Due

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Smisi di fischiettare quando il suono squillante del campanello richiamò la mia attenzione. La sveglia digitale posta di fianco al televisore mi fece intuire che il professore era in anticipo di ben quindici minuti. Avevamo iniziato con il piede sbagliato. 

Sbuffai amaramente e mi alzai dal divano, sistemando i capelli che ricadevano mossi sopra le spalle. Non rientrava più nei miei interessi mostrarmi più grande della mia attuale età: il modo in cui si era presentato ai miei occhi il giorno prima, il suo abbigliamento sportivo e per nulla formale, mi aveva fatto capire che non c'era bisogno di apparire. Lui continuò a pigiare l'interruttore del campanello, di questo passo Marcus si sarebbe sicuramente svegliato. Erano rare le volte in cui il bambino sprofondava in un sonno profondo a quell'ora del pomeriggio, dovevo approfittarne. 

A grande falcate mi diressi verso la porta di ingresso e la aprii irritata: non c'era bisogno di continuare a suonare, gli avrei aperto prima o poi. Ad accogliermi ci fu un libro: non due occhi caramellati né tanto meno due labbra rosee e carnose. Un libro. Lo teneva stretto in una mano davanti al viso, me lo porse poco dopo con fare sicuro. Dov'era finito il Justin timido del giorno precedente? 

Lo afferrai e lo rigirai tra le mani: scrutai a fondo i colori della copertina, ogni singolo particolare. Non conteneva un gran numero di pagine.

-E questo sarebbe?- domandai. Mi guarda, ha un'aria piuttosto divertita.

-Un libro- rispose ovvio. Io roteai gli occhi al cielo. Non mi piace essere presa in giro. 

Irruppe in casa senza il mio effettivo permesso, io chiusi la porta stringendo in una mano il suo regalo, se così si può definire. 

-Questo lo avevo capito-

Si voltò a fissarmi con il suo sguardo sicuro. Il Justin che non riusciva a reggere il contatto con i miei occhi sembrava essere stato affossato completamente. 

-Inizieremo da questo libro. Lo leggerai e mi racconterai il contenuto-

Io rimasi in silenzio. Probabilmente gli era sfuggito un particolare piuttosto rilevante: io non sapevo leggere. O almeno, non tanto bene da poter iniziare un libro. Che fossero cinquanta o trecento pagine.

Lui si diresse in cucina come se quella fosse effettivamente casa sua: stava forse cercando di farmi capire chi avrebbe tenuto in mano le redini della situazione da quel momento in poi? 

A braccia conserte lo raggiungo, poi poso il libro sul tavolo. Lui si è già accomodato ed ha con sé una borsa, una valigia carica di scartoffie. 

-Non posso farcela- ammisi preoccupata. 

Lui sospirò ed alzò lo sguardo su di me: si soffermò sulle mie iridi per qualche secondo, poi torna a concentrarsi sul suo lavoro.

-Come pensi di poter imparare se non tenti?- domandò calmo. Era la sua tranquillità che mi stava mandando fuori di testa. Lo preferivo di gran lunga preoccupato e teso come lo era stato il giorno prima. Non mi piaceva farmi mettere i piedi in testa.

-Infatti ti ho assunto per aiutarmi, non per regalarmi libri e pretendere che io li legga da sola- lasciai cadere l'oggetto cartaceo sul tavolo di legno. 

Lui non ribatté. O parlava troppo o stava in silenzio più del dovuto. Si può non sopportare qualcuno già dal secondo giorno di conoscenza? Forse non era stata una buona idea. Justin aveva poco più della mia età, sarebbe stato difficile per lui tenermi a bada e per me sottostare ad un ragazzo. 

-Siediti. Iniziamo- indicò la sedia di fianco a lui. Io decisi invece di andarmi ad accomodare su quella di fronte. Dovevo calmare i miei bollenti spiriti, stargli accanto avrebbe peggiorato la situazione. 

Dear Prof ➳ j.b [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora