Capitolo nove⚽️

1.7K 73 4
                                    

AMANDA
Mi sveglio con una voglia di andare a Trigoria pari a zero. Guardo l'ora e sono le undici. Merda. Sono in ritardo. Perché papà non mi ha svegliata?
Esco dalla mia camera e corro subito sotto per incazzarmi con lui, quando al suo posto mi ritrovo mia madre insieme a una testa bionda.
-EMMA!- urlo saltandole addosso.
-Mi sei mancata un sacco.- dice abbracciandomi.
-Sei cresciuta.-le dico
-Vaffanculo.-
Ridiamo entrambe e dopo saliamo in camera mia per parlare.
-Voglio sapere TUTTO quello che è successo da quando sei a Roma. Tua madre mi ha detto che ieri avete avuto a cena Stephan El Shaarawy.-
-Quella non si fa mai i cazzi suoi. Ma tu che ci fai qua?-
-Mio padre è venuto a Roma per lavoro e sta qua fino a Lunedì. Così ho chiamato tua madre per dirle che volevo farti una sorpresa e lei mi ha detto che potevo stare qua. Non è magnifico?-
Annuisco e mentre l'abbraccio urliamo insieme.
-Ma adesso mi devi raccontare quello che c'è tra te e Stephan.-
-Tra me e Stephan non c'è un bel niente, anzi.-
-Come no. Voglio sapere tutti i dettagli.-
Mi arrendo e le racconto tutto. O meglio, quasi tutto.
Tralascio solamente la parte del bacio con Marco.

-Tu sei completamente scema. Uno come Stephan ti vuole baciare e tu lo respingi?-
-Si, non mi piace.-
-Ma vallo a dire a qualcun altro, ti prego.-
Scuoto la testa e dopo mi metto a ridere.
-A cosa stai pensando?-
-Non riesco a crederci che gli ho dato veramente uno schiaffo.- ammetto.
Emma inizia a ridere e insieme iniziamo a fare le cretine rotolando sul letto.
-Okay, ora basta ridere.- dice Emma calmandosi.
Si alza in piedi.
-C'è un calciatore single carino in squadra?- domanda giocando con il suo braccialetto.
-Che io sappia no, sono quasi tutti sposati o fidanzati.-
Emma sbuffa.
-Stephan è l'unico libero?-
Annuisco.
-Quindi non ti dispiace se ci provo con lui? Tanto hai detto che non ti interessa.- dice sedendosi accanto a me.
-Infatti non mi interessa. Te lo cedo volentieri.-
Questa cosa mi irrita un pochino. È qui da neanche un'ora e già pensa a trovarsi un ragazzo. Ma d'altronde è fatta così. I ragazzi per lei sono come lo sono per Stephan i suoi capelli. Fondamentali.

-Lo so che ti rode.- ammette.
-Ti sbagli.- le dico colpendola con un cuscino.
-Vuoi la guerra, eh?- dice colpendomi con un altro cuscino.
3,2,1! Inizia la battaglia dei cuscini, come quando eravamo bambine. Finiamo a terra ridendo come due idiote. Sono davvero felice che lei sia qua. Dopo quello che è successo in questi giorni, solo lei poteva tirarmi su il morale. Emma è più di una migliore amica, è la sorella che non ho mai avuto. Certo, ci litighiamo, ci prendiamo per i capelli, ma poi facciamo subito pace. È essenziale nella mia vita.
-Sono felice che sei qua con me.- le dico abbracciandola.
Lei ricambia il mio abbraccio e mi dà un bacio sulla fronte.

Saluto mamma, e con Emma mi dirigo in centro per fare shopping.
-Quanto mi è mancata l'Italia!- afferma Emma girando su se stessa.
-Ancora non mi hai raccontato cos'hai fatto a Dubai.- dico mentre ci sediamo ad un bar.
-Niente di che, la mattina lavoravo in un chiosco e la sera andavo a ballare.- dice posando le sue buste su una sedia.
Intanto arriva un cameriere che ci chiede cosa prendiamo. Scegliamo entrambe un caffè, visto che ormai sono le quattro del pomeriggio.
Emma inizia a raccontarmi delle sue avventure a Dubai e da come la descrive sembra proprio un altro mondo. Devo dire che la invidio abbastanza.

Dopo esserci "idratate" decidiamo di passare al secondo round di shopping.
Entriamo in un negozio di abbigliamento per uomo perché vorrei comprare una cravatta a mio padre per ringraziarlo di avermi lasciato trascorrere la giornata con Emma.
Prendo una cravatta blu, quando una mano tocca la mia.
-L'ho vista prima io.- mi rivolgo a quella persona.

Mi giro e indovinate chi è?

-Sei un persecuzione!- esclamo.
-Io?Questo è un negozio di abbigliamento per uomini.-
-Lo so. Sono qui per comprare un regalo.-
-Per chi?Per Marco?-
-No, per mio padre. E poi perché sto perdendo tempo con te?Ti saluto.-
Faccio per andarmene quando dietro spunta Emma.
-Amanda, non me lo presenti il tuo amico?-
Ci mancava solo questa.
Alzo gli occhi al cielo.
-Emma, lui è Stephan, Stephan lei è Emma.-
Emma gli dà la mano e Stephan gliela bacia.
Mi sento il terzo incomodo.
-Amanda non mi aveva mai detto di quanto tu fossi così carino dal vivo.-
Davvero Emma?Era proprio necessario dire questa cosa?
Vedo Stephan guardarmi per poi arrossire.
-Amanda si dimentica molti dettagli.- mi sorride.
C'è un imbarazzantissimo silenzio, così decido di interromperlo.
-Stephan, se non ti dispiace noi andiamo, ciao.-
Prima che Emma possa dire qualcos'altro di inopportuno me la trascino dietro e usciamo da quel maledetto negozio.
-Perché ti sei comportata così?È così carino.- dice sorridendo.
-Carino lui?Ti prego.- dico muovendo la mano.
-Ti piace!- insiste.
-Smettila o stasera dormirai per strada.-
Emma segue il mio consiglio e fa un gesto come per dire 'non parlo più'.
Proseguiamo il nostro giro di shopping.

