Capitolo 3 - Tu guardi, ma non osservi.

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Due ore.
Bastarono solamente due ore per far arrivare all'ultimo post di John almeno mille commenti.
Mille.
Non avrebbe mai immaginato di riuscire a coinvolgere così tante persone in così poco tempo.
Sorrise compiaciuto, facendo scorrere freneticamente la rotella del proprio mouse, in modo da dare una rapida occhiata a tutti.
Era felice. Si sentiva capito ed appoggiato da migliaia di persone, che desideravano quanto lui che il duo che tanto adoravano tornasse alla normalità.
Si rese conto di quanto potesse essere importante per qualcuno rivedere Watson e Holmes insieme, e lo trovava in un certo senso commovente.
Ma non gli fece certamente bene riportare alla mente i loro momenti di gloria assieme.
Lo portò solo a sorridere amaramente, ripensando malinconico a tutto quello che avevano passato in quegli anni, e di quanto volesse bene a Sherlock, nonostante i suoi tantissimi difetti.
Scrollò il capo, sospirando per darsi coraggio. Se voleva recuperare il loro rapporto doveva necessariamente portare a termine ciò che aveva iniziato.
Così, cominciò a leggere i commenti. Non voleva farsene sfuggire nemmeno uno: ogni consiglio era prezioso e ben accetto.

Anche se, questa volta, i suoi "aiutanti" non furono poi così utili.
Nessuno sembrava avere una vera e propria idea di cosa fare. Certo, indovinare la password di un sociopatico iperattivo non era affatto facile... Anzi, era praticamente impossibile.
In fin dei conti avrebbe dovuto aspettarsi di trovarsi di fronte ad una confusione e ad un panico generale, ma fu comunque deluso di non leggere dei consigli veri e propri, basati su qualcosa di concreto, come era già successo in precedenza.
Tutti avevano formulato delle ipotesi, ma nessuna di queste era pienamente convincente. Conosceva Sherlock meglio delle sue tasche: certo, non aveva idea di quale fosse la sua password, ma era fermamente convinto del fatto che nessuna di quelle proposte fosse la sua.

Non sapeva come, ignorava il perché. Semplicemente, lo sentiva.

Qualcuno gli aveva addirittura fatto dei tutorial molto dettagliati per poter hackerare il cellulare di Sherlock, entrandovi quindi raggirando l'ostacolo della password sconosciuta.
Anche no. Non l'avrebbe mai fatto, neanche volendo. Non ci sarebbe mai e poi mai riuscito.
Quindi, dopo aver scrollato gran parte dei commenti, si arrese. Non c'era più granché da fare sul blog, era chiaro che dovesse sbrigarsela da solo...

... Questo, finché qualcuno non attirò la sua attenzione.
Un utente senza nome, registrato come "Anonimo", che si divertiva a scrivere commenti continui, ad intervalli regolari.
Per essere più chiari: l'anonimo postava precisamente sei commenti diversi. Terminata la prima serie di sei, riprendeva con la stessa esattamente dodici minuti dopo.
E così via, per altre trentasei volte. Sembrava voler proseguire all'infinito.
I commenti -messi in ordine- erano:

"Molibdeno"

"r"

"Iodio"

"Argon"

"t"

"Ittrio".

John non capiva il senso di quei commenti così bizzarri.
Quattro elementi chimici della tavola periodica e due lettere miniuscole.
Li lesse e rilesse più volte, cercando di trovare un nesso logico tra essi, ma non gli veniva in mente nulla.
Cosa stava cercando di dirgli quello strano anonimo?
Ma soprattutto, stava davvero cercando di comunicargli qualcosa, o si semplicemente si divertiva a dare fastidio?
C'erano tante persone che volevano aiutarlo, ma ce n'erano anche molte altre che non avevano alcun interesse verso la questione, e attiravano l'attenzione di John solo per confonderlo e stressarlo ancora di più.
Non sopportava quel tipo di persone.
Quindi, decise di porre fine a quell'inutile sceneggiata, dato che il misterioso utente non sembrava intenzionato a fermarsi.
Segnalò il suo account per spam, e questo gli impedì di commentare ulteriormente qualsiasi post presente all'interno del blog.
Ma non di scrivergli in privato.

John non ebbe nemmeno cinque minuti di pace dei sensi, che gli arrivarono ben tre messaggi nella casella dei messaggi in arrivo.
Sempre il solito utente.
Li aprì, intenzionato a segnalarlo ancora, ma qualcosa andò storto.
Ciò che scrisse lo confuse parecchio, spingendolo a fermarsi.

"Lei guarda, ma non osserva, Dottor Watson. La password è sotto al tuo naso, piccolo John."

"Molibdeno, r, Iodio, Argon, t, Ittrio."

E nemmeno il tempo di comprendere appieno quei messaggi, che l'anonimo allegò una foto della tavola periodica.
John aggrottò la fronte.
Era decisamente intontito da quella situazione, ma alla fine si convise del fatto che, effettivamente, qualcuno stava cercando di dirgli qualcosa.
Quindi, cercò gli elementi nella tavola periodica, sperando che fosse la cosa giusta da fare.

Molibdeno: numero atomico 42, simbolo chimico Mo.

R: nessun elemento possiede la r come simbolo chimico, quindi rimaneva tale.

Iodio: numero atomico 53, simbolo chimico I.

Argon: numero atomico 18, simbolo chimico Ar.

T: nessun elemento possiede la t come simbolo chimico, quindi rimaneva tale.

Ittrio: numero atomico 39, simbolo chimico Y.

John ci mise un po' a capire, ma quando finalmente trovò la soluzione, non riuscì a credere ai suoi occhi.

La password di Sherlock era 42r5318t39.

42 r 53 18 t 39
corrispondeva a
Mo r I Ar t Y.

What's the very worst thing you can do to your very best friends?...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora