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Non mi costava nulla dire di si.
Cos'ho io in meno rispetto a quelle ragazze?
Il trucco sul viso? La taglia del reggiseno?
La mia paura è di non piacergli ma non potevo farmi dei problemi del genere. Io sono io e loro sono loro.
Lanciai il telefono dal nervosismo.
La cover si staccò ma per fortuna il telefono rimase intatto.
Andai a raccoglierlo e vidi un piccolo foglietto.
Lo aprì e vidi una serie di numeri.
Il numero di telefono di Sarah!
Me l'ero scordato.

Presi il coraggio e composi il numero per poi salvarlo.
Le inviai subito un messaggio con scritto: "Ehi ciao, mi sono ricordata ora del numero.
Nel caso te lo stessi chiedendo sono Helena, la ragazza che hai incontrato ieri al parco.
Scusami per il disturbo."

Subito dopo vidi che mi rispose.

"Era ora che ti facessi sentire! Adesso salvo il numero. Non disturbi affatto, sto pitturando la maglia per te come promesso.
Se la vorrai incontriamoci domani stesso parco, stesso posto."

Cuore a mille.
Decisi di non risponderle.

Poco dopo confermai l'uscita nel gruppo delle ragazze.
Hanno deciso che l'incontro sarebbe stato alle 14:00 in Piazza Castello. 
"Non devo essere in ritardo" continuai a ripetermi.

Andai a prepararmi con calma in bagno per il pomeriggio diverso che avrei dovuto passare.

Verso le 12:13 mia madre mi chiamò da sotto per pranzare.
Pranzai solo con due forchettate di spaghetti al sugo, non avevo molto appetito per via dell'agitazione.

Finisi di mangiare e misi le ultime cose dentro lo zainetto.
Salutai mia madre e uscì dalla porta di casa.

Presi il pullman e subito dopo la metrò.
13:50, ultima fermata.
L'ansia poco a poco si impadroniva sempre di più del mio corpo fino ad avere un'ansia totale che non riuscivo a controllare.

Arrivai al posto in Piazza Castello con due minuti di ritardo.

Loro erano già lì.
Le vidi avanzare verso di me a passi più o meno spediti.
Sophia: T-shirt rosa con scollo a V scollato, shorts neri cortissimi e sandali stupendi che avrebbero fatto invidia a chiunque.
Lola: Top nero, minigonna nera e tacchi più o meno alti.
Susie: Croptop color militare e shorts a vita altissima, anche lei scarpe identiche come quelle di Lola.
Io: T-shirt nera, jeans neri e adidas superstar bianche.

Una volta arrivate a neanche un metro da me io rimasi immobile con lo sguardo perso nel vuoto.
Stavo davvero pensando a Sarah?

In preda al panico pensai di scappare e correre fino a quando le mie gambe non avrebbero ceduto.

Ma dovevo essere forte, per me stessa.

Di getto dissi: "Ciao".
La più alta, Sophia mi chiese se stessi bene. "Sei pallida in faccia!" aggiunse.
Feci finta di niente.

Anche le altre mi salutarono ma con molto più entusiasmo.

Iniziammo a camminare senza una meta precisa.
Dopo dieci minuti ci siamo sedute su una panchina in legno.
Iniziarono a farmi mille domande.
"Come hai festeggiato il compleanno?" "Sei stata promossa a scuola?" "Il fidanzato?"
Risposi mezza terrorizzata.
A casa. Si. Non c'è.
"Ci avrei scommesso!" Esultò Lola.
"Ci penseremo noi, vero ragazze?" Continuò Susie.
Tutte e tre annuirono entusiaste più del solito.
Dopo entrammo in un negozio di abbigliamento e loro uscirono con due borse ciascuno.

Mi obbligarono a provare un vestito molto corto per i miei gusti e mi hanno urlato "Wow!! Stupenda!!" una volta uscita dal camerino.

Camminammo ancora per una mezz'ora parlando di ragazzi, o meglio loro mi facevano vedere foto di ragazzi con e senza maglietta e io dovevo dare un voto da 1 a 10.

"Ora devo andare" ebbi il coraggio di dire.

"Così presto?" disse Lola con un tono seccato.
"Si, ci sentiamo se volete." dissi io stranendomi di quelle mie parole appena pronunciate.

Mi salutarono con baci e abbracci molto calorosi.
Ancora mi sembrava strano il loro interesse verso di me.

Incominciai a camminare a passo spedito verso casa.

"Ciao mamma!" urlai non appena sorpassai la soglia di casa.
"Ciao tesoro, allora com'è andato il pomeriggio da fotografa?"
"Molto bene grazie."
"Ascolta.. ho trovato questo bigliettino in camera tua. Posso sapere di chi è il numero?"

Merda. Dovevo avere subito una bugia pronta.
"È il numero di una ragazza a cui servono dei libri di scuola di seconda mano."
Fortunatamente se l'era bevuta.

Cenai con mia madre e mia sorella Tess e poi mi intrufolai subito in camera mia.
Avevo bisogno di pensare ai cambiamenti e novità che ci sono stati in questi ultimi giorni.

Mi sentivo diversa, il mondo lo percepivo in modo diverso, tutto più amplificato.
Avevo paura. Se dovessi incontrare un pericolo? Persone sbagliate?

Poi entrai su Instagram ma il mio ultimo pensiero andò a Sarah. L'avrei rivista tra poche ore. Come andrà?

Mi addormentai con questa domanda nella mente con Instagram ancora aperto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2017 ⏰

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