Capitolo1: Fuori Casa

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Aprii la porta, misi fuori la testa e controllai il corridoio: nessuno in vista, proprio come mi aspettavo. Richiusi lentamente la porta alle mie spalle e iniziai a camminare guardando da ogni parte: il pavimento di piastrelle blu e nere, il corridoio con i muri tappezzati da fiori rosa su uno sfondo bianco, mia madre adora i fiori...e il rosa.
Arrivai alla fine del corridoio, tirai fuori la testa per controllare le scale: sempre nessuno, incomincio a scenderele ma a metà il legno mi tradisce scricchiolando -Oh no...- sento i dei passi -SEI TU PICCOLA PESTE?- cacchio, è nonna Mary -Si sono io!- rispondo -Stavo solo raccogliendo i giocattoli che Mark aveva lasciato in giro!- Mark è il mio fratellino di 6 anni, ovvero la mia fonte di scuse inesauribili. Non si sa come, o il perché, Mark sia il preferito dalla famiglia e qualsiasi cosa dica, che sia un "Ghaa" o un "Voglio quetto!", è legge suprema.
-Ah, ok tesoro. Salutamelo quando torna a casa, io ora sto andando a casa della signora Doubtfire*!- ecco, appena sente la parola "Mark" cambia da lo stato "carro armato" a "dolce nonnina amorosa" -Va bene, ciao!- dopo che la nonna aveva chiuso la porta attesi ancora qualche secondo perché si allontanasse dal vialetto, poi scesi le scale in tranquillità dato che ora ero certo di essere solo...anche se ne ero sicuro già da tempo.
Sapevo già che sarei rimasto solo quel giorno, poiché era da un mese che stavo studiando per il Piano Perfetto.
Un piano, per essere perfetto, deve avere 5 condizioni:
1) Il Giorno, perfetto; (oggi)
2) Le Conoscenze, perfette; (chi c'è in casa, le navi in partenza, ecc.)
3) Il Personale, perfetto; (Io)
4) I Nascondigli/Scuse, perfetti/e; (Dietro una parete ed uscire solo con la testa, Mark)
5) Il Percorso, perfetto.
Ci ho rimuginato per un mese intero e questo giorno aveva tutte le condizioni richieste. In questo giorno, la mia famiglia era molto impegnata: mamma e papà al lavoro, Mark a scuola, la nonna dalla sua amica, ed io...con il mio piano.
Scuoto la testa e torno al presente, comincio a guardarmi intorno per prendere gli oggetti di cui avrei avuto bisogno: per prima cosa cerco lo zaino che si trova nell'armadio...già, nel nostro salotto c'era un armadio, nessuno si è mai chiesto il perché ma si sposava con il resto; lo tiro fuori (dato che avevo riposto appositamente sotto una pila di vestiti); l'oggetto successivo era la torcia dentro al cassetto in cucina, più qualche batteria di riserva (consuma molto); poi afferrati due bottiglie d'acqua ed un barattolo di zuppa; il coltellino svizzero di mio padre, il mio quaderno degli appunti e per ultimo, ma più importante, il mio amatissimo walkman. Per me è molto speciale, dato che è l'ultimo ricordo del mio fratello maggiore Terence.
Prendo il walkman più una cassetta contenente tutti i grandi pezzi anni '60 e '70, amo quella musica, in particolare i Beatles; metto tutto nello zaino e lo chiudo tenendo in tasca solo il mio portafogli con i miei risparmi e i documenti.
Mi avvicino alla porta, prendo la chiave appesa al muro ed esco. L'aria salmastra mi investe riempiendomi i polmoni...amo quell'odore che, forse, è una delle poche cose che mi mancherà di questo posto.
Chiudo a chiave e nascondo la stessa (come fanno tutti a casa)  sotto la solita roccia verniciata di un rosso acceso, mi giro ed esco dal vialetto.
Non sapevo se avrei mai rivisto quel vialetto, o quella strada, o quella casa... l'unica cosa di cui ero certo: era la mia fuga, che mi avrebbe portato ad una nuova ed emozionante avventura.

Lo studio dell'autore
Salve a tutti, come primo capitolo lo so, è fiacco ma sono ancora uno studente e l'unico momento in cui ho la vena scrittrice è nell'ora di geografia a scuola.
Mi dispiace se avete trovato qualche errore nel testo ma purtroppo scrivo dal telefono ed il mio correttore automatico mi odia...quindi prendetevela con lui!
P.S.
Chi ha capito l'asterisco me lo scriva nei commenti!

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