Capitolo 4

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Abbiamo deciso di fare una passeggiata, come facciamo sempre quando andiamo al bar. Il sole risplende nel cielo sopra di noi, privo di tutte le nuvole. Finalmente qui a New York si sta avvicinando l'estate, infatti la neve ormai è sciolta. Sto camminando a braccetto con Thomas, mentre il resto del gruppo sta davanti a noi. Thomas mi sta raccontando le ultime vicende con Sebastian. Sono proprio una bella coppia, si vede che si amano tanto, come me e Chris prima che lui partisse, ma non devo pensare a lui, non adesso. Sono contenta che il mio migliore amico ha avuto una persona speciale come Sebastian, dopo la sua rottura con quel deficiente di Noah.  << Pensavamo di partire alla fine di tutti gli esami, e alla fine del campionata, solo io e lui.>> Dio, quanto vorrei partire anch'io. Quasi tutti hanno fatto dei progetti alla fine degli esami. Partono tutti, chi ritorna dalle proprie famiglie, chi parte con i rispettivi fidanzati, speravo ancora nella presenza di Thomas e Sebastian. Adesso siamo rimasti solo io e Gabriele, ancora indecisi sul da farsi. Mio fratello parte con Sam, vanno a trovare la famiglia di lei, e il rimanente del gruppo parte per tornare nei rispettivi paesi. Solo Blue e Noah rimangono qui a New York, perché sono entrambi di qui, ma anche loro hanno la loro vita fuori dal college, quindi non so quanto tempo staremo insieme. Pensavo di tornare in Italia con Gabriele, e forse ci raggiungono anche Sara e Alessandro. Mi mancano quei due. << Bè, è un'idea fantastica dove volete andare ?>>

<< Pensavamo a Parigi, nessuno dei due c'è mai stato.>> afferma. Parigi... una delle mie città preferite. L'ho vista quando ero piccola con la mia famiglia. Forse prima di tornare in Italia potrei fare un piccolo tour con Gabriele, lungo tutta la costa est. Abbiamo sempre voluto farlo. Inizialmente questo viaggio l'vevamo organizzato con Ale e Sara dopo il diploma, ma alla fine non abbiamo  fatto niente del genere, abbiamo preferito andare in Grecia.  Dopo ne parlo con Gabriele. << Penso che sia la città perfetta>> rispondo e continuiamo la nostra passeggiata seguendo il resto del gruppo.

Mi trovo in macchina con Thomas e Gabriele, dovrebbero riaccompagnarmi nella mia stanza visto che domani ho un'esame importante, ma noto che mi stanno portando da tutt'altra padre.  Verso casa di Thomas. << Hem... scusate perché stiamo andando a casa tua Thomas ?>> gli chiedo, seduta sui posti dietro della macchina. << Dobbiamo parlarti di una cosa>> mi risponde Gabriele.  Mi devono parlare ? E di cosa ? Non faccio domande, ma per tutto il tragitto mi chiedo di cosa mi debbano parlare. Quando arriviamo Thomas parcheggia dentro il garage di casa sua, ed entriamo da lì. Ci togliamo subito i cappotti e li gettiamo da una parte sul divano mentre ci sediamo.
I ragazzi non si decidono a parlare, e si guardano continuamente, ma a me questo silenzio mi sta mettendo ansia e mi innervosisce, così inizio io a parlare << Di cosa volevate parlarmi ?>> gli chiedo. Aspetto una risposta che non tarda mto ad arrivare. << L'altro giorno, sotto il letto si Jack ho trovato una scatola>> inzia Thomas << quando l'ho aperta c'erano delle lettere. Sono dette indirizzate a te Abby, dall'Inghilterra >> indirizzate a me ? Chi diavolo scrive ancora lettere? La trovo una cosa mto dolce, ma non ne capisco il bisogno. E poi chi potrebbe mai scrivermi dall'Inghilterra. Gli unici potrebbero essere Ale o Sara, ma li sento spesso via Skype, l'unica possibile persona che rimane é.... No, non può essere lui. Perché scrivermi delle lettere, quando può benissimo chiamarmi sul telefono, cosa che non ha mai fatto da quando se né andato. Neanche un misero squillo é mai arrivato. << Chi è il mittente  ?>> chiedo titubante. << Non c'è scritto fuori dalle lettere, ma la scrittura é  quella di Christian  >> mi risponde Gabriele. Rimango in silenzio, non sapendo cosa dire. Perché mi ha scritto delle lettere ? E perché mio fratello le tiene in una scatola e non me le ha mai date ? Vorrei chiedere a Thomas di darmele, così da poterle leggere. Ma quest'idea mi terrorizza. Mi terrorizza il contenuto di quelle lettere.  Anche i ragazzi non aggiungono altro e rimangono seduti ad aspettare una mia reazione. << Posso... posso averle ? >> chiedo. Thomas annuisce e sale al piano di sopra, dove si trova la stanza di mio fratello.  Anche Gabriele si alza, per sedersi accanto a me. Mi avvolge la vita con un braccio e mi avvicina a lui. Avevo bisogno di un suo abbraccio. Quando Thomas torna Gabriele non si sposta e rimane con il braccio attorno la mia vita. Thomas mi passa la scatola di cartone ed il la prendo titubante. Non la apro , voglio leggere queste lettere in privato e quando mi sentirò pronta , forse risponderanno ad alcune delle mie numerose domande. << Vorrei tornare in stanza adesso, per favore >> i ragazzi annuisco e usciamo da casa di Thomas in silenzio. Anche il tragitto é silenzioso e quando arriviamo lì saluto con un piccolissimo gesto della mano. Entro nella mia stanza, poso la scatola e subito mi spoglio per farmi una bella doccia.  In questo momento me ho proprio bisogno, per schiarirmi un po le idee e rilassarmi. Finalmente avevi deciso di ridere un inizio alla mia vita,ma non sempre le cose vanno come vogliamo.  Sogniamo e speriamo troppo tutti quanti. I sogni e la speranza, molto spesso ci illudono solo. Quante persone solo per inseguire i propri sogni hanno fallito nella vita, o hanno provato dolore? La vita non è facile, e lo so bene,so bene che si soffre e anche tanto, ma perché soffrire per colpa dei nostri sogni ingenui ? Ci illudiamo di avere tutto ciò che voglia , di raggiungere traguardi lontanissimi. Desideriamo molte cose, ma non sempre possiamo averle e questo ci distrugge. Dovremmo smettere di sognare o di illuderci. Mi ero illusa che lui mi amasse e che non mi avrebbe mai lasciata. Mi ero illusa che sarei stata capace di ricominciare, ma lui in qualche modo é riuscito  a rifare parte della mia vita tramite stupide lettere che ancora devo leggere. Mi ero illusa che mio fratello non mi nascondesse  niente su si lui. Gliel'ho chiesto un miliardo di volte , se lui sapeva qualcosa ma ha sempre risposto di no. Mentiva. La gente mente, non sa fare altro.  Esco dalla doccia avvolta nel mio asciugamano. Mi asciugo bene per poi infilarsi il mio bellissimo pigiama giallo. Blue non è in stanza, e sono contenta di rimanere un po da sola. Ne ho proprio  bisogno in questo momento. Ho la scatola davanti a me, e non so se  aprirla. Vorrei leggere subito tutte le lettere al suo interno,ma qualcosa mi trattiene. Mi trattiene la paura di scoprire cose che non vorrei mai scoprire. Ma forse questo è un rischio che devo correre se voglio sapere parte della verità. Apro la scatola  riluttante e prendo la prima busta. Prima di aprirla, la rigiro tra le mani e poi apro la lettera.

Come Back To Me #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora