Parte 2

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Selina Kyle non aveva mai avuto un posto da poter definire casa. Era un nomade, un rapace libero di volare ovuque desiderasse. Senza una famiglia, degli amici-dei legami- chi mai l'avrebbe cercata, qualora avesse lasciato la città? Se si fosse trasferita al Polo Nord, San Francisco, Buenos Aires? Per Gotham Selina era semplicemente un'ombra che non lasciava traccia. Villa Wayne rappresentava la famosa eccezione che conferma la regola. Di certo non poteva considerarla casa sua, eppure non ricordava nemmeno un posto in cui si fosse fermata per così tanto tempo; soprattutto non ricordava nessun posto in cui avesse un motivo per tornare.


Non appena si sedette sul divano sentì immediatamente i nervi distendersi e finalmente potè permettersi un respiro di sollievo. Durante la strada per arrivare fino a lì, seduta nella costosissima auto di Bruce, non aveva fatto altro che stare con i sensi all'erta per prevenire eventuali pericoli che potessero sopraggiungere da un momento all'altro. Come se il suo assalitore potesse riprendersi e dare la caccia a Bruce, che lo aveva steso. Non era successo nulla, per fortuna, ma non era riuscita a lasciar andare l'inquietudine, a poco era servita la mano di Bruce che, timida ma decisa, aveva stretto la sua. Solo ora si sentiva davvero al sicuro.


-Signorino Bruce siete torn-
Il maggiormodo di villa Wayne entrò repentimanente nella stanza, ma si bloccò alla vista della sua figura
-Ciao Alfred-
-Selina-


Le si avvicinò, scrutandola bene in viso, soffermandosi su un particolare punto della guancia. Selina portò d'istinto la mano in quel punto e la ritrasse subito dopo per il dolore. Si voltò verso la finestra e il suo riflesso le palesò un brutto ematoma violaceo. Alfred la guardò un'altra volta negli occhi, poi guardò Bruce che ancora si massaggiava la mano dolorante, e capì.


-Porta qualcosa da mangiare, Alfred- intervenne Bruce, seduto sull'altro divano- credo siamo entrambi molto affamati-


Il maggiordomo fece un gesto di assenso col capo e scomparve verso le cucine. Calò il silenzio. Selina aveva lo sguardo basso e per la prima volta si sentiva davvero in difficoltà. Si era sentita ferita, umiliata e spaventata. Si era cacciata nei guai con dei malavitosi, e aveva dovuto pensarci Bruce Wayne a salvarla. Come se già non avesse troppi nemici a Gotham, già di per se.
Spostò lo sguardo verso la finestra, che tante volte aveva usato per entrare o uscire da quella stanza. Non appena notò il suo sguardo Bruce d'istinto si alzò e la chiuse. Forse, sperò Selina, aveva paura che potesse fuggire ancora.


Era passato qualche mese da quando si erano visti l'ultima volta. La pubertà gli aveva fatto davvero bene. Bruce era sempre stato un bel bamb-ragazzo, ma ora era diventato alto e più robusto, gli occhi più profondi di quando ricordasse, i capelli più ribelli, le labbra più carnose, e quel leggero filo di barba che lo rendeva incredibilmente appetibile. Le sue stesse movenze erano diventate più aggraziate ed eleganti; si muoveva con passi decisi e sicuri, decisamente estranei al ragazzino ingenuo e goffo che aveva conosciuto anni prima.


Bruce si appoggiò allo stipite della finestra, la guardò, e la per la seconda volta sorrise.
-Hai allungato i capelli- disse semplicemente. Selina si portò le mani a toccare quei riccioli ribelli che in effetti in quel lasso di tempo aveva fatto allungare fino a sotto le spalle. L'aveva fatto per sembrare più femminile. L'aveva fatto per lui.


Entrò Alfred, portando un vassoio pieno di prelibatezze. -Vi lascio soli- disse.
Selina prese una briosche e la addentò subito. Odiava ammetterlo, ma non sempre, nonostante la sua scaltrezza, aveva le possibilità di mangiare. Conosceva bene il digiuno, e, quando le era possibile, si cibava di quello che riusciva a rubare nei vari negozi o dal tavolo del Pinguino; sempre avanzi o roba sciatta. Si accontentava, come di tutto del resto, ma doveva ammettere che avere un piatto caldo assicurato ogni giorno doveva essere un bel privilegio. In più in quel momento si sentiva particolarmente debole e incline a divorare tutto ciò che ci fosse sul vassoio.

L'amore nella città dove solo i buoni restano mortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora