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Oh, perversa e dolce tristezza
affogo nel tuo mare nero
e mi perdo tra le onde e la schiuma
come un povero fanciullo
abbandonato

L'acqua scorreva sul corpo esile e senza forze di Aline, che era completamente immobile ad osservare le piastrelle bianche della doccia mentre ascoltava il rilassante rumore dell'acqua, in modo da coprire tutti i fastidiosi rumori di quella clinica. La calma e il silenzio regnavano, solitamente, solo di notte e lei amava quella tranquillità. Per questo preferiva stare sveglia. Il giorno per lei era troppo rumoroso, i dottori che camminavano tra i corridoi parlando con i colleghi di cose a cui la ragazza non poneva minimamente attenzione, i pazienti che gridavano, il rumore delle porte che venivano chiuse ed altre aperte, le voci delle persone che venivano a far visita ai loro parenti e il caos delle automobili fuori dall'edificio. La notte invece si sentiva solo il vento fuori dalla finestra, nelle giornate più fredde, oppure il silenzio totale in quelle più calde.
"Aline, quanto tempo ci metti? Esci da quella doccia e vestiti."
La voce gentile di Noora la distolse dai suoi pensieri, spense l'acqua e uscì dalla doccia, ritrovandosi di fronte a un piccolo specchio, leggermente  arruginito ai lati, sopra il lavandino dove vi era riflesso il suo viso. Non si riconosceva più. Era dimagrita poichè in quei ultimi mesi si era rifiutata di mangiare più pasti al giorno e a fatica ne mangiava solo uno, obbligata da Noora. Mise una ciocca dei sui lunghi capelli castani dietro l'orecchio per osservare meglio il suo viso e che a dire la verità non era certo migliore del resto del suo corpo. La cicatrice appena sopra il sopracciglio causata all'età di quattro anni cadendo dalle scale, gli occhi verdi, stanchi e spenti e le labbra piene screpolate. Non potendo sopportare quell'immagine, dopo essersi vestita e asciugata uscì dal bagno ritrovandosi nella sua camera dove l'aspettava una Noora sorridente con un vassoio fumante in mano, che stava appena per posare sopra il letto.
Noora Lancaster seguiva Elizabeth dal primo giorno in cui era arrivata in quella clinica. L'aveva accolta e assistita fin dal primo giorno ed era per questo motivo che la ragazza si era tanto affezionata a lei. Noora aveva trentadue anni ed era una ragazza alta, formosa e con il sorriso sempre stampato sulle labbra piene, colorate di un rosso accesso. Aveva i capelli biondi che le arrivavano sulle spalle e gli occhi verdi, più chiari rispetto a quelli della ragazza e di sicuro anche più luminosi. Era una ragazza sempre solare e allegra e Aline si chiedeva come facesse a sorridere sempre e a trovare, con facilità, una soluzione a tutto.
"Su siediti. Visto che stamattina ti sei svegliata tardi e non hai fatto colazione, ti ho portato questa zuppa. È calda e per queste giornate fredde è perfetta!"
Era inverno inoltrato a Sherborne e il freddo, in quella settimana, si stava facendo sentire più del solito. Ma ad Aline non dispiaceva, anzi, lei amava l'inverno, e il freddo che quest'ultimo portava con se. La sensazione delle mani gelate, il vento pungente sulla pelle quando si affacciava dalla finestra, però le mancavano le cioccolate calde della mamma, i soffici maglioni che la ragazza amava tanto e il calore del camino di casa.
"Non ho fame"
"Ma come, è la tua preferita! Zuppa con patate, zucca e un pizzico di formaggio sopra."
"Te l'ho detto. Non ho fame!"- disse Elizabeth sedendosi sul letto a gambe incrociate.
"Ma tu non hai mai fame. Dimmi cosa vuoi, a costo di uscire a andare a prendere qualcosa nel negozio qui vicino visto che il cibo in questa clinica non é granché. Lo farei, solo per te. Solo per vederti mettere qualcosa dentro lo stomaco dopo giorni."
Aline sorrise a ciò che aveva sentito. Era bello vedere che qualcuno si prendesse cura di lei ma non aveva davvero fame. Tutto quello che mangiava la faceva solo sentire peggio di come già stava. Le faceva venire una nausea tremenda.
Qualcuno bussò alla porta e quando Noora diede il permesso dalla porta spuntò il viso del dottore Kim che voleva parlare con l'infermiera chiedendole gentilmente di uscire dalla stanza.
"senti, io vado e quando torno voglio voglio vedere che tu abbia mangiato un pò di quella zuppa."-detto ciò la ragazza uscì lasciando sola Aline che non avrebbe assaggiato neanche un cucchiaio di quella pietanza.
                               
                     
                               🌹

"lui è la nostra unica speranza"-disse il dottor Kim passando il fascicolo a Noora-"ne abbiamo provati tanti, perché non tentare con lui?"
"è giovane, potremmo fare un tentativo. Magari riuscirà a creare un rapporto amichevole e confidenziale  con lei"-disse dopo aver letto tutto il fascicolo del ragazzo in questione.
Il dottore posò, esausto, gli occhiali sulla scrivania e guardò un punto dietro Noora-"vedi, il fatto é che invece di migliorare, peggiora. Non prende i medicinali, non mangia e non partecipa alle varie riunioni di gruppo organizzate dalla clinica. Questa ragazza merita di guarire e tornare a casa dalla sua famiglia, come tutti gli altri pazienti dopotutto, ma lei è così giovane"
"Lei ha già organizzato l'incontro?"
"Si"-disse voltandosi verso di lei-"ho parlato con questo ragazzo, mi ha detto che ha iniziato a lavorare da poco, si é laureato di recente. Si è dimostrato disponibile fin da subito. Dovrebbe essere qua domani mattina alle undici, solo per conoscere la ragazza. Inizierà dopo la terapia."
"Okay, allora speriamo solo che sia la persona giusta."
"Lo spero anch'io Noora, dopodichè non so più davvero cosa fare."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 28, 2017 ⏰

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Anemone; min yoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora