La tatuatrice era china sul mio polso estava seguendo con l'ago il contorno deldisegno. Il ronzio della macchinetta nonera sgradevole, e neanche il lievebruciore che provavo mentre tracciavale ombreggiature. La mia pelleassorbiva bene l'inchiostro e la ragazzaemise un mormorio di approvazione.«Viene bene» disse annuendo. «Saràfichissimo.»Mi provocava dolore, ovviamente. Itatuaggi fanno sempre male; ne avevoaltri due, una piccola stella a sei puntesul fianco destro e un solefiammeggiante al centro della zonalombare, molto sexy. Di quest'ultimonon mi ero esattamente pentita, però nonne ero neppure del tutto soddisfatta.Però quello sul polso mi bruciava piùdegli altri. Non che me ne lamentassi. Infondo ci si tatua proprio per ricordarequalcosa per sempre; è un dolorecatartico, che rimane anche quando ildisegno è completato, il rossorescompare e le crosticine cadono. Lapelle conserva la memoria di quellasensazione, come se volesse rammentarecosa si provi a farsi marchiare per nondimenticare.«Che ne pensi?» La ragazza si tiròindietro e mi tamponò la pelle pertogliere il colore in eccesso.«È bello» la rassicurai.Avevo scelto di tatuarmi l'interno delpolso proprio perché non avrei dovutoguardarmi allo specchio per vederlo;l'avrei avuto sempre davanti agli occhi,che lo volessi o no. Il disegno stilizzatoin nero e grigio era grande come unamoneta da cinquanta centesimi ed erasemplice ma chiaro e netto. La pelleintorno ai bordi era leggermente rossa ein rilievo, e bruciava un po'. Sarebbeguarita e il tatuaggio sarebbe statoperfetto, ma avrebbe continuato adolermi ogni volta che l'avessiguardato.La tatuatrice inclinò il capo di latocon aria incuriosita. «Perché proprio unconiglio? A dire il vero di solito non lochiedo. Ha un significato personale,giusto?»Feci un cenno d'assenso. «Sì.»«Se mi avessi chiesto una farfalla,una fatina o un fiore non te l'avreineanche domandato. Non sta a megiudicare il motivo per cui qualcunosceglie un disegno, non sono affari miei.Però un coniglio è particolare. Chesignificato ha?»«È per non dimenticare» risposi,sibillina.Lei mi rivolse un sorriso sagace enon insistette, evitando di chiedermicosa non volessi dimenticare. «Misembra giusto. Sei contenta?»Il mio obiettivo nel tatuarmi non eraesattamente di essere contenta. Volevoqualcosa di permanente e che mi facessemale. Ma in effetti la ragazza avevasoddisfatto esattamente la mia richiestadandomi proprio quello che volevo, unperenne ricordo doloroso. Inoltre ilconiglio era venuto proprio come nellabozza che lei aveva disegnato su miaindicazione.Perciò non potei fare altro cheannuire.«Sì, sono contenta» le dissi. «Èperfetto.»

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Elisir
RomanceElise sa cosa vuole a letto, e fa sempre in modo di ottenerlo. Da tempo ormai placa la sua sete di dominio con una serie di uomini ben felici di sottomettersi e inchinarsi davanti a lei.Ma la soddisfazione sessuale è ben altra cosa rispetto all'amor...