Quarta prova <La parata>

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Peeta

Una volta arrivati a Capitol City io e Katniss veniamo condotti un edificio dove, ci spiega Effie, saremo preparati per la sfilata dei tributi. Vengo portato in una stanza, al suo interno c'è una donna sulla trentina. Non è molto alta, infatti ha delle scarpe con dei tacchi lunghissimi . Indossa un abito verde menta e ha una parrucca arancione riccia. <Oh, ciao caro! Tu devi essere Peeta, il tributo maschio del distretto 12!>
Sospiro. È questo che sarò da oggi in poi? Il "tributo maschio del distretto 12"? Annuisco, sconsolato. <Oh, bene! Benissimo! Vedo che hai la pelle molto chiara... e che bel paio di occhi azzurri! Sei davvero carino, sai? Bene, allora, mettiamoci a lavoro. Il tuo abito dovrà essere coordinato a quello della tua compagna. Io e Cinna (il suo stilista) ci siamo già messi d'accordo. Ora spogliati, alcune cameriere ti prenderanno le misure, poi andremo a lavorare un po' sulla tua estetica! Sarà divertente!>
Non credo sarà divertente, ma annuisco. Lei sorride, poi batte le mani e due ragazze con in mano dei metri mi si avvicinano. <Dai, non essere timido. Togliti i pantaloni e la maglietta. Lasciati l'intimo, se vuoi> dice Portia. Arrossisco di botto, ma eseguo. Nessuno mi ha mai visto nudo. Portia esce dalla stanza e mi lascia con le cameriere.

•••••

Due ore dopo sono in piedi davanti a uno specchio, mentre Portia mi ammira soddisfatta. Indosso dei pantaloni e una giacca in pelle nera super aderente. <Oh, Peeta! Sei stupendo! Questo completo nero sta benissimo con i tuoi colori chiari!> dice la donna battendo le mani.
<Ehm... grazie> balbetto, rosso come un pomodoro. Non ricevo mai complimenti. Portia guarda il suo orologio e fa un urletto. <Andiamo, Peeta! La sfilata inizia tra soli venti minuti!>
Mi porta in una stanza enorme, dove si trovano tutti i tributi. Indossano vestiti colorati, che richiamano i simboli dei vari distretti. Ci sono anche 12 carrozze, una per ogni distretto. Portia mi fa strada verso l'ultima. Lì ci sono Katniss e un uomo di colore, molto probabilmente il suo stilista. <Ehm... ciao> dico a Katniss. Lei mi scocca un'occhiataccia. <Ciao> brontola. Indossa i miei stessi abiti e ha i suoi lunghi capelli corvini intrecciati in una particolarissima acconciatura. L'uomo di colore mi sorride. <Allora, ragazzi. Come avrete notato tutti gli abiti richiamano i simboli dei vari distretti. Voi siete del dodici, quindi il vostro materiale è il Carbone. Per rappresentarlo abbiamo scelto la pelle nera, ora salite sul carro.>
Io e Katniss saliamo, poi l'uomo porge a Katniss un telecomando. <Premilo quando sei pronta. Non preoccupatevi, non sono vere> aggiunge. Cosa non sono vere? Non ho tempo di chiederglielo che le porte si aprono e i carri partono. Si sente il boato della folla. Guardo Katniss, sembra tesa. Sospira e preme il tasto. Delle fiamme blu ci avvolgono. Ah, ecco cosa intendeva Cinna, penso. Vorrei mettermi a urlare, ma decido che non sarebbe il caso. La folla inizia a gridare "12! 12! Viva il distretto 12!" Vengo colto da un moto d'ansia e, senza rendermene conto, prendo la mano di Katniss. Lei subito mi spinge via e mi guarda male. Rabbrividisco. <La... la folla. A loro piacerà> lei annuisce e mi prende la mano poco convinta. È calda e delicata, anche se so che con quella potrebbe squartare un coniglio. Gliel'ho visto fare. Mi sento come se al mondo esistessimo solo noi due. Katniss è diversa dalle altre. È bella, ma di una bellezza diversa. Guarda dritta davanti a se, come a sfidare la folla. Esiste solo lei. Io non ci sono. La folla non c'è. Solo lei. Solo il suo mondo. Solo i suoi capelli corvini. Solo i suoi occhi argentati. Così mi rendo conto di una cosa che prima non avevo capito. Io in quell'arena la proteggerò. Sarà lei a vincere i giochi. Morirò per fare in modo che questo accada. Perché lei possa tornare a casa. Da sua madre, da sua sorella, da quel Gale. Io morirò per Katniss Everdeen. Perchè io la amo e ora lo so.

Parole: 675

(Mi scuso se con qualcosa sono stata imprecisa, ma è da un po' che non rileggo la saga.)

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