Esistenziali Perché - Cap.9

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Non credo ai miei occhi. Li sfrego più volte, certa di aver visto male. Invece è lì davanti a me, sui binari, dove nessuno può raggiungerla (tranne quelli che se ne fregano dei divieti e attraversano le rotaie come se fossero un sentierino di campagna). Che cosa? Una pianta di pomodoro. Ciliegini. Belli maturi e numerosi su quel rametto nato a caso. Pur andandone ghiotta, ammetto che mille pensieri mi sono passati per la mente, tranne quello di volerli assaggiare. Mi sono immaginata un gusto "sottopassaggio di stazione in inverno" e chi bazzica per le stazioni può confermare che è tutto tranne che invitante. Oltre alla giusta definizione del sapore di questi ortaggi metropolitani, tantissime domande hanno invaso la mia testa in quei 5 minuti in cui mi sono ritrovata ad osservare in maniera quasi maniacale quelle palline rosse fuori luogo. Perché una pianta di pomodori è nata lì? L'unica motivazione valida è stata che un bimbo poco obbediente si sia liberato della salutare insalata gettandola giù per il wc... Ok. Chi mi conosce sa che non ho pensato esattamente all'insalata giù per il wc...ma quella via era l'unica plausibile per giustificare dei semi di pomodoro sul binario.

Da quel perché è iniziata la mia regressione cerebrale verso i 3/4 anni, quando ogni cosa che ti circonda necessita di minimo 50 domande, che molto spesso mandano in crisi l'impreparato genitore. Ma le mie non erano esattamente domande da bambina curiosa e avida di conoscenza. Erano più da vecchia acida intollerante al mondo esterno.
Per esempio: perché tu, che vuoi fare il superiore in barba alle regole, sosti indifferente sulla linea gialla e ti arrabbi quando il treno in arrivo suona per farti spostare? Non mi pare che ci siano molte linee gialle in stazione, ambiente dove imperano il grigio e il fumo. Il giallo è l'unico colore che si vede. E quella linea, oltre ad essere in rilievo e larga un metro, ti assicuro che è ben visibile e ciondolarci sopra non ti rende un fico agli occhi altrui. Quindi, a meno che tu non sia ipovedente o che senta i benefici delle mattonelle a punta sotto i piedi per una circolazione del sangue migliore, almeno evita di insultare il guidatore che prima di stirarti ti avverte del suo arrivo.
Poi salgo in treno e non posso non pormi altri quesiti. Tipo: tu, signora distinta over 60... Non è che, siccome hai un'età che ti consente di viaggiare gratis sui bus e di avere il ridotto a teatro, puoi godere di diritti che ti inventi a caso...quindi: perché cacci la legittima proprietaria del posto, dicendo che può sedersi altrove dato che ci son molti posti liberi, così tu puoi stendere le gambe? Io le gambe te le spezzerei a metà, così poi non arrivi più al sedile di fronte, proprio quello su cui stai adagiando i piedi per dormire meglio. E ancora... perché voi, uomini medi, quando vi sedete, dovete tenere le gambe larghe a mo' di partoriente? Io capisco che non posso comprendere ciò che si prova, ma non credo siate tutti fratelli di Rocco...quindi cortesemente rimanete nel vostro spazio vitale. E infine... perché tu, mio frontale co-viaggiatore , quando sbadigli non metti la mano davanti alla bocca, facendomi vedere tutte le carie (magari unendole verrebbe fuori un bellissimo disegno, ma ti assicuro che non mi interessa) e risucchiando l'aria direttamente dal tallone con tanto di rumore? Al di là del bon ton, ti posso assicurare che l'aria dei treni è già abbastanza fetida senza che tu ci metta del tuo.
E alla fine scendo dal treno e mi rendo conto che sono tutti dei frammenti della mia vita che se ne vanno verso Ginevra e che non torneranno più. E che mi sono fatta il fegato amaro e un principio di ulcera nervosa ponendomi mille domande che mai avranno una risposta, semplicemente perché la mamma dei maleducati e dei cretini è e sarà sempre incinta. Quindi il vero e unico perché da porsi è: "perché non regalare a tale mamma un buon rifornimento di pillola anticoncezionale?".

Le domande che non si rispondono da sé nel nascere non avranno mai risposta.
Franz Kafka

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