II

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Le urla si erano spostate a casa Potter, a quanto pare. Per fortuna Harry aveva scelto una casetta autonoma e quindi non doveva rendere conto a nessun vicino, ma la situazione stava davvero degenerando e lui voleva veramente dormire un po'. Non era del suo stesso parere Hermione che aveva ricevuto dieci chiamate dai suoi spasimanti nell'ultimo quarto d'ora e, quando uno di questi le aveva spiegato del suo annuncio aveva capito chi si celava dietro, Smaterializzandosi direttamente nel suo soggiorno.

"Dai, mamma. Uscire non ti farà mica male!" era stata la debole protesta di Rose.

"Come ti sei permessa? Non ho bisogno di mia figlia per cercare un uomo e, soprattutto, chi ti ha detto che ne ho bisogno? Gli uomini sono inutili!"

'Grazie, Hermione', era stato il suo pensiero. Non sapeva che la sua amica lo considerasse tale, visto l'uso che stava facendo di casa sua.

"Sei troppo acida in quest'ultimo periodo, ma'."

Quando aveva sentito questo commento Harry aveva allontanato tutti gli oggetti piccoli che potevano essere facilmente usati come arma.

"Io non sono acida, sono solo una mamma impegnata che non ha voglia di uscire col primo che passa! Te ne rendi conto che mi ha chiamato anche un collega? Come farò a guardarlo in faccia domani, sapendo che... insomma, vuole uscire con me?"

Harry si era limitato a scuotere la testa. Hermione e le sue strambe idee, come se fosse successo qualcosa di grave. Più di una volta aveva sentito alcuni apprezzamenti nei confronti della sua amica, non c'era niente di nuovo. Forse gli specchi erano inutili e non gli uomini, perché era diventata sempre più bella. Come se fosse sbocciata con l'età adulta, o forse erano stati i suoi figli a renderla ancora più straordinaria.

"Sei esagerata! Non sei mica l'unica single quarant-"

"Ho trentanove anni!"

"Anno più, anno meno..." aveva commentato con nonchalance la figlia.

Harry, a questo punto, si era diretto verso la sua stanza. Un Muffiato e finalmente avrebbe potuto dormire. Come meritava.

"Dove stai andando, tu?" l'aveva apostrofato Hermione, bloccandogli la fuga.

"Sono stanco, ragazze."

"Tu sei stanco? Non hai mai avuto un travaglio, pensa due, quindi non parlarmi di stanchezza, Harry."

Ora, che colpa ne aveva lui se era nato uomo e non donna? Bene. Se proprio non poteva stendersi nel suo amato lettone, lo avrebbe fatto sul suo divano.

"Non t'azzardare! Tu devi aiutarmi a togliere l'annuncio online, visto che mia figlia si ostina a non volerlo fare. O almeno a eliminare il numero di telefono."

Da quando era diventato bravo in quel genere di cose? Usava il computer lo stretto necessario, ma non per altro. Di sicuro avrebbe solo combinato qualche guaio.

"Rose, dai... fai contenta tua madre."

"No." Braccia conserte, sguardo fiero di chi non cede mai.

"Hai sentito tua figlia?"

"Inutile, appunto!"

E no, non era mica colpa sua se quella ragazza era l'ostinazione fatta persona. Non avrebbe cambiato idea neanche con le minacce.

"Senti, non puoi evitare di rispondere alle chiamate, scusa?"

Hermione gli aveva rivolto uno dei suoi sguardi e lui si era sentito come un bambino sgridato dalla madre. La tentazione di mettersi in un angolo in castigo era tanta, e provò ammirazione per Rose che riusciva a tenerle testa. Si appuntò di non mettersele mai contro, non avrebbe mai vinto lo scontro con le due Granger.
Con calma si era diretto verso lo studio e aveva preso il portatile, sperando di aiutare la sua amica con le poche conoscenze che aveva in materia. Aveva ascoltato Rose dargli direttive per raggiungere il sito e poi, in compagnia di Hermione, aveva passato una decina di minuti a sfogliare le foto. Il suo profilo era stato studiato bene in ogni dettaglio e c'erano tantissime immagini che ritraevano la sua amica, dai tempi di Hogwarts fino ad arrivare a una che aveva scattato lui qualche settimana prima.

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