NOiRE - Capitolo 1

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Se l'oscurità si presentasse proprio di fronte a voi, che forma avrebbe?

Io lo so.

Il mio nome è Kalem. Ho diciassette anni. All'apparenza, sono un tipo piuttosto ordinario: frequento un ordinario liceo, ho degli ordinari compagni di classe, degli ordinari genitori e vivo in una casa ordinaria. Ho anche una ragazza, non molto ordinaria però. O, almeno, non per me. In senso buono però! Lei si chiama Janet. È intelligente, simpatica, popolare... A volte mi sento perfino troppo inetto anche solo per poterle stare accanto. Però lei mi ama nella mia semplicità.

Come ogni persona normale, ho delle paure. La mia è infantile, come la definiscono tutti. Ebbene, ho paura del buio. Proprio come un moccioso. Il momento che odio di più della giornata è quando vado a dormire. L'oscurità mi avvolge, spezzata soltanto dalla luce che penetra dalla finestra e che illumina una parete, sulla quale si riflettono ombre di tutti i tipi. Spesso, per farmi venire il sonno, provo a riconoscerne qualcuna. A volte mi è capitato di vedere le figure snelle dei gatti randagi che gironzolano per il quartiere e si acciambellano sulla mensola della finestra. Qualche volta vedevo la sagoma delle foglie di un albero i cui rami si sporgono fino ad arrivare alla mia finestra, in particolare col vento.

Ultimamente, però continuo a vedere un'ombra diversa dalle altre. Sembra quella di una ragazzina, con una larga gonna a palloncino. Si ferma davanti alla mia finestra per qualche secondo, e poi se ne va, come se nulla fosse. La cosa strana è che, quando in quei momenti guardo la finestra per sorprendere la misteriosa figura, non c'è nessuno e non appena torno a fissare la parete, l'ombra è già scomparsa. Un'altro fatto strano è che non può essere di certo qualcuno che mi fa uno scherzo, dal momento che la mia camera si trova al secondo piano e, che io sappia, gli esseri umani non sanno volare.

Un po' di tempo fa ho provato a parlarne con Janet, la quale mi ha semplicemente di non preoccuparmene e probabilmente era solo un'allucinazione dovuta al sonno. Io non la pensavo allo stesso modo, ma oltretutto mi faccio sempre troppi problemi quando invece dovrei prenderla un po' più alla leggera, come fa il mio migliore amico Phil. Lui sì che è la persona più rilassata del mondo. A volte mi chiedo come faccia, ma poi penso alle sostanze che spesso prende e tutto torna chiaro. Spesso mi ha offerto di provare. "Rilassati, amico! Sei troppo stressato. Con questa roba ti passa tutto!" mi diceva. Ma io ho sempre rifiutato. Non credo che questo sia il modo giusto di risolvere le cose. Sia io che Janet siamo preoccupati per lui. Molte volte l'abbiamo sollecitato ad andare a uno di quelle terapie di gruppo, ma lui diceva sempre che non c'è nulla di cui preoccuparsi, che ha tutto sotto controllo. Ho paura che farà una brutta fine, se dovesse continuare così. Sono il suo migliore amico, cazzo! Dovrei fare qualcosa di più che starmene qui a rigirarmi i pollici, mentre lui lentamente si uccide da solo! Dovrei andare da lui e dirgli "Butta questa cazzo di roba e alza il culo, bello. Tu adesso vai in terapia!" Purtroppo, però, non sono capace di reagire a questo modo. Sono sempre stato nervoso e pauroso, sin da bambino. Anche per questo ho paura del buio. Mi preoccupo troppo a pensare a cosa potrebbe esserci nell'oscurità, a cosa vi si cela... E a cosa potrebbe essere capace di fare.

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