Diario di Bordo della Old Lady.
30 Settembre 1861,
Tempo di navigazione
3 Mesi, 6 Giorni
Qui è il capitano Arthur John Brownstel, scrivo con le ultime gocce di inchiostro rimaste nel calamaio. A stento ho la forza di reggere la penna, un brivido continuo attraversa tutto il mio corpo. Non tocco cibo da ormai sei giorni e l'acqua potabile è terminata circa tre lune fa. Non piove da settimane, sono alla deriva da ben tre mesi e penso di essere ormai prossimo alla mia dipartita. Morirò qui, nella mia cabina, dopo aver aggiornato questo diario finché ne avrò la forza.
Salpammo il 14 Giugno , dal porto di Falmouth, con un carico di spezie diretto verso New York. Lì avremmo venduto la merce ad un rinomato mercante, appartenente a quella che un tempo era tra le più ricche famiglie di coloni e che godeva di buon nome e di una spiccata abilità degli affari, nonostante quel territorio facesse parte degli Stati Uniti d'America.
La rotta era semplice, in un paio di mesi avremmo raggiunto la nostra destinazione, gonfiando di molto le nostre tasche. La semplicità offuscò il mio giudizio; questa è la storia della Old Lady.
La notte dell'incidente fu la più terribile di tutta la mia vita, nonché l'inizio della mia rovina. Nella tarda serata del 14 di Luglio presi la decisione di deviare il tragitto di sei gradi nord, 'sì da poter sfruttare i venti e raggiungere la destinazione con l'arrivo della nuova settimana. Convocai nella mia cabina il comandante in seconda, secondo e terzo ufficiale ed infine il nostromo. Il percorso da seguire era ben delineato, avevo tenuto conto dell'andamento delle correnti e seguendo questa nuova tabella di marcia avremmo anticipato il nostro arrivo di circa cinque giorni.
Tutti i presenti si complimentarono con me ed io mi limitai a ringraziare sorridendo, abituato a ricevere lodi del genere dall'alto dei miei trent'anni di carriera nautica. Il signor Charles, altrettanto navigato nostromo, pur apprezzando la mia idea espresse il desiderio di aspettare qualche ora prima di deviare il nostro itinerario.
Non mi scomposi minimamente e chiesi il perché di questa sua proposta. Egli rispose che per quanto dettagliato, il mio piano di navigazione non teneva conto di un particolare quasi insignificante, che però avrebbe potuto rallentarne la realizzazione. All'orizzonte, nella direzione che avremmo dovuto intraprendere, si intravedeva un gruppo di nuvoloni grigi.
Non ignorai nessuna delle sue parole, tuttavia in quel periodo dell'anno non era raro trovare qualche acquazzone passeggero nella rotta da me stabilita. Misi ai voti la decisione finale, parlai ai quattro uomini presenti nella stanza, esponendo i benefici che avremmo potuto trarre da questa semplice deviazione. Per una questione di equità accennai al "problema" che sarebbe potuto sorgere a seguito del contatto con quella zona uggiosa.
Sarebbe stata una semplice azione di routine, sapevo bene che l'Old Lady era in grado di resistere ad una pioggia transitoria.
Se fossi stato a conoscenza di quello che di lì a poco sarebbe successo avrei seguito il consiglio del povero Nostromo. Firmai la condanna del mio equipaggio.
La votazione ebbe l'esito sperato, il signor Charles fu il solo a manifestare il proprio dissenso. Quattro voti a favore ed uno solo contrario. Io stesso mi recai sul ponte per dare al timoniere le direttive sulla nuova rotta da seguire, e con la luna alta cambiammo la nostra direzione. Inconsapevolmente avevamo intrapreso un viaggio che ci avrebbe portato tra le braccia della morte.
La mattina seguente il sole mi svegliò placidamente, nonostante fossimo ad una latitudine in cui i raggi sono soliti picchiettare con insistenza sin dalle prime ore del mattino.
Dopo aver fatto una modesta colazione mi recai sul ponte per accertarmi delle condizioni dell'equipaggio, dell'umore generale e per scambiare qualche amichevole chiacchiera con il signor Charles.
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Il Mare prende ciò che vuole
Short StoryQuelle che seguono sono le ultime pagine del diario di bordo della Old Mary, scritte dal Capitano Brownstel in persona. Un viaggio tranquillo si è trasformato in una vera e propria catastrofe, dimostrando ancora una volta la potenza della natura e l...