Lakehouse

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Sbattei la porta senza rendermi conto che la sala era piena di gente. I miei davano una cena, quella sera, con la solita sfilata di coppie con figli annessi. Il silenzio imbarazzato di mia madre, mi fece capire all'istante che dovevo dileguarmi in un baleno, non avrei sopportato le litanie della piccola borghesia riunita a ricordarmi come fossi priva di aspettative, ancora senza arte nè parte. Vestiti di tutto punto, a differenzia mia, mi guardai i jeans sporchi di tre giorni, la felpa dei Sex Pistols di Alex con una macchia di caffè della mattina.

"Ciao a tutti, vado in camera", e non mi fermai ad ascoltare la risposta, con l'ipod già pronto a caricare Lakehouse a ripetizione, sapevo come trattare le mie orecchie quando lo stomaco mi si contorceva dal dolore. Sdraiata sul letto al buio, con la musica a tutto volume dalle cuffie, non mi accorsi che Jasper era entrato nella stanza e mi fissava come fossi una marziana.

"Ragazza disperata, stanno servendo il ponch di sotto". Lessi il labiale, più che altro, e mi convinsi che la giornata non sarebbe potuta andare peggio. Con quegli occhi verdi e il taglio scompigliato, il figlio dei migliori amici dei miei, era il più  ricercato sulla piazza delle ragazze in cerca di un bel-faccino-che-distruggerà-il-vostro-cuore. Io avevo già il mio a rendermi la vita impossibile, Alex era l'opposto. Capelli lunghi alle spalle, biondo, occhi marroni. Trasandato, con i pantaloni sempre troppo larghi, la chitarra sulla spalla. Jasper non suonava nessuno strumento, e in realtà era un punto a suo favore. Se c'è una cosa che ho capito è che nella top five degli uomini da evitare ci sono i musicisti.

Mi sfilai le cuffie mettendomi a sedere sul letto, raccolsi i capelli neri in una improbabile crocca altissima sulla testa. "Che vuoi Jasper? Non mi va di chiacchierare". Non volevo essere cortese.

"Dai Grace vieni con me di sotto, e usciamo a fare due passi", e le porse la mano. In quel momento il cellulare vibrò. La scritta Alex apparve sul display, mi sarei dovuta ricordare di cambiargli il nome in rubrica, "re degli inferi" sarebbe stato più giusto. Comunque decisi di non rispondere e mi alzai seguendo Jasper.

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