Ero consapevole di non essere popolare, lo sapevo perché io stessa volevo che fosse così, vivevo nell'anonimato e pure a scuola evitavo i posti affollati.
Fu proprio nel secondo trimestre che capii di essere nel mirino di Victoria.
Odiava il fatto che Sienna mi avesse messa a lavorare con il più antipatico degli antipatici Hunter Black: un ragazzo tanto cinico da farmi accapponare la pelle, lui è il suo cinismo da "cattivo ragazzo" mi dava la nausea.
Quella mattina arrivai a scuola di buon ora.
Camminare non mi avrà mai dato problemi, la fitta pioggia aveva bagnato il mio anonimo giubbotto color sabbia, non ci diedi peso ed entrai in corridoio con le cuffie sparate nelle orecchie: la musica mi isolava dal mondo circostante.
Quella mattina però c'era qualcosa di diverso...il mio armadietto era aperto completamente tappezzato di fogli che profumavano di tabacco, notai per caso una mia foto con sotto il mio numero di telefono, guardai meglio e lessi a caratteri cubitali " se volete divertirvi chiamate pure il numero sottostante " .
Vidi alcune ragazze ridacchiare, mentre Ryan Miles il capitano della squadra di Basket avanzava verso di me, con aria spavalda.
-A me va di divertirmi un pò, che ne dici se passo a casa tua per le otto?- era troppo vicino per i miei gusti, sentivo l'aria rarefarsi così indietreggiai istintivamente.
-Spostati- sussurrai stizzita, lui sorrise facendosi più vicino - Hai scritto tu questo biglietto, quindi lasciami sfogare un pò -
La mano di Ryan strinse la mia spalla... il suo contatto mi portò un senso di nausea e repulsione -Ti ho detto spostati!- gridai mentre mi sottraevo con una spallata alla sua presa e corsi in classe.
Per tutta la mattina sentivo gli schiamazzi e le risate dei miei compagni di classe, avrei voluto tanto scomparire.
-Mio dio che squallore, sei pessima - Victoria fece scivolare sul banco uno di quei fogli odiosi che sapevano di tabacco, sentii le sue amiche ridere di me, e così fece tutta la classe, non ressi più a quella pressione, presi le mie cose e mi precipitai fuori.
I miei piedi mi portarono dritti al maneggio dentro il recinto di Storm, mi rannicchiai in un angolo e iniziai a piangere silenziosamente.
Dopo pochi minuti sentii lo sbuffo caldo di Storm sul mio collo, lo guardai con il volto ricolmo di lacrime e lo abbracciai, lui se ne stava lì tranquillo mentre di tanto in tanto mi dava qualche buffetto giocoso sul petto.
-Quante volte ti ha detto Sienna che non puoi stare qui - la voce di Hunter mi irritò ma non mi voltai ne tanto meno mi mossi.
-Hai capito?!- sentii gli stivali di Hunter atterrare sulla paglia secca e avvicinarsi verso di me.
-Brielle non puoi stare qui- disse lui addolcendo la voce.
-Lasciami stare vattene!- urlai stringendo il collo di Storm.
Volevo solo stare da sola possibile che nessuno lo capisse, ero stufa di avere gente a torno, alla mente mi tornavano le immagini e le risate di quella mattina, mi rannicchiai ancora di più sperando di sprofondare ancora di più nel baratro.(Pov Hunter)
Quella stupida ragazzina era di nuovo entrata nel recinto di Storm, e la cosa che più mi lasciava perplesso era che lui da Brielle si faceva toccare, dalla morte di mio nonno Storm era diventato intoccabile, nemmeno io e mia madre eravamo mai riusciti né ad avvicinarlo né tanto meno a toccarlo, mentre lei ci riusciva con una facilità strabiliante.
Quella ragazza testarda era riuscita ad entrare in sintonia con quel cavallo...
-Non puoi stare qui - dissi mentre mi abbassavo al suo livello, stava piangendo.
-È successo qualcosa Bri?- le chiesi avvicinandomi cautamente... Brielle aveva il solito carattere evasivo di Storm forse era per quello che andavano d'accordo.
-non è successo nulla, ora vattene - disse tra i singhiozzi, guardai ai suoi piedi e raccolsi il piccolo foglio di carta con il suo numero di telefono e la foto con su scritto " se volete divertirvi chiamate pure il numero sottostante"
-Oh no Bri mi dispiace, ti hanno fatto qualcosa di male? - mi avvicinai ancora un po' a lei.
-E a te cosa importa? Sei come tutti gli altri!- si voltò verso di me, i suoi occhi verdi erano pieni di lacrime, avrei voluto consolarla ma non me lo permise, istintivamente scavalcò il recinto e si allontanò strappandosi le lacrime dagli occhi.
Quella ragazza era particolare, non aveva bisogno di aiuto, soffriva da sola e affrontava tutto di petto, sembrava molto più grande della sua età e la cosa che più mi affascinava era il fatto che lei sola riusciva ad Avvicinare Storm.
Guardai ancora il biglietto che tenevo in mano,una volta piegato e riposto nella mia tasca le corsi dietro.(pov Brielle )
Era tornato dentro di me il vuoto e la tristezza, e quelle stupide risate non volevano uscire dalla mia mente, erano dolorose.
Uscii a passo svelto dal maneggio avviandomi verso casa, volevo solo sparire per un attimo, volevo mia madre: mi mancava, dio solo sapeva quanto mi mancava ogni giorno.
-Sei una bugiarda avevi promesso che mai mi avresti lasciata sola, e invece guarda!- presi a calci alcuni sassolini - mi ritrovo in queste condizioni - piansi.
Quando mi sentivo sola, e triste parlavo sempre con lei era un modo come un altro per sentirla quanto meno vicina.
-c'è la metto tutta, ma non riesco a sopravvivere in questo modo! Mi hai portata con te lo capisci questo!-
Mi sentii agguantare per la vita, iniziai a scalciare.
-Ehi buona sono io, tranquilla - la voce di Hunter mi accentuò il moto di tristezza e ansia che avevo dentro - LASCIAMI!- sentivo la sua stretta farsi sempre più salda, ero sull'orlo di un attacco di panico: potevo sentire l'aria scarseggiare nei polmoni e ben presto mi ritrovai ad ansimare in cerca di ossigeno.
-sta tranquilla non agitarti-
-Ti ho detto di lasciarmi andare, lasciami per favore Hunter- tremai contro di lui, alla fine mi voltai e iniziai a tempestare il suo petto di pugni -Lasciami,andare, non,toccarmi!- tutto il mio corpo tremava, mentre i pugni sul petto di Hunter si facevano meno pressanti, le mie mani strinsero la sua maglia e mi ritrovai a fare una cosa che mai avrei pensato di fare, lasciai che Hunter mi toccasse senza provare repulsione.
-Così brava-
Sentivo il battere regalare del suo cuore, il suo calore, il suo odore, mi lasciai trasportare dal mio istinto.
Lasciai che le lacrime e il mio cuore si sciogliessero come burro,mentre le braccia di Hunter mi sostenevano,impedendomi ogni tipo di movimento, il mio respiro tornò di nuovo regolare.
In quel breve lasso di tempo avevo permesso ad Hunter di toccare le corde del mio animo.
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La ragazza che imparò a parlare con i Cavalli (IN REVISIONE)
Roman d'amourBrielle è una sedicenne introversa e taciturna, con un talento innato per la musica. Brielle dovrà mettersi alla prova ogni giorno con se stessa. La grave malattia che le ha strappato la madre ha portato la ragazza a non interagire con nessuno,tanto...