Mentre Parrish guida come un pazzo lungo la strada che conduce al ristorante ho il tempo per pensare ai fatti accaduti questa mattina, Derek è stato tremendamente dolce con me, ma il dolore per il momento è ancora troppo forte. La paura regna sovrana su di me e vorrei solo tirargli qualcosa in testa ogni volta, ma poi il suo sorriso non fa altro che farmi cambiare idea ogni volta.
"Jordan forse dovresti calmarti." dico osservano l'ennesimo semaforo sorpassato con il rosso.
Lui sbuffa e sembra tentennare un pò. Giocherella con le dita sul volate poi si volta per un secondo verso di me, come ad assicurarsi che sia veramente io.
"Le cose non stanno andando bene ultimamente..con Lydia al lavoro..sembra che succeda tutto insieme. Poi Lyd è strana io non so più cosa fare." dice scuotendo il capo. Resto qualche secondo in silenzio incerto su cosa dire. Le parole sbagliate con Jordan possono valere l'umore storto per una settimana intera.
"Scott mi ha sempre detto che la bilancia non può pendere sempre da una sola parte. Dopo il bene viene il male, un periodo tranquillo sarà seguito da uno di conflitto, non possiamo farci niente. Per quanto riguarda Lydia non so, cosa intendi con strana? Credi possa dipendere dai recenti avvenimenti?"
Resta in silenzio, come se stesse elaborando la risposta corretta, poi scuote stancamente il capo.
"Non lo so..era già da un po che almeno con me si comportava in modo freddo e distaccato. Adesso le cose sembrano peggiorate. Ho paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, non voglio perderla. Io la amo."
"Posso parlarle, vedere cosa mi dice."
"Potrebbe essere un'idea..grazie Stiles."
"Figurati, ma sappi che poi dovrai essere tu a parlarle." dico ed il discorso sembra concluso li, Jordan continua a guidare, lo sguardo fisso sulla strada.
Il ristorante appare davanti a noi, vi sono i nastri gialli, che delimitano un'area dove è stato compiuto un crimine. Il silenzio regna sovrano e il luogo manda un'aura negativa. Scendo dalla macchina dubbioso, siamo solo in due, dove è avvenuto un crimine soprannaturale, con armi decisamente discutibili, per il tipo di persone che rischiamo di incontrare la dentro.
Parrish sembra capire cosa mi passa in testa e per un momento lo vedo esitare.
"Stiles, abbiamo già controllato stamattina, non troveremo alcuna creatura soprannaturale." dice ed avanza poi lo sento aggiungere "speriamo" a bassa voce e la cosa non mi rassicura affatto.
Avanziamo con le pistole puntate, sotto di noi dei vetri rotti schricchiolano. Ci sono delle ragnatele enormi appiccicate in tutta la stanza.
"Non toccare le ragnatele, bruciano. Stamattina ho dovuto inventarmi cose assurde per farci credere gli altri." dice Parrish, continuando ad avanzare. Io annuisco e continuo a camminare. Senza capire il motivo per cui ci troviamo li.
"Mi spieghi cosa ci facciamo qua?" domando cercando di non fare troppo rumore.
"Cerchiamo."
"Cosa?"
"Qualsiasi cosa." borbotta poi si ferma e mi fa segno di fare lo stesso.
"Hai ragione, dobbiamo tornare qua con Scott, da soli non troveremo niente."
Torniamo alla macchina ed il fatto che mi abbia dato ragione, mi lascia quasi stupito. Quando arriviamo in ufficio, si è già fatto tardi.
"Io chiamo Scott, ci torneremo domattina." mi dice Parrish, prima di chiudersi nel suo ufficio. Io annuisco e mi metto il giubbotto, esco dall'ufficio e la macchina di Derek è parcheggiata li davanti. Scuoto il capo e salgo in macchina. Lui sorride e mette in moto.
"Dove andiamo?" chiedo.
"Al mio vecchio Loft." annuncia.
Io sospiro e prendo il mio telefono, ci sono tre chiamate perse, tutte di Malia. La richiamo ed attendo mentre il telefono squilla a vuoto. Devo chiamare altre due volte prima di ricevere una risposta dall'altra parte.
"Pronto Malia?" domando respirando profondamente, probabilmente sarà furiosa. Mi sento terribilmente in colpa.
"Stiles dannazione che fine hai fatto? Mi hai fatto preoccupare."
"Scusami Mal ho avut dei contrattempi, stasera non credo di riuscire a passare, domani abbiamo una riunione con Scott possiamo vederci prima."
"Oh come vuoi." risponde ed il silenzio cala nell'abitacolo.
"Tutto apposto?" domando non sapendo nemmeno cosa dire.
"Sisi tranquillo a domani." poi riattacca ed io continuo a fissare il telefono inerme. Sono un gran pezzo di stronzo.
Derek sta ridendo e questo non fa altro che farmi incazzare ancora di più.
"Perchè diavolo stai ridendo adesso?" borbotto infastidito.
"Niente." dice e scuote il capo.
"Guarda che è colpa tua se mi trovo in questa situazione."
"No affatto. Hai scelto tu di venire stasera."
"Resta comunque colpa tua." dico e per il resto del tragitto restiamo in silenzio incapaci di dire qualcosa.
"Che ci stai a fare con Malia?" mi domanda mentre parcheggia la macchina nel garage del loft.
"Che vuol dire? Ci sto perchè mi piace." rispondo trovando stupida la domanda.
"Ti piace?" chiede e si volta verso di me con un espressione odiosa sulla faccia.
"Credi che la gente debba restare sola per sempre solo perchè ha condiviso del tempo con te? Non posso mica aspettarti per sempre Derek."
"Ah così è questo quello che abbiamo fatto? Abbiamo condivso del tempo?" la sua voce sembra quasi un urlo, poi esce dalla macchina e sbatte lo sportello con veemenza. Resta poggiato di spalle alla vettura nella semi oscurità del garage. Sospiro e resto alcuni minuti in silenzio. Non lo capisco. Mi decido a scendere. Faccio il giro della macchina e sospiro, mentre lui non resta immobile con le braccia incrociate sul petto.
"Derek, che cosa vuoi? Sinceramente credi di essere nella parte della ragione? Credi che sia corretto sparire per dieci anni e tornare qua e pretendere che tutto sia come lo avevi lasciato?" le parole mi si spezzano in gola, mi bruciano gli occhi, vorrei urlargli contro e fargli capire quanto male ha fatto a me.
"Non pretendo niente ma non puoi venirmi a dire che abbiamo condiviso del tempo! Stai mentendo a te stesso Stiles. Perchè non vuoi ammettere come stanno veramente le cose? Stai con Malia solo perchè hai paura di restare solo, sei rimasto debole, proprio come lo eri dieci anni fa." ascolto le sue parole cariche di rabbia e veleno. Le lacrime sgorgano dai miei occhi, non posso fare più niente per fermarle.
"Ed anche se fosse? Cazzo Derek non sapevo se eri morto, se ti eri rifatto una vita! Io qua da solo e tu chissà dove. Scusami se ho provato ad andare avanti e rifarmi una vita, come vedi bene non ci sono riuscito, tu sei un grandissimo stronzo ed io..ti odio con tutto me stesso perchè nonostante tutto sono qui davanti a te e tu stai continuando a trattarmi come mi hai sempre trattato, da essere inferiore!" le parole escono a tratti spezzate da singhiozzi. Anche lui adesso sta piangendo, lo vedo nella penombra.
Si avvicina a me e mi abbraccia, ma io cerco di respingerlo, tempesto il suo petto di pugni ma non lo smuovo di un centimetro, lo abbraccio ancora più stretto mentre le mie lacrime colano sulla sua maglietta nera.
"Scusa..scusami Stiles..io, io ti amo." mormora.
ANGOLO AUTRICE: Sssalve, dunque siamo ad un punto di svolta, ma solo all'inizio ancora! se vi va di lasciare un voto mi fa immensamente piacere. Anche un commento, giusto per capire se vi piace, non sarebbe male. Insomma grazie a tutti quelli che leggono :)
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Skyfall-Sterek Story-TeenWolf.
FanfictionMi avvicino mentre le lacrime rigano il mio volto. Stiles è li immobile su quel maledetto lettino bianco, con un tubo nel braccio e gli occhi chiusi. Sento il debole battito del suo cuore. D'improvviso tutti i ricordi mi vorticano davanti. Faccio an...