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Chiuse con forza il libro, mi avvicinai a lui, sedendomi a terra mentre si voltò a guardarmi.

"Mi sono stancato di alzarmi con questa falsa speranza...che tutto si risolverà, che il problema è il marchio: ma il problema sono io, è dentro di me" disse toccandosi il braccio, più volte.

"Perché dici questo? Credo che tu possa risolvere questo problema, come qualunque altra complicazione" dissi scuotendo la testa.

"Non si può Cass: lo sento, è dentro di me. Sento come ho il bisogno quasi di impugnare quella stupida lama e ammazzare chiunque abbia davanti: anche quando sono a mani nude e prendo un coltello, sento quella forza, quel desiderio di combattere, uccidere...versare sangue" mi disse abbassando lo sguardo.

"Sei il primo ad avere quel marchio?" chiesi curiosa.

"Lo aveva Caino prima di me: ma lui era un demone...io sono umano" mi disse alzando lo sguardo, puntando i suoi occhi dritti nei miei. Nella mano destra vidi che stringeva una foto che ritraeva lui e suo fratello, sorridere.

"Eravate felici" dissi indicando la foto con il dito: la guardò e sorrise.

"Ne abbiamo passate tante io e Sammy, ma l'unica cosa che non sono riusciti a toglierci è il sorriso" mi disse accarezzando la foto tra le sue mani.

Lasciai così Dean nella sua stanza e andai a dormire.
La mattina seguente mi vestii e andai a correre: misi le cuffie, presi il cellulare e le attaccai alzando il volume, facendomi circondare dalle note musicali.

Quella mattina l'aria era fresca e tirava un piacevole venticello.
Ritornai alla base, ritrovando Dean sui libri e Sam con le mani sui fianchi a guardarmi.

"Dov'eri andata?" iniziò il minore.

"A correre" dissi staccandomi le cuffie dalle orecchie.

"Dovresti rimanere qui dentro: è più sicuro" mi disse sedendosi.

"Credi che qui sarei comunque al sicuro?" dissi con un tono di voce più alto.

La testa di Dean si alzò e mi osservò contrariato con le braccia conserte, sapevo benissimo cosa volesse dire quello sguardo: 'Era proprio necessario?', questo mi stava dicendo, mentre Sam mi osservò con la bocca aperta, quasi come se fosse sorpreso dalla mia reazione.

Dean si alzò e se ne andò sbattendo la sedia contro il tavolo.

"Mi...mi dispiace" dissi verso Sam, che abbassò la testa.

"Non volevo, davvero" dissi dispiaciuta.

"Non fa niente, Cassandra" mi disse sforzando un sorriso.

Merda, l'avevo combinata grossa anche questa volta.
A passo deciso entrai nella stanza di Dean trovandolo senza maglia: non mi feci distrarre dal suo fisico e continuai.

"Senti Dean, mi dispiace! Non volevo, davvero, a volte sono troppo spontanea e-"

"No Cass, hai perfettamente ragione: io sono una bomba ad orologeria, posso esplodere ora, come tra qualche giorno, non lo sai. Quindi, è normale che tu non ti senta sicura nemmeno qui" mi disse scegliendo una maglia dall'armadio.

Mi morsi il labbro, mentre i miei occhi vagavano su tutta la sua figura.
Chiusi gli occhi respirando rumorosamente.

"Tutto bene?" mi sentii una mano sulla spalla e aprii gli occhi di scatto ritrovandomi due occhi verdi guardarmi con le sopracciglia aggrottate.

"No" dissi guardando altrove, scrollando la spalla, facendo spostare la mano di Dean su di essa. Me ne andai, ma subito Dean mi corse dietro.

"Cassandra, non fare così: non è colpa tua se ho il marchio...è successo e basta" mi disse facendomi voltare verso di lui.

"Le cose non succedono e basta, Dean! Ci sarà sempre un motivo, anche se sei tu il primo a volerlo negare" dissi staccando la sua mano dal mio braccio.

SUPERNATURAL - FATUMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora