Sei lì. Come ogni giovedì pomeriggio. Mi guardi. Ti guardo. Sei sul letto, spalancata e vuota, col tuo color verde acqua che dovrebbe essere rilassante ma non lo è. E quelle rotelle posizionate appositamente fuori dal materasso perché credo che potrebbero essere portatrici anche di peste bubbonica.
"La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio"... lo diceva anche Julio. Tu sei sul letto ma non per un lungo viaggio, anche se l'apparenza inganna. Come invidio Mary Poppins, quando arriva il momento di riempirti! Lei prendeva lampade, comodini, librerie e con una pillola e dello zucchero metteva a posto tutto. Io faccio fatica ad incastrare una trousse e due maglie e la pillola alla fine la devo prendere per farmi passare il nervoso.
Ti odio. Si, ti odio. Mi mandi in crisi. Sono anni che mi mandi in crisi. Forse non è colpa tua ma del meteo a caso che non consente una netta divisione dei capi. Ma non sei mai capiente abbastanza. Ormai alcune cose hanno il loro posto assegnato. Un po' come quando entri al bar e ti vai a sedere sempre al solito tavolo. Ecco. Il portatrucchi va a destra, le scarpe a sinistra, mutande e simili nello scomparto apposito. Li chiami, loro si compongono ormai da soli...e si mettono lì, pronti ad accogliere i compagni di viaggio. I vestiti.
Cosa mi porto via??? Eccolo il dilemma. Tutte le donne ce l'hanno, direte. Sì...ma io non ho un'ansia da "oddio non sarò alla moda". Io ho l'ansia da macchia, l'ansia da freddo, l'ansia da "ecco sapevo che dovevo prenderlo...". Sono solo due giorni...vero...ma metti che a pranzo del sabato mi caschi un raviolo della suocera sul pantalone? Resto macchiata fino a lunedì? Pronti il secondo pantalone in borsa. E se arriva uno sbalzo di temperatura assurdo e mi trovo sprovvista di maglione? Dopotutto....cosa peserà mai un maglione...e poi ho il trolley con le ruote untrici... Pronti il maglioncino e la felpina più pesante.
Il re del tetris a questo punto ha già perso il suo primato.Fortuna vuole che in treno non ci sia un limite di peso. La valigia da aereo è un qualcosa che per me richiede circa due giorni di preparazione fisica e mentale. Con tanto di prova bilancia alla fine. Che puntualmente ti costringe a riaprirla e togliere quelle due magliette inutili che hai incastrato dentro e che, una volta in capo al mondo, saranno le uniche due che ti servono, costringendoti a girare col top monospalla di pizzo (perché quello "almeno al mare" lo vuoi mettere) anche per andare a comprare il pane.
La trousse. Le trousse. Loro meritano un momento a parte. Tolti i vari prodotti da lavaggio, che rubo al mio sant'uomo...i trucchi vanno portati. Tutti. Ne uso solo tre, i soliti tre...ma loro vanno portati. E pesano un botto. Ormai il mio braccio destro che tira il trolley verde speranza è più lungo del sinistro di 5 cm... Sempre meglio della scoliosi dei primi due anni di viaggi, quando il tutto veniva sapientemente incastrato in una borsa Dimensione Danza, regalata dalle mie ex colleghe ballerine. Credo che quello fosse il prototipo della borsa della suddetta Mary Poppins. Ci stava qualsiasi cosa e ancora avanzava spazio. Tasca laterale, tasca interna, esterna, avanti, dietro... Non era una borsa, era una roulotte. E pesava come una roulotte. E la portavo a tracolla, con conseguente livido sulla spalla destra. Le mie amiche la chiamavano "il cadavere"...il peso era esattamente quello. Il paragone rendeva bene.
Ma, caro il mio carrettino plasticoso a rotelle, io ti amo anche. Ti amo perché prepararti è sempre sinonimo di partenza, di viaggio, breve o lungo che sia. Prepararti è fantasticare su cosa potrà succedere. Prepararti significa andare verso mon amour. Ti apro e sento il profumo del relax e delle vacanze (ammetto...essendo tu cinese, ti apro e sento anche quell'odore di plastica di quando ti ho comprata, che credo non andrà mai via).
"Se mi lasci non vale" diceva sempre Julio...ecco...vedi di non lasciarmi mai a piedi. Vedi di resistere ai miei maltrattamenti, vedi di resistere a quei cretini che ti credono morbida e ti incastrano ovunque senza chiedermi il permesso, o a quelli senza cuore che, vedendoti rigida e fiera, ti appoggiano sopra i loro bagagli...solo perché, siccome hanno una L e una V stampati, non possono essere messi per terra.
Tu sarai economica e senza marca.... ma hai sicuramente una storia più interessante dei tuoi amici marroncini firmati!Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
Emilio Salgari (Fonte sconosciuta)
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Pendolare per Amore
Short StoryUna ballerina. Un giocoliere. Una storia d'amore a distanza. E tanti viaggi in treno raccontati, inizialmente in un blog, con humor e ironia, dall'autrice. Trasferte amorose tra le situazioni più strane e tragicomiche, condite da personaggi grottesc...