Orobie bergamasche, capodanno 2016.
Quando le cose accadono, anche senza un motivo particolare, si è costretti ad affrontarle qualunque sia la loro natura, possa essere questa sessuale, lavorativa o Gianni Morandi. Nel caso accada un evento randomico e spiazzante le reazioni possono essere molteplici, con una gamma che va dal lieve sussulto al suicidio anomico. Cercare di tracciare una fenomenologia della situazione randomica è impossibile, troppe variabili, ma nonostante questo, si può parlare di una sorta di legge di Murphy: per quanto una situazione può sembrare strana, esiste una situazione, passata o futura che è stata o sarà più inusuale di quella vissuta. Questa introduzione è per dare una vaga idea del surrealismo in cui ci siamo trovati.
Avevamo deciso con alcuni miei ex compagni del liceo e avversari imprescindibili al fantacalcio, di fare 4/5 giorni in montagna da me, nel paesaggio brullo delle prealpi bergamasche. Io, Pattone, Giannih, Drew e Anima sporca. Partendo da Milano avremmo dovuto esserci tutti, ma considerando che Giannih veniva da un viaggio secondo solo a 20.000 leghe sotto i mari, abbiamo deciso di partire separatamente: Anima sporca e Pattone in una macchina, io e gli altri in un'altra. Tralasciando il viaggio apocalittico con strade sbagliate e madonne volanti, ci troviamo nel punto di rendez-vous con l'altra macchina, nei pressi di un benzinaio fallito.
Decidiamo dunque di fare la spesa all'Eurospin a metà strada tra Castione e Rovetta, due tra i quattro paesi della valle noti anche come cavalieri dell'apocalisse: Castione, Rovetta, Onore, Clusone (rispettivamente: carestia, guerra, pestilenza e morte). I virtuosi 150€ spesi per i cibi e il bere avremmo scoperto essere una sentenza più che giusta per il cagotto causato da quei reperti nucleari comprati all'insegna del risparmio. Arrivati a casa ci sono da svolgere i preparativi di rito, quali accendere il frigo e aprire l'acqua, ma soprattutto la salvezza di colui che avrebbe dormito sul divano, andava acceso il camino. Quella fornace è tutt'oggi un mistero per l'intera comunità scientifica. Nonostante le sue dimensioni minute è in grado di bruciare il cavallo di Troia in meno di dieci minuti, il tutto senza raggiungere i 100 gradi interni, temperatura minima per accendere la ventola e riscaldare il salotto. Recenti teorie sostengono che le sue fiamme siano fuochi fatui in cui ardono le anime dei dannati che in passato hanno lanciato bottiglie di plastica tra le fiamme (cosa che Giannih aveva fatto un anno prima, dunque alla sua morte la sua anima alimenterà il mio camino). Era ora di conquistarsi i posti letto.
La situazione vedeva Drew e Giannih su un letto a castello nella mia cameretta, Anima sporca sul divano (da cui non si sarebbe mai mosso per i giorni successivi), e io a dividere il talamo nunziale con Pattone, e che sia chiaro, lui era sdraiato sul lato della moglie. Inoltre Anima sporca aveva deciso di conquistare il bovindo adiacente al salotto, rendendolo così il suo studio malvagio, usato principalmente come guardaroba e come stazione di rifornimento per lo svapo. Adesso, per quanto una persona possa immaginarsi lo svapo come ambiente ideale per sapori quali fragola o semplice tabacco, l'illegalità dei gusti portati dal buon Anima sporca rendevano impossibile la respirazione normale. Esempi? Chiedete al mio naso il suo stato di salute dopo aver inalato per un pomeriggio vapore al gusto di plumcake glassato al limone. E' come essere bloccati in galleria in metropolitana, vittime di un attentato con il gas nervino, l'unica cosa che si può fare è pregare attendendo l'infausta fine, la moratoria ingiusta per aver preso proprio quella metropolitana, l'osceno risultato di una catena di eventi oramai irreversibile. Per quanto candide e fulgenti potessero sembrare quelle nubi, la loro natura tossica era un jalapeno strozzato nella trachea.
La nostra condizione era dunque precaria, con litri di birra scadente, un'aerofagia collettiva, e le maratone su Dmax. A questo dobbiamo aggiungere l'arrivo di dei vicini molesti: il figlio di un amico di mia nonna e i suoi amici. Si palesano da noi il secondo giorno con tanto di papà al seguito. Se già la situazione a livello di odori era tragica in casa, al sentire l'aroma dell'alito di quell'uomo mi viene voglia di infilare il naso tra le chiappe di Pattone, il cui ano, senza dubbio, sarebbe stato un Arbre Magique a confronto. I vicini sono bravi ragazzi con la tipica faccia da ingegneri, per capirci sono brutti in culo, roba che tra loro io sembro un modello, ma di quelli belli belli tipo Derek Zoolander che fa la mitica Magnum. Da quel giorno quei bravi ragazzi non sono mai più usciti di casa, le loro giornate si svolgevano tra tornei di risiko, urla e bestemmie. C'è da dire che noi eravamo sempre distesi sul divano ma almeno una volta al giorno prendevamo aria facendo un giretto. In questo clima di scazzo e avversità con i mostri del piano di sotto arriviamo a capodanno.
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I fiori della nebbia (o le stagioni a Milano)
HumorRacconti di serate che, per quanto ambientate in un panorama elegante e in zone "in" del capoluogo lombardo, narrano delle meravigliose odissee low cost vissute in prima persona da anti eroi pronti a tutto per trovare un briciolo di divertimento, an...