Se ne stava lì, in piedi sulla porta della camera d'ospedale. La guardava e gli sembrava una scena assurda: non si vedevano da un mese adesso lui era lì, a osservarla in quella stanza bianca e anonima.
-Ehi.
Lei si girò e lo vide.
-Sei proprio tu.
La raggiunse:-Sono proprio io.
-Non pensavo che saresti venuto.
-Ma smettila, certo che lo sapevi. Quando mai non mi sono presentato a un appuntamento?
Si sedette sul letto, accanto a lei, a contatto con il suo corpo.
La sedia accanto rimase vuota: era quella che usava il suo nuovo ragazzo. Si sedeva lì e le stringeva la mano.
Lei notò subito la differenza. Il suo primo amore non aveva esitato a sedersi così vicino, mentre l'uomo della sua vita gli stringeva la mano tenendosi leggermente a distanza.
Erano due modi così diversi di amare.
Lo osservò. Sembrava più magro, e aveva i capelli più chiari.
-Ti trovo in forma.
-Vorrei poter dire lo stesso di te.
-Non sono al massimo delle mie capacità di seduzione.
-Non lo sei mai stata, no?
Rise.
-Mi trovavi bella una volta.
-Non volevo ammettere i miei problemi di vista.
Si misero a ridere.
-Sul serio, non pensavo che saresti venuto.
-Lui mi ha chiamato disperato. Ha detto che avevi bisogno di me.
-Sì, beh... Ho sempre avuto bisogno di te.
-Non fare la sentimentale. Non è il momento. Devi pensare a riprenderti. Così poi mi spieghi perché sono qui.
-Mi sei mancato.
-il tuo ragazzo è di là. L'hai costretto a chiamare me. Ti sembra una cosa normale? E lui sta lì, a subire tutto questo. Deve amarti tantissimo. Non osare lasciarlo andare.
-Mi stai facendo tornare in mente il motivo per cui mi sono innamorata di te.
Lo sguardo del ragazzo era interrogativo.
-Hai sempre visto l'amore negli altri senza bisogno di far primeggiare il tuo.
-Ora invece ti ricordo il motivo per cui non mi hai amato più.
-Cioè?
-Ero un bambino che non sapeva niente dell'amore.
-Io non sono stata capace di insegnartelo.
-No, infatti. Un cattiva maestra e una pessimo allievo. Cosa poteva uscire di buono?
-Noi due.
Finalmente lui gli sorrise dolcemente e gli accarezzò i capelli.
-Io però sono migliorato adesso. Ho trovato una ottima insegnante. E anche tu.
-Davvero, lo amo.
-Lo so.
-È solo che...
-Lo so.
-Tu eri...
-Sarò sempre con te. Ma non sono io quello a dover stare qui a rassicurarti.
-Però sei l'unico che ci riesce.
-Lui può farlo. Devi solo lasciarglielo fare.
-Non voglio lasciarglielo fare. Non voglio nessuno a rassicurarmi tranne te. Non voglio che esci da questa stanza. Non voglio che torni da lei. Non voglio non sentire più il tuo peso su questo letto. Non voglio vederti oltrepassare quella porta e sapere che non tornerai domani.
-Hai la febbre.
-Ti amo.
-Tu non sai quello che dici.
-Non andare via.
Lui si abbassò e gli lasciò un bacio sulla fronte.
-Pensa a rimetterti. Pensa a stare bene e a stringergli la mano. E portami sempre con te come io ti porto con me. Sai quanti posti ti sto facendo vedere? Ti porto ovunque nella mia vita.
-Sei bellissimo.
-Amore mio.
La baciò e una lacrima cadde involontariamente sulle sue labbra.
-Non posso restare. E sai perché?
-Perché?
-Non perché io non ti amo. Non perché io stia con lei. Non posso restare perché non stiamo bene insieme. Non lo vedi? Riusciamo ad amarci solo quando stiamo male. Noi la felicità non la sappiamo costruire, figurati se la sappiamo vivere. Tu starai bene. E quando starai bene non sarò io quello che vorrai. Sarà lui. Perché io e te sappiamo amarci solo nelle lacrime. E non esiste un amore così.
-Esistiamo noi.
Lui rimase per un po' appoggiata a lei, le loro labbra vicine senza toccarsi.
E alla fine sorrise.
-Sì, amore. Esistiamo noi. Esisteremo sempre.***Spazio autrice***
Tantantaaaaan! Siamo arrivati alla fine! Volevo ringraziare tutti vuoi che l'avete letta e mi avete aiutata ad andare avanti con i vostri voti e commenti. Vi voglio bene. Comunque sto lavorando su una storia su El Shaarawy❤Vi è piaciuta la storia?🙊