Torniamo a casa stremate da questa giornata.
Mentre Emma sta facendo la doccia, dò uno sguardo al cellulare.
Vado su Google e cerco "Stephan El Shaarawy".
Entro su Wikipedia e scopro che è nato a Savona e che suo padre è egiziano.
Questo spiega i suoi lineamenti.
Ha ventiquattro anni e viene soprannominato "il faraone" appunto per le sue origini.
Con mio grande stupore vedo che ha giocato anche nel Milan e che era stato ceduto al Monaco, ma che purtroppo non è andata bene.
Prima che possa scoprire altro, Emma irrompe nella mia stanza.
-Che cosa stai facendo?- domanda con un asciugamano legata addosso mentre si sta pettinando i capelli bagnati.
-Niente.- nascondo il cellulare.
Con una mossa falsa riesce a prendermelo e a sbloccarlo.
-Bastarda!- quasi urlo.
Fa una faccia schifata.
-Ti ha scritto quel deficiente di Marco.- mi dice porgendomi il cellulare.
Sbarro gli occhi. Prendo il cellulare e noto che si è aperta la chat di Marco sopra la pagina di Stephan. Il cielo mi ha graziata.
Leggo il messaggio di Marco e c'è scritto:

'mi manca il sapore delle tua labbra.'

-Mi viene da vomitare.- aggiunge Emma.
Sorrido.
-Mica l'hai baciato?- sbarra gli occhi.
Annuisco.
Emma mi spinge sul letto e inizia con una mano a colpirmi e con l'altra si tiene l'asciugamano.
-Tu non capisci niente!- esclama dandomi una "cuscinata" in faccia.
Io inizio a ridere davanti a questa scena.
-Ridi pure, stronza?- mi colpisce più forte.
-Ma cos'ha Marco che non va?- le dico ridendo.
-Non mi piace quel ragazzo. Se la crede un sacco, e poi ha l'aria da Don Giovanni.-
-Vuoi dire che Stephan non è così?- domando alzandomi dal letto.
-Lo vedi che lo tiri sempre in mezzo?- dice con una faccia da sfacciata.

Non le rispondo e la colpisco con un cuscino.
Non è vero che tiro sempre Stephan in mezzo, il suo nome esce casualmente dalla mia bocca.
E poi Emma è una grande manipolatrice, sa come raggirarti.

-Cosa rispondo a Marco?-
-Che bacia da schifo.- afferma.
Rido a quell'affermazione. È vero, non è un baciatore così eccellente, ma ha quel qualcosa che mi affascina.
Risponderò a Marco più tardi.

Scendiamo sotto e a tavola troviamo mamma, papà e Fede.
Salutiamo tutti e ci accomodiamo.
Iniziamo a mangiare quando mamma inizia a parlare.
-Tuo padre vuole che tu vada alla partita di domani.-
Quasi mi affogo con l'acqua che stavo bevendo.
-Se non l'avete notato, qua c'è Emma. Non posso piantarla in asso per andare ad una stupida partita.-
-Porta Emma con te.- dice mio padre.
-Ad Emma non piacciono le partite.-
-Si che mi piacciono!- esclama Emma.
Le dò un calcio da sotto il tavolo, ma niente. Continua imperterrita a parlare.
È così difficile avere qualcuno dalla mia parte per una volta?
-Amanda, è la prima partita di tuo padre in veste di allenatore della Roma. È un giorno importante, tutta la famiglia deve essere presente.-
Sono stanca di tutti questi eventi importanti. Partecipo ad essi da quando sono nata.
Mi limito ad un 'va bene' e continuo a mangiare. La cena continua con papà che riempie di mille domande Emma per quanto riguarda la sua permanenza all'estero.
Menomale che Emma sa com'è fatto, qualcun altro al suo posto sarebbe già scappato.
Finiamo di cenare e ci dirigiamo in camera, ci mettiamo il pigiama e ci infiliamo sotto le coperte. Spegniamo tutte le luci della camera e accendiamo solo una torcia per rimanere a parlare ancora un po'.
Non faccio in tempo a finire il mio discorso che già Emma è crollata.

Ne approfitto per rispondere a Marco.

Mi manchi anche tu.❤️
Domani sono alla partita, tu ci sarai?

La risposta non tarda ad arrivare.

Certo. Tuo padre mi ha convocato, ma credo che starò tutto il tempo in panchina.😒
Dopo ti va se usciamo insieme?

Devo vedere cosa dice il boss.

Okay, fammi sapere. Buonanotte❤️

Sorrido davanti a quel messaggio.

Poso il cellulare e cerco di spostare Emma che nel frattempo si è avvinghiata a me.
Dopo svariati tentativi riesco finalmente a spostarla.
Spengo la luce della torcia e dopo averle dato un bacio sulla fronte, mi corico.
È così bello averla qua con me.

NOBODY LIKE YOU || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora