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Dopo altri 20 minuti di camminata a passo spedito decisi di fermarmi in un vasto parco alla mia destra.

Appena vidi un albero altissimo con un po' d'ombra mi precipitai per sedermici sotto.

Faceva davvero troppo caldo.
Maledissi i leggins neri.
D'altronde stamattina non potevo mettermi altra roba.
Odio i pantaloncini, non mi fanno essere per niente a mio agio.
Finalmente un po' di fresco.
È proprio l'atmosfera giusta per stare da sola e pensare un po', pensai tra me e me.

Mentre ero immersa tra i miei pensieri sentii di nuovo vibrare il telefono dallo zaino.

Chi può essere? Non mi cerca mai nessuno, pensai.

Presi subito il mio Samsung, guardai e vidi che c'erano tre messaggi.
Li lessi uno per volta.

Messaggio ricevuto da Susie:
"Macciao tesoro! Tanti auguri!"

Messaggio ricevuto da Lola:
"Heyy Helen!! Da quanto tempo! Mi è appena comparsa la notifica su Facebook, oggi è il tuo sedicesimo compleanno! Auguri!"

Messaggio ricevuto da Sophia:
"Auguri, benvenuta nel mondo delle sedicenni!"
Lessi sconvolta.

Patetiche. Tutte patetiche.
Le conoscevo ormai da due anni.
Frequentano la mia stessa classe nella scuola superiore di Torino di fotografia.

Per me la fotografia è un mezzo per esprimere le mie emozioni mentre per loro è solo per avere il profilo Facebook pieno di foto "fatte per bene", così dicono.

È il trio più famoso della scuola e io non ho nulla in comune con loro.
Sono l'esatto contrario di me.

Non c'era mai stata simpatia tra noi e non capii il motivo degli auguri.

Poco dopo mi arriva una notifica da Whatsapp distraendomi dai miei pensieri.

Guardai e vidi che sono stata inserita in un gruppo chiamato "Il quartetto."

Queste tre ragazze si sono bevute pure il cervello oltre l'alcool ogni sabato sera.
È di questo che parlano sempre in classe.
Ogni sabato sera bevono fino a vomitare l'anima.
Potrei provare solo schifo per queste tre ragazze, pensai ancora.

Mi tolsi immediatamente da questo gruppo assurdo.

Ma essendo delle rompipalle mi inserirono di nuovo.

Subito Lola scrisse un messaggio.
"Helen a scuola ti vediamo sempre da sola, ma sei sempre la solita sfigata? Hahah scherzo dai, non te la prendere.
Tutte noi volevamo chiederti se un giorno di questi, prima che incominciasse la scuola..
Si insomma.. ti va di fare un'uscita noi quattro??"

Rimasi a bocca aperta dopo quelle parole che appena lessi.

Volevano davvero uscire con me?
O volevano solamente prendersi gioco di me?

Dopo quel messaggio di Lola anche Susie mandò un messaggio:
"Sii! Dai perché no?"

E anche Sophia subito dopo:
"Beh potremmo andare in giro per i negozietti in centro a fare un po' di shopping!"

Perché no? Ripetei le parole di Lola sussurrando sbalordita.

"Cosa perché no?" Sentii dire da una voce proveniente dalla mia sinistra.
Misi il telefono di nuovo dentro lo zaino, mi girai di scatto e vidi una ragazza.

Sembrava abbastanza alta, aveva dei lunghi capelli castani e le punte colorate di rosa.
Alzai di più lo sguardo le vidi i suoi occhioni verdi smeraldo.
Neanche un filo di trucco.
Aveva un semplice pantaloncino e una canotta dipinta.. sicuramente da lei.

"Chi sei?" le chiesi.

"Piacere Sarah" mi rispose allungando la sua mano verso di me mentre fece un sorriso.

"Piacere Helen" dissi stringendo la mia mano con la sua.

"Che ci fai qui?" mi chiese subito dopo.
"Io?? Che ci fai tu qui! Io stavo... beh io ero impegnata!" le risposi.
La mia voce divenne scontrosa.

