Parte 1

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Gotham era spietata e terribilmente ingiusta. Una città che faceva della malavita il suo cuore pulsante, che si nutriva di crimini, che generava in continuazione menti perverse e distruttrici, mentre quelle poche fonti di luci erano purtroppo insufficienti a fermare quella valanga di oscurità che l'aveva inghiottita in una voragine infernale. Non c'era spazio per la bontà a Gotham, non per chi voleva sopravvivere e Selina questo lo sapeva molto bene.
Tuttavia non avrebbe scambiato la sua vita per niente al mondo. Amava vivere per la strada, provare quel senso di libertà che le faceva bruciare l'adrenalina nelle vene, essere gli occhi e le orecchie di una città in cui di occhi e di orecchie non ce n'erano mai abbastanza, sentirsi sempre più forte ogni volta che riusciva a sopravvivere un'altra giornata.


Orfana da entrambi i genitori- no, mia madre è viva, si ripeteva, e tornerà a riprendermi- Selina aveva sempre vissuto incurante del resto del mondo e dando alla sua persona l'unica priorità nella vita. Conosceva tutti ma, tranne in qualche raro caso, chiamasi Brigit Pike, non aveva mai legato con nessuno; la maggior parte della gente non conosceva neanche il suo vero nome e si limitava a chiamarla Cat.


E a Selina era andato benissimo così, almeno fino a quando, all'incirca verso i suoi quattordici anni, nella sua vita era subentrato Bruce Wayne. Quello stupido ragazzno, viziato figlio di papà, ignorante del mondo, e con un bersaglio puntato alla testa fin da quando era nato. Quello stupido ragazzino con i suoi modi gentili, con la sua spontaneità e ingenuità, aveva spezzato qualcosa.
Dapprima Selina lo aveva invidiato; anche lei voleva delle persone che si interessassero a lei, anche lei voleva essere spontanea e genuina, invece di essere costretta ad indossare costantemente una maschera di freddezza, per non venire schiacciata dal mondo. Perché Gotham sulle emozioni e i sentimenti ci passava sopra con tutte le scarpe. Poi, quel cuore di pietra si era finalmente incrinato. La sola idea che il bersaglio che Bruce aveva sulla testa potesse davvero essere preso l'aveva fatta stare male, il fatto di mentirgli riguardo l'identità del killer dei suoi genitori ancora di più. Aveva capito di essere irrimediabilmente innamorata di lui nel momento esatto in cui l'aveva baciato per la prima volta; non aveva neache provato a negarlo a se stessa o a nasconderlo, era qualcosa di inutile. Era stato in quel frangente che aveva capito che il suo attaccamento a quel ragazzino l'avrebbe sicuramente portata ad una morte certa. Avrebbe perso la sua freddezza e la sua razionalità, avrebbe commesso un errore, anche solo uno futile o banale, ma uno di quelli che Gotham non perdona mai.


Aveva provato ad allonanarsi da lui, perché, ci aveva sperato davvero, lontano dagli occhi lontano dal cuore. Ma Bruce Wayne aveva un incredibilmente talento da segugio, e Selina si era ritrovata ad essere più immischiata di prima nella sua vita. Non aveva fatto scrupoli a macchiarsi d'omicidio per lui, gettando Reginald Payne giù da una finestra, o di furto verso uomini molto potenti, come quando aveva rubato la chiave di Sir Bunderslaw. Tutto per lui, e nel mentre Selina si infilava in giri sempre più loschi, lavorando per uno o per l'altro Re di Gotham, per lei non faceva differenza, la sua fedeltà non era riposta in nessuna persona meno che a se stessa.
Era stato Alfred ad aprirle gli occhi, a sbatterle la verità letteralmente in faccia: Selina e Bruce erano due punti che erano destinati a viaggiare in direzioni opposte: era scritto che Selina sarebbe sprofondata sempre più a fondo nella voragine e che Bruce sarebbe stato la stella più importante dell'elitè di Gotham, che avrebbe portato avanti l'azienda di famiglia, che avrebbe avuto a che fare con gente del suo rango, come Silver St.Cloude. Erano passati due anni da allora, anni in cui Selina aveva provato ad uscire fuori dalla sua vita, senza mai riuscirci davvero. Ora Selina aveva sedici anni, e in quel lasso di tempo aveva fatto le classiche cose da Cat, provando a sopravvivere a modo suo, appoggiandosi come un parassita ora presso uno ora presso l'altro potente. Di recente poi aveva anche preso confidenza con la sua sensualità, arma che si stava rivelado particolarmente utile in certe situazioni particolarmente scomode.

L'amore nella città dove solo i buoni restano mortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora