» mi rimbocca le coperte e se ne va.

Mi sento indolenzita e sinceramente non riesco stare ancora a lungo a letto. Ho bisogno di una tachipirina il mal di testa mi sta uccidendo, guardo sulla scrivania ma vedo i miei libri, quelli di scuola, sopra c'è scritto che sono quelli dell'ultimo anno di High School. Ma non è possibile, io faccio il primo anno, è vero quei libri mi sono familiari. Tutto questo non ha senso.
Probabilmente sto iniziando ad avere le allucinazioni, sì dev'essere quello.
Meglio se vado a letto.

Mi sdraio e mi nascondo sotto le coperte calde.
Ma il sonno non sembra arrivare, non capisco. Mi sembra tutto diverso. La posizione degli oggetti in camera, l'affetto che prova per me mio fratello, i libri di scuola. Nulla più sembrava essere rimasto come l'avevo lasciato. Non mi sembra di essere stata da nessuna parte.
L'ultima cosa che mi ricordo è che quel mattino Dan mi aveva portato a scuola, Mark e Cassie sembravano fatti l'uno per l'altra e io avevo completamente chiuso con Jacob.

Eppure tutto era cambiato, non mi sembrava fosse passato molto da quando mi ero sfogata su Jacob. Ancora sento la rabbia che ribelle nelle mie vene. Penso non lo perdonerò mai più per quello che ha fatto. Nessuno mi aveva mai trattato così male e nessun altro lo farà. Lui come nessun altro non si merita le mie lacrime. Per questo non piangeró, manco morta.

Devo capire cosa mi è successo.








Vorrei davvero aggiornare più spesso ma non ho molto tempo. Spero davvero che continuiate a leggerla lo stesso. Sto davvero cercando di scrivere il più spesso possibile.
Baci belli.

~Aly🍕

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