Lei si guardò attorno come se pensava che ci fosse qualcuno con me ma non vide nessuno.

"Sisi! Sono da sola e allora?" Continuai a dirle.
"Hei hei calmina Helena. Ho pensato solo di poter fare due chiacchiere visto che ci siamo sono noi in paese."

Io non abitavo proprio a Torino ma in provincia, quindi presunsi che anche lei abitasse a Pianezza.

La guardai di nuovo e le feci segno di sedersi accanto a me.

Parlammo di tutto e di più.
Lei era più grande di me di un anno e frequentava un liceo artistico in centro.

Le chiesi se la maglietta l'avesse dipinta lei, infatti avevo indovinato e mi promise che l'avrebbe fatta anche a me.

Sorrisi contenta.

Mi raccontò tutte le sue avventure ed esperienze a scuola.
Aveva un ragazzo. Si chiamava Criss, non erano tanto innamorati ma la faceva ridere e le andava bene così.

Io non conosco l'amore, beh si.. ho visto tanti film romantici ma non so esattamente cosa sia, pensai.

"Che cos'e l'amore?" le chiesi interrompendola. Era già passata ad un altro argomento.

"L'amore è quando faresti di tutto per la persona che ami, è quando la baci ma non ti sazi mai delle sue labbra." mi rispose guardando un filo d'erba che poi strappò.
Tolse lo sguardo davanti a lei e si girò verso di me. Mi guardò attentamente.
Si avvicinò pian piano fin quando lasciò un dolce bacio sul lato destro della mia bocca.

Rabbrividii nonostante il caldo asfissiante che c'era oggi.

Mille domande occuparono la mia mente.
Che cosa le era saltato in mente?
Perché? Ci siamo appena conosciute!
Aspetta ma che ore sono? Apro il mio zaino che si trovava alla mia destra e cercai disperatamente il mio telefono e dopo svariati minuti vidi che erano le 8 di sera!

Così la guardai per l'ultima volta e lei mi porse un bigliettino con scritto il suo numero telefonico.
Lo presi e lo misi dentro la cover del telefono.

Corsi via senza sapere se l'avrei mai più rivista specialmente dopo quel bacio quasi sulla mia bocca.

Appena aprii la porta di casa vidi mia madre seduta sul divano con il viso preoccupato.

"Mamma sono tornata" le dissi facendole spostare la sua attenzione su di me.

Si voltò di scatto e mi chiese dove fossi stata.

"Mamma ero uscita a far un giro, stai tranquilla." le dissi cercando di rassicurarla.
E così si calmò.

Mentre mangiammo chiesi a mia madre e Tess se conoscevano un uomo alto e robusto con un elastico rosso che indossava nel polso sinistro.

"Perché?" mi chiese mia madre con un tono davvero curioso.

Mia sorella Tess rimase zitta.

"Perché l'ho incontrato mentre compravo una bottiglietta d'acqua in un bar. Chiedo a voi perché magari l'avevate visto altre volte in paese." risposi con un bel boccone di spezzatino al sugo.

"Non entrare più in quel bar e non ci pensare mai più. Se ti becco di nuovo parlare di questo fatto va a finire che non uscirai più!" mi disse mia madre con un tono che non avevo mai sentito.

"È pericoloso?" le domandai
"Si, è molto pericoloso. Ora basta, va di sopra." mi rispose con lo sguardo chino sul piatto.
Bevvi un sorso d'acqua e salii in camera come mi aveva imposto mia madre.
Andai in bagno a lavarmi e per prepararmi per notte.
Mi misi nel letto e presi il telefono.
La mia intenzione non era scrivere a Sarah ma scrivere sul gruppo di quelle tre ragazze. Le volevo dare una possibilità.
Tutte e tre felici mi risposero subito e organizzammo per il giorno seguente, il ritrovo in Piazza Castello.

Pian piano chiusi gli occhi e mi abbandonai in un sonno profondo.

Helen's life.